Ticinesi contro le frontiere aperte: «Così i criminali vanno e vengono»

Ronago Polemica sollevata dai leghisti d’oltre confine dopo la rapina di martedì a Novazzano. L’obiettivo è il nostro Paese, verso il quale sono stati visti fuggire a piedi i due autori del colpo

Un anno dopo la tentata rapina lungo la “via dei distributori” di Vacallo (Comune ticinese dirimpettaio di Maslianico) e a quindici giorni dalla nuova e perentoria richiesta della Lega dei Ticinesi di introdurre controlli sistematici alle frontiere, martedì sera attorno alle 20 i distributori ticinesi disseminati lungo la linea di confine sono purtroppo tornati nel mirino dei rapinatori.

È stata la polizia cantonale a confermare che due uomini, di cui uno armato di pistola, poco prima delle 20 hanno rapinato il distributore di via Casate a Novazzano, a due passi dal nostro confine, tanto che il servizio stampa della polizia cantonale - a “La Provincia” - ha confermato che i due rapinatori «sono poi fuggiti a piedi verso l’Italia» e, più nel dettaglio, «verso Ronago».

Ricerche nel Mendrisiotto

Prima di lasciare in tutta fretta il distributore la coppia ha minacciato la commessa, facendosi consegnare quanto presente in cassa.

«Le ricerche, finora senza esito, sono scattate immediatamente. Non si lamentano feriti», ha rimarcato la cantonale, intervenuta in forze sul posto, in una nota già martedì a tarda ora. Alle ricerche, in territorio ticinese, dei due rapinatori hanno preso parte gli agenti della polizia cantonale e, in supporto, le polizie comunali di Chiasso e di Mendrisio, come pure dell’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini. Sin qui dei due nessuna traccia. La polizia cantonale ha anche diffuso una sorta di identikit dei due rapinatori, uno dei quali alto, magro con barba sfatta e una mascherina chirurgica, con maglietta, pantaloni e cappellino neri. Il secondo rapinatore - statura media - indossava invece jeans chiari, maglietta e cappellino neri. Con sé aveva una borsa gialla e blu.

I risvolti politici

Inevitabili i risvolti politici della vicenda, con la Lega dei Ticinesi - come anticipato - da tempo sulle barricate. In un post, che in una manciata di ore ha superato i cento “like”, il consigliere nazionale leghista (e direttore del “Mattino della Domenica”) Lorenzo Quadri ha colto la palla al balzo per rimarcare come «secondo copione, i criminali entrano ed escono indisturbati dal Ticino grazie alle frontiere sempre spalancate».

Tanti i commenti a corredo, alcuni dei quali dai toni belligeranti. «Evitiamo di ascoltare Berna e chiudiamo le frontiere», si legge in uno di questi commenti. E ancora: «Va sempre peggio bisogna fare qualcosa».

Il tema dunque, pur con l’estate di mezzo, sembra destinato a infiammare (viste le temperature) la politica del vicino Cantone. Al momento non si registrano commenti ufficiali dell’Udc, il partito dai connotati per antonomasia in chiave anti-frontalieri e anti-Bruxelles. Non è escluso possa arrivare nelle prossime ore.

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