Talk show dei giovani con il cardinale: «Se diventassi Papa? Sarei Samuele»

Uggiate con Ronago Cantoni ha risposto alle domande dei ragazzi durante “Una notte da Oscar”. Un consiglio ai partecipanti all’incontro in oratorio: «Fate delle vostre vite un capolavoro»

Uggiate con Ronago

«Se diventassi Papa, mi chiamerei Samuele »: è la risposta che il cardinale Oscar Cantoni ha dato ai giovani incontrati durante la visita pastorale al Vicariato di Olgiate – Uggiate.

“Una notte da Oscar”: è il titolo che i giovani hanno assegnato all’incontro messo in forma di talk show, padroni delle nuove tecnologie sul set allestito nell’oratorio di Uggiate.

Computer, microfoni, regia con smistamento delle domande dal folto pubblico, divano per gli intervistatori che avrebbero un grande avvenire come giornalisti, poltrona rossa per il Vescovo in clergyman e Croce che raffigura non il Cristo morto, come in tutte le Croci.

Ma il Risorto ed è il messaggio del cardinale trasmesso ai giovani. Cioè la morte non vincerà e Cantoni vuole una Chiesa che irradi la gioia e la speranza del Vangelo.

Ma tutto ciò che avreste voluto sapere da un cardinale e non avete mai osato chiedere, i giovani l’hanno osato fino alla domanda che ha lasciato senza fiato gli adulti accompagnatori: « Se, per ipotesi – ha chiesto il ragazzo – lei diventasse Papa, che nome sceglierebbe?». Due secondi di silenzio nel cardinale, due secondi di brivido in sala, a qualcuno sono cadute di mano le patatine offerte dagli adulti volontari in cucina.

«Non mi interessa diventare Papa, non ci ho mai pensato – le parole del cardinale – ma un amico mi ha già fatto la domanda e mi ha detto: tu che ti sei sempre occupato dei giovani e delle vocazioni, da Papa potresti chiamarti Samuele. Sapete che cosa significa? ». Chiamato da Dio. E lui risponderà «Eccomi»: ha sempre risposto così nella sua vita, ha sottolineato, raccontando dello «scherzo da Papa», la nomina a cardinale, come l’ha saputa, come sta a Roma « vicino al Papa e lo sguardo aperto al mondo».

Ed ha sollecitato i giovani a non stare sul divano e a non star soli, a fare qualcosa per gli altri, a sognare e a fare della loro vita un capolavoro. Ma nessuna lezione ex cathedra, nessun giudizio: «I giovani non vanno giudicati – ha affermato – vanno amati». Altra domanda: si ritiene un cardinale simpatico o antipatico? E lui: «La parola antipatico non esiste in casa mia». Ma come dobbiamo chiamare un cardinale? «Chiamatemi padre – chiede - La cosa più bella è sentire la vicinanza del Pastore, la sua con - passione, la sua tenerezza». Un tour: i giovani hanno definito così la visita pastorale e il cardinale ha acconsentito; ha riso con loro, ha riflettuto con loro che non hanno fatto domande in ginocchio e l’hanno accolto con musiche da discoteca. «La Chiesa è dei giovani», la sua espressione, tra gli applausi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA