Sferra un pugno al volto della mamma e lei lo denuncia

Codice rosso Divieto di avvicinamento alla madre per l’uomo di 31 anni. Liti frequenti e già note alle forze dell’ordine, sfociate nell’ultimo episodio

I rapporti tra madre e figlio pare fossero tesi da tempo.

Malumori covati negli anni, stagione dopo stagione, incomprensioni che avevano portato il ragazzo – 31 anni – a non stare in casa, ma ad uscire trovando una domiciliazione in Canton Ticino, tornando nella propria casa della Bassa Comasca solo in poche occasioni.

Ogni volta, tuttavia, pare che non mancassero i problemi ed i litigi tra madre e figlio.

Nelle scorse ore, quando il figlio ha scoperto che dalla propria camera mancavano foto e oggetti a lui molto cari, è nato un ultimo e violento scontro culminato – pare – con un pugno al volto della madre.

I problemi famigliari

È stato questo l’ultimo episodio cruento che ha spinto la madre – immaginiamo con uno stato d’animo distrutto – a recarsi dai carabinieri per formalizzare la denuncia querela nel confronti del figlio di 31 anni.

Un passaggio che è stato raccolto dai carabinieri della stazione di Turate che hanno poi segnalato l’accaduto alla Procura di Como.

Così, nelle scorse ore, in esecuzione della notifica di una misura cautelare, il giudice delle indagini preliminari ha emesso un divieto di avvicinamento alla parte offesa con anche l’allontanamento dalla casa della famiglia dove, come detto, il figlio aveva tenuto una camera che frequentava saltuariamente.

La vicenda in un comune della Bassa Comasca

La vicenda è avvenuta in queste ore in un comune della Bassa Comasca dove la donna abita.

Non forniamo altri dettagli a tutela dell’anonimato della vittima, già provata da questa brutta vicenda personale.

L’indagato, come detto, non abitava con la madre ma risultava domiciliato in un comune a nord di Lugano, nella vicina Svizzera.

I problemi si presentavano tuttavia quando quest’ultimo tornava nel Comune della Bassa Comasca, con frequenti litigi che erano già noti alle forze dell’ordine.

Rimproveri e cose rinfacciate che venivano fatti – da quanto è stato possibile ricostruire – dall’una ma anche dall’altra parte.

Almeno fino all’episodio delle scorse ore quando il figlio, al termine di un ennesimo litigio, scoprendo l’assenza dalla propria camera di oggetti e foto cui teneva molto, avrebbe aggredito la madre colpendola con un pugno.

Le indagini

Da qui la denuncia querela, l’indagine lampo – come sempre avviene con le storie di quello che viene definito come “codice rosso”, ovvero una legge apposta che garantisce maggiore tutela (in tempi brevissimi) alle vittime di violenza sessuale, atti persecutori e maltrattamenti – e la misura cautelare che i carabinieri della Compagnia di Cantù hanno eseguito nelle scorse ore a carico del figlio trentunenne.

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