“Se è amore non brucia”: un libro tratto da una storia vera. Quella di William, sfregiato con l’acido dalla ex

Villa Guardia Scritto da Fabiola Grosso, avvocato civilista e appassionata lettrice: «È una storia molto cruda e sconvolgente, l’ho analizzata attraverso le sentenze, narrando di un amore malato»

«Non sono una scrittrice, faccio l’avvocato, mi piace scrivere e leggere, anzi leggere e scrivere e così ho voluto scrivere di un fatto di cronaca e contro l’amore malato».

Fabiola Grosso è di Villa Guardia e da pochi giorni è uscito il suo primo libro, s’intitola “Se è amore non brucia. La vera storia di William, sfregiato con l’acido dalla ex” edito da Kimerik. Fabiola ha studiato al liceo Terragni a Olgiate Comasco e poi Giurisprudenza all’Insubria, oggi è avvocato civilista, attivista nel campo dei diritti umani. Ha collaborato come volontaria presso organizzazioni internazionali e ha scritto questo romanzo con la collaborazione di William Pezzulo, che ha intervistato per poterne raccontare la storia.

«È una storia molto cruda e sconvolgente – dice l’autrice – l’ho analizzata attraverso le sentenze, narrando di un amore malato, di una dipendenza affettiva, non propriamente amore, e della grande solitudine della vittima, un ragazzo abbandonato dallo Stato, dai servizi sociali e dall’opinione pubblica. Desidero che si percepiscano anche le molte sfaccettature della solitudine di William, oggi è ipovedente. Un fatto di cronaca su cui credo sia giusto porre attenzione, un altro esempio della distorsione a cui un rapporto d’amore può condurre»

Il 20 settembre del 2012 William Pezzulo sta tornando a casa, quando viene colpito alla testa. Poco dopo, una seconda figura dal viso travisato, eccezion fatta per gli occhi che si vedono benissimo. Si tratta dell’ultima cosa che è in grado di vedere William. La sagoma, dagli evidenti lineamenti femminili, gli rovescia addosso un liquido scuro che lo lascia riverso in un dolore atroce. Il ragazzo finisce in ospedale in fin di vita. La famiglia di William, distrutta dal dolore, non ha dubbi: ad aver messo in atto quel meschino e diabolico agguato è stata la sua ex fidanzata, che non accetta in nessun modo la fine della loro storia.

«Come avvocato faccio tanto diritto di famiglia – aggiunge Fabiola Grosso, classe 1980 - c’è un mondo sommerso con tantissime violenze psicologiche, economiche anche a danno degli uomini che non fanno notizia, quasi fossero vittime di serie B, sempre che si possano classificare le vittime. Questo ragazzo aveva un bar e lo ha dovuto chiudere. Oggi è ipovedente e solo».

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