Muore dopo il delicato intervento
Non ce l’ha fatta Virgilio Sandullo

Limido Comasco Operato per un tumore a Torino con una tecnica nuova - È spirato la scorsa notte. Lunedì alle 16 i funerali in parrocchiale

Non è bastata l’operazione salvavita, quell’estremo tentativo messo in atto dai chirurghi delle Molinette: Virgilio Sandullo, 56 anni appena compiuti in reparto, è morto la scorsa notte. Superata la sala operatoria dopo l’intervento di pochi giorni prima, era impegnato in un faticoso percorso di riabilitazione.

Residente a Limido Comasco e impiegato in una azienda svizzera, aveva avuto modo di ringraziare tramite la stampa i medici dell’ospedale di Torino, gli unici che, dopo un lungo peregrinare alle porte di diversi ospedali, avevano accettato di tentare un’operazione tanto complessa quanto rischiosa. Altri centri, anche in Lombardia, avevano fatto un passo indietro, lasciando la famiglia senza speranze.

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E del resto si trattava una massa tumorale grande più di venti centimetri che comprimeva ormai polmone e cuore, l’organo battente che gli specialisti piemontesi erano invece riusciti a sollevare, con una tecnica chiamata «del bacio», per poi asportare la neoplasia che originava dal timo, ghiandola del sistema linfatico.

La moglie Paola aveva aiutato il marito a cercare in Italia una possibile cura, dunque era arrivato dai medici della cardiochirurgia diretta da Mauro Rinaldi, primario delle Molinette cresciuto tra Como e Casnate con Bernate. Un ex studente del liceo Volta formatosi nella prestigiosa Mayo Clinic statunitense. Lo specialista, con oltre 10mila interventi alle spalle, aveva dunque discusso il complicato caso lasciando spazio nel giorno di San Valentino a Massimo Boffini della Cardiochirurgia universitaria, Enrico Ruffini e Paraskevas Lyberis della Chirurgia toracica universitaria. L’intervento, raccontato dai media di tutta Italia, è stato possibile grazie all’impiego di un piccolo cono collegato a un braccio malleabile che, creando il vuoto, riesce a mantenere il cuore in posizione verticale, garantendo allo stesso tempo che spinga il sangue in tutto il corpo. Si chiama posizionatore cardiaco e funziona come se desse un lungo bacio al cuore a cui viene collegato.

In ospedale accanto a Sandullo è rimasto a lungo anche il figlio diciottenne Luca. Usciti dal reparto la famiglia era speranzosa, non senza difficoltà, di poter superare l’impegnativo intervento, durato oltre dieci ore.

Poi invece ecco l’improvvisa ricaduta. Sandullo purtroppo se n’è andato nel sonno, durante la notte, nella casa di cura Villa Serena a Piossasco, un centro di riabilitazione poco distante da Orbassano.

La notizia dell’intervento riuscito, battuta da tante testate, aveva felicemente colpito anche la piccola comunità della Bassa Comasca, trattandosi di un caso molto complesso, per una patologia rara ormai arrivata ad uno stadio molto avanzato. Ora invece tutta Limido Comasco è rattristata dalla scomparsa del compaesano, in attesa di poter dimostrare ai familiari vicinanza durante le esequie, fissate per lunedì pomeriggio alle 16 in parrocchiale.

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