Rapina alla sala slot di Mozzate. Patteggiano due della baby gang

In tribunale Sono i maggiorenni incaricati di svolgere il ruolo di “palo” - Erano ai domiciliari. L’assalto lo scorso anno, bottino da quattromila euro

Hanno scelto di patteggiare la pena i due ragazzi maggiorenni che erano stati arrestati dai carabinieri della Compagnia di Cantù in quanto sospettati di aver preso parte – assieme ad una baby gang di minorenni – alla rapina alla sala slot Goldbet di Mozzate il 19 dicembre del 2023.

Assistiti dai loro legali, hanno raggiunto un accordo con il pubblico ministero Michele Pecoraro rispettivamente per 2 anni e 5 mesi e 2 anni 5 mesi e 16 giorni.

Patteggiamento che è stato ratificato dal giudice dell’udienza preliminare Walter Lietti che contestualmente ha anche revocato la misura che era ancora in essere, quella dei domiciliari. I due sono dunque tornati in libertà.

Erano state due le ordinanze che erano state emesse, una dalla procura di Como – che aveva colpito i due maggiorenni – e una dalla procura per i minorenni di Milano che aveva arrestato la banda di ragazzini che materialmente, in concorso con i due maggiorenni che avevano solo fatto da “palo”, aveva assaltato la sala slot.

La procura, al termine delle indagini, aveva chiesto il giudizio immediato che tuttavia, come detto, è stato sostituito dal patteggiamento che ha chiuso la questione almeno per i due maggiorenni.

Del resto i due ragazzi avevano pienamente e da subito riconosciuto le responsabilità fin dall’interrogatorio di fronte al gip che ne aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare. Le misure avevano seguito di pochi giorni un’altra misura che era stata eseguita a carico di un minore di Turate portato al Beccaria. Ma nei giorni successivi i carabinieri del Nucleo Operativo erano riusciti a ricostruire tutti i tasselli arrestato l’intera banda di minorenni. Il bottino era stato superiore ai 4 mila euro.

Secondo quella che era l’ipotesi investigativa, i due maggiorenni avevano svolto un ruolo di “palo”, non solo controllando l’esterno della sala slot nel corso del colpo, ma anche direttamente quello che avveniva all’interno fingendo entrambi di essere clienti. La visione delle telecamere aveva però permesso di notare come mentre uno dei due fingeva di giocare alle macchinette, l’altro faceva dentro e fuori dalla sala slot per segnalare ad altri quattro complici minori quando fare irruzione. Sempre i maggiorenni avevano con uno stratagemma chiamato il responsabile della sala slot fuori dalla propria zona protetta permettendo dunque ai rapinatori di sorprenderlo e aggredirlo.

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