Paola, volata via a 57 anni: «Ha lottato per me e per nostra figlia»

Olgiate Comasco Il commovente ricordo del marito Enrico: «Nel letto morente, ci ha detto di non lasciarci andare»

In tanti ieri hanno dato l’ultimo saluto a Paola Rossi, vinta a 57 anni da una malattia combattuta con tutte le sue forze. Originaria di Olgiate, dove aveva vissuto l’intera sua esistenza, era molto conosciuta e stimata in paese anche per essere stata la “storica” responsabile amministrativa della concessionaria Grisoni. Lascia il marito Enrico e la figlia Eleonora, al centro della sua vita, così come l’anziana madre Iris, i fratelli Maurizio e Nicola e le loro famiglie.

Generosità

«Era molto generosa, buona, simpatica, solare – ricorda il marito - Una persona di grandi valori e umanità. Ha sempre lottato con straordinaria forza contro la malattia che l’aveva colpita una prima volta nel 2005 e tornata quattro anni fa. Nonostante tutto ha condotto una vita normale e sempre lottando».

Altruista anche nella battaglia contro il male. «Si preoccupava di non far pesare la sua malattia su di noi, perché temeva che altrimenti non avremmo potuto avere una vita serena come tutte le altre famiglie, e nello stesso tempo non dava mai segni di perdersi d’animo – aggiunge il marito - Ha sempre combattuto come una grande guerriera fino agli ultimi minuti della sua vita. Nel letto, morente, ha invitato me e nostra figlia a stare su con il morale, a non litigare mai e a continuare al meglio la nostra vita. Si preoccupava per sua madre novantenne e per gli altri, prima che per sé, benché sapesse di avere questa brutta malattia. Con i suoi gravi problemi di salute, anche a detta dell’oncologa che l’aveva in cura, ha resistito così tanto per la sua forza di volontà e mentale».

Un esempio anche per altri. «Ha lasciato non solo un bel ricordo di sé, ma un vuoto incolmabile nelle persone che l’amavano e una importante lezione di vita a tutti. Specialmente negli ultimi giorni ci ha richiamato all’essenza di ciò che è davvero importante e esortato a non arrendersi mai fino alla fine. Secondo me, al Cielo si è aggiunto un altro angelo – afferma il marito – Ho fatto per trent’anni il vigile del fuoco e l’anno scorso sono andato in pensione. In tutte le mie peripezie mi è sempre stata vicina e si preoccupava per me. Nel corso della mia attività professionale ho salvato tante persone, mi rammarica il pensiero di non avere avuto la possibilità di salvare mia moglie. Mi sono sentito inerme, però le sono stato vicino fino all’ultimo. In ospedale a Menaggio, dove era ricoverata, era accudita dal fratello medico. Le siamo stati accanto fino all’ultimo dei suoi giorni».

Affettuoso il ricordo del sindaco Simone Moretti: «Era persona perbene, sempre solare e sorridente nonostante le fatiche che ognuno di noi vive. La vera differenza è nel modo con cui le difficoltà si affrontano e lei, con la sua famiglia accanto, l’ha fatto fino all’ultimo giorno concesso. Ci lascia l’esempio di come si affrontano le difficoltà, con tenacia, caparbietà e non facendo mai mancare il sorriso». La ricorda come una guerriera l’amica Caterina Cantoni: «La conoscevo molto bene, frequentavamo insieme anche un corso di pittura ad acquerello, aveva una bella vena artistica che ha trasmesso alla figlia. Benché nella sua vita abbia dovuto a lungo lottare contro la malattia, non ha mai fatto la vittima e ha sempre pensato prima agli altri e a non far soffrire i suoi cari».

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