Messaggi da figli immaginari: «Per due volte contattato dai truffatori»

Rovello Porro Aumentano le segnalazioni. La testimonianza dell’ex sindaco Gabriele Cattaneo

Raffica di messaggi truffaldini del “falso figlio” sui telefonini in tutta la Bassa comasca e nel saronnese: «Io ne ho ricevuti due nel giro di due giorni», racconta l’ex sindaco Gabriele Cattaneo, che qualche tempo fa aveva già allontanato una truffatrice che aveva cercato di avvicinarlo per strada. «Ciao papà, ho perso il telefono, questo è il nuovo numero, puoi salvarlo e scrivermi al più presto su Whatsapp?».

Sono gli sms arrivati sul telefonino sia all’ex primo cittadino che a molti altri residenti, a cui fanno in genere seguito richieste di soldi per far fronte a urgenze che sono in realtà soltanto immaginarie. Un trucco che in alcuni casi ha purtroppo funzionato, con anziani che hanno inviato bonifici di qualche centinaia di euro ai malviventi, non riuscendo poi in alcun modo a riavere indietro i propri soldi, anche dopo essersi resi conto d’esser stati raggirati. «Io non ci sono cascato – racconta Cattaneo – e, come già fatto in precedenza, ho informato il Comune di quanto accaduto, per diffondere, magari tramite i social, degli avvisi, al fine di invitare appunto tutta la cittadinanza a fare attenzione».

Di recente l’ex sindaco era stato preso di mira da una truffatrice mentre era fermo in auto, in via Verdi. «Scusi ho perso il mio Chihuahua e non so cosa fare», era stata la scusa utilizzata da una giovane bionda, dall’accento straniero, che aveva cercato di convincerlo, ad abbassare il finestrino della propria auto, di grossa cilindrata, per stringergli la mano, molto probabilmente con l’idea di sfilargli l’orologio di valore che aveva in quel momento al polso. Cattaneo aveva però abbassato il finestrino soltanto di pochi centimetri, spiegando alla donna di non aver visto alcun cane, suggerendole di provare a postare una foto sui social. Un’idea che alla sconosciuta era subito piaciuta molto, aveva infatti invano insistito a lungo nel fargli abbassare di più il finestrino, per potergli stringere la mano, avendo forse nel frattempo notato l’orologio di valore che questi aveva al polso. Si sarebbe trattato di una variante sul tema della “truffa dell’abbraccio”, mai passata di moda neppure durante i giorni del distanziamento sociale per fermare la pandemia. In sostanza, una donna avvicina degli anziani, ma anche altre donne, fingendosi un’amica di vecchia data e, lamentando di non essere stata riconosciuta, abbraccia o stringe la mano alle vittime del raggiro, cercando in questo modo di mettere rapidamente le mani su anelli, collanine o portafogli.

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