Scoperto un altro bivacco: i pusher usavano anche le trappole

Cadorago, per sfuggire alla polizia avevano tirato tra gli alberi un filo di ferro mimetizzato. Ma a due marocchini non è bastato per evitare l’arresto: trovati soldi e un etto tra eroina e coca

Cadorago

Hanno prima monitorato quello che accadeva, tenendosi in disparte, valutando l’arrivo e l’allontanamento di quelli che a tutti gli effetti parevano essere clienti. Poi, dopo essersi avvicinati al bivacco, notando due stranieri intenti a fare da “palo” e un terzo che gestiva un borsello, presumibilmente contenente lo stupefacente, sono entrati in azione.

In manette, nei boschi di Cadorago, sono così finiti altri due cittadini marocchini che sono stati processati ieri mattina per direttissima. Si tratta di Ittraja Nagim, senza fissa dimora, 37 anni (l’uomo che aveva il borsello), e di Hamid Arabi, 23 anni. L’operazione è stata condotta nel pomeriggio di mercoledì dagli uomini della squadra Mobile della Questura di Como.

Nel corso del blitz, dopo l’immancabile tentativo di fuga tra i boschi (uno dei tre è riuscito a dileguarsi) sono finite nelle mani degli agenti diverse dosi già confezionate con il cellophane contenenti in tutto poco meno di 24 grammi di cocaina e circa 80 grammi di eroina. Ma, a dimostrazione di una clientela internazionale in arrivo per metà dalla Svizzera, i poliziotti hanno sequestrato (in possesso di Nagim) anche 610 franchi svizzeri e 130 euro, contanti che secondo gli inquirenti sarebbero la prova e il provento dell’attività di spaccio che era in corso nei boschi di Cadorago. Anche il secondo arrestato aveva dei contanti, quantificati poi in oltre 200 euro.

Quello compiuto questa settimana è stato l’ennesimo blitz della Mobile nei boschi dello spaccio. Gli uomini della Questura, anche in questo caso come già in un precedente intervento, prima di accerchiare e bloccare i sospettati, hanno dovuto aggirare una pericolosissima trappola difensiva che era stata posta a protezione del bivacco.

Stiamo parlando dei fili di ferro di colore verde che si mimetizzano con la vegetazione, legati da un albero all’altro e ad altezza uomo, collocati ad arte dagli spacciatori per cercare di fermare fisicamente le forze dell’ordine nei momenti in cui vengono inseguiti. Cavi che tuttavia sono assai pericolosi per chi decidesse di fare una camminata nel bosco.

Oltre allo stupefacente sequestrato e ai contanti, i poliziotti – che comunque sono riusciti ad arrestare due dei tre stranieri che presidiavano il punto di spaccio – hanno recuperato anche un bilancino di precisione per pesare le dosi e alcuni telefonini che verranno ora analizzati. Portati in Questura sono stati arrestati per spaccio di sostanze stupefacenti. Nel processo che si è tenuto ieri mattina hanno chiesto i termini e torneranno un aula nei prossimi giorni per definire la loro posizione: Nagim rimarrà nel frattempo al Bassone, il connazionale ai domiciliari da un fratello.

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