Morta nell’incidente sul bus in Svizzera: condanna di due anni per l’autista

Mozzate L’incidente era avvenuto all’alba del 16 dicembre 2018 a Zurigo sull’autostrada A3. Oltre a Nicoletta Nardoni, aveva perso la vita anche un uomo ligure, che si alternava alla guida

È stato ritenuto responsabile dell’incidente avvenuto a Zurigo, sull’A3, che – alle 4.15 del mattino del 16 dicembre 2018 – aveva causato la morte di due persone a bordo del pullman di una società che lavorava con Flixbus che era partito da Genova ed era diretto a Dusseldorf, in Germania. Il condannato è l’autista che in quel momento stava guidando. Stiamo parlando di un sessantatreenne italiano che aveva da poco preso il comando del mezzo.

A bordo del bus c’era anche una donna di Mozzate, Nicoletta Nardoni, 37 anni, che era seduta nella parte anteriore del pullman che era andato a sbattere contro un muro. Lei era stata una delle due vittime, mentre il secondo era stato l’autista (Roberto Tonoli, ligure, morto dopo due settimane di agonia) che da poco aveva ceduto il posto di guida al collega.

La sentenza

La decisione in merito alla condanna è stata presa ieri dal Tribunale distrettuale di Zurigo: la pena letta è stata di due anni con la sospensione condizionale. L’accusa formulata dai magistrati elvetici è stata quella di omicidio colposo plurimo. Oltre alle due vittime si erano contati anche 43 feriti, la quasi totalità dei passeggeri (51) che si trovavano a bordo del bus diretto in Germania. L’incidente era avvenuto nei pressi di Zurigo.

L’imputato non era presente in aula al momento della lettura del dispositivo. La pena inflitta è stata quella che aveva invocato la pubblica accusa al termine del dibattimento. Secondo il Ministero pubblico, l’autista procedeva troppo velocemente nonostante il manto stradale fosse innevato e ghiacciato, quindi poco stabile. Il giudice, insomma, ha accolto la ricostruzione dell’accusa in merito al fatto che l’autista avrebbe dovuto regolare la velocità proprio in seguito alle condizioni critiche dell’autostrada A3, a sud-est di Zurigo.

Il mezzo come detto proveniva dall’Italia, più precisamente da Genova, ed era diretto a Düsseldorf dopo aver fatto una sosta a Milano.

Da Genova alla Germania

L’imputato, è emerso durante le fasi dell’indagine, conosceva bene il percorso avendolo fatto più volte, e di conseguenza ne conosceva bene anche le prerogative meteo. Una perizia avrebbe valutato la velocità di 68 chilometri orari al momento della perdita di controllo del pullman che poi, come detto, era andato ad impattare violentemente contro un muro.

La donna comasca – mamma di un figlio, impiegata in una attività di ristorazione – era partita da Milano per andare a trovare il padre e i parenti in Germania. Stava però dormendo quando il pullman era uscito di strada per le avverse condizioni meteo che imperversavano sulla A3: le ferite successive all’impatto le erano state fatali. Con lei era morto anche il secondo autista a bordo di quel mezzo che il giorno successivo avrebbe dovuto arrivare a Dusseldorf. Sul bus c’erano altri 13 passeggeri italiani dei 51 presenti.

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