Padre Quirico e il Bangladesh, una vita in missione

Uggiate con Ronago A giorni tornerà dai suoi bimbi. A 75 anni, il sacerdote ha trascorso mezzo secolo nel Paese asiatico flagellato dalle catastrofi naturali

«Ho già il biglietto aereo per tornare in Bangladesh», annuncia padre Quirico Martinelli e lo dice come se fosse normale alla sua età continuare la vita da missionario in un Paese dell’Asia Meridionale lontano 7.500 chilometri da qui.

Il 28 gennaio scorso, padre Quirico ha infatti compiuto 75 anni e, per quel poco che si sa, il Bangladesh non è proprio un Paese tranquillo, spesso sconvolto da catastrofi naturali, ma anche da proteste e violenze, come l’ultima, non ancora del tutto terminata, che ha portato a un cambiamento di governo.

« Salvo qualche breve interruzione, sono esattamente da cinquant’anni in Bangladesh e non vedo l’ora di ritornare laggiù anche questa volta», aggiunge. Missionario del Pime, Pontificio istituto missioni estere, quasi si illumina ricordando la prima volta in cui salutò il suo paese, i suoi cari, le tante persone che gli vogliono bene e partì: era il 7 ottobre 1974, giorno liturgico dedicato alla Madonna del Rosario, forse una combinazione, forse un segno del Cielo. Un anno prima, il 23 giugno del 1973, nella chiesa di Uggiate, il suo paese, era stato ordinato sacerdote: nell’anniversario, ha mandato a parenti ed amici la fotografia di quel giorno, mani nelle mani del vescovo Teresio Ferraroni che lo benedice, accompagnata da poche parole: «Tante grazie e tante preghiere di cuore». È lo stile di padre Quirico, lo stile che tiene legami, che accoglie, che consola.

Dalle immagini che invia dal Bangladesh, si nota tanta gente contenta, soprattutto bambini, quanti bambini.

Immagini di gioia

«Invio le immagini delle nostre feste – dice – Immagini di gioia: sappiamo far festa». Ma non la dice tutta: un bambino, qui, durante una festicciola all’oratorio di Uggiate, l’ha definito “il missionario mago”. Padre Quirico ha messo in scena incredibili giochi di prestigio, s’è messo anche un nasone finto, parrucca e baffi , grandi e piccoli avevano occhi e bocca spalancati, gli hanno chiesto i trucchi, mai e poi mai li avrebbe detti. Sarà lui che tiene in piedi tante feste, nella povertà della gente del Paese del Bengala.

«In generale, proprio estrema non è la povertà – sottolinea – se non imperversano tempeste ed inondazioni nei campi che la gente coltiva e distruggono tutto. E ci sono anche tante cose buone».

Ecco: ai suoi occhi, tutto è Grazia. Tutto è incontro e infatti, con due suore locali gestisce un santuario che è punto di riferimento per i villaggi intorno, è accoglienza per i gruppi, è il richiamo alla spiritualità, in un Paese in cui i musulmani sono quasi il 90% e gli indu’ circa il 10%.

Gli altri decimali che mancano a far cento sono costituiti dai cristiani, cattolici e protestanti: «Il Bangladesh – precisa – conta 170 milioni di abitanti e i cristiani sono 500mila».

I missionari si rivolgono a tutti, con le loro scuole, i loro ospedali, gli aiuti materiali e il conforto, perchè vedono in ogni persona una creatura di Dio ed un fratello.

Al santuario

Da qualche settimana, padre Quirico è tornato nella sua Uggiate per un periodo di riposo e per partecipare al congressino missionario di Milano che quest’anno è dedicato proprio al Bangladesh.

Ma prima della partenza, si incontrerà nel santuario di Somazzo con i coscritti e poi pizza in compagnia. Lascerà un arrivederci ai piedi della Madonna, nel santuario e lascerà anche le attese e le lacrime della gente di ogni angolo del Globo?

Aveva già risposto, lo ripete: « Lei raccoglie tutte le nostre attese e le nostre lacrime per portarle al Signore ».

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