Pietra d’inciampo a “Marchin”, il contadino che aiutava gli ebrei

Uggiate con Ronago Domenica a Fossoli la cerimonia per Marco Cocquio. A ottant’anni dalla morte per mano dei nazisti, rivive un pezzo di storia

Marco Cocquio, un nome mai dimenticato ad Uggiate e dopodomani, domenica 7 luglio, riceverà un supplemento di memoria e di onore. Nel suo paese dov’era nato nel 1907, gli hanno dedicato una via importante che collega il centro con Ronago, la valle e il confine; le sue spoglie sono sepolte nel cimitero locale e la lapide lo ricorda con il titolo di “martire di Fossoli”. Gli sarà dedicata una “pietra d’inciampo” fuori da casa sua, la Corte dei Mondelli.

Chi era

A 80 anni dalla morte, sul numero di primavera del Bollettino della Comunità pastorale di Uggiate – Ronago, lo studioso di vicende e personaggi storici Renato Arrighi ha ripercorso anche con particolari inediti la vita e la fine del “nostro Marchin”, come lo chiamavano in paese, sottolineando che era un ragazzo semplice e giulivo che cantava sempre.

Menomato ad un braccio, era stato esonerato dal servizio militare, sottolinea Arrighi nella biografia ricostruita su documenti del tempo e testimonianze dei compaesani. In sintesi, Marco Cocquio era un contadino che aiutava ebrei ed antifascisti a rifugiarsi in Svizzera attraverso il colle di Somazzo. Per questo fu arrestato, incarcerato dapprima a San Vittore a Milano e poi trasferito nel campo – lager di transito di Fossoli – Carpi, comandato dalle SS e il 12 luglio del 1944 ucciso a colpi di mitra, ultimo colpo di pistola alla nuca.

La fossa, scavata dagli stessi prigionieri, fu coperta con calce viva e l’anno dopo, 67 corpi vennero riesumati, portati a Milano per le esequie solenni in Duomo, presenti autorità di ogni livello e scolaresche e poi ciascuno fu riaccompagnato nel proprio paese natale. Già da qualche tempo, il Comune di Carpi si era messo in contatto con Rita Lambrughi, allora sindaco, per annunciare l’intenzione di commemorare l’anniversario della strage di Fossoli con una cerimonia ufficiale e il programma prevedeva la consegna di una “pietra d’inciampo” ad ogni Comune d’origine dei 67 martiri di Fossoli. Ha ricevuto subito l’adesione di Rita Lambrughi e della Giunta, con l’idea di una successiva cerimonia ad Uggiate per la posa della pietra d’inciampo, targa di ottone collocata per far memoria di deportati nei campi di sterminio nazisti.

Gli invitati

Intanto, sono sopravvenute le votazioni amministrative, è stato eletto sindaco Ermes Tettamanti che, in rappresentanza della popolazione, domenica sarà presente alla cerimonia di Fossoli con il gonfalone del Comune e con la Polizia Locale in alta uniforme. E sarà presente la sezione Anpi di Uggiate, con il presidente Fiorenzo Vullo, alcuni soci e Rita Lambrughi, ora consigliera comunale di minoranza. Sono stati invitati anche parenti del “nostro Marchin” che aveva 37 anni quando pagò con la vita il suo contributo all’umanità.

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