Uccise l’amico, indagine chiusa: la pugnalata diritta al cuore

Oltrona San Mamette Luca De Bonis accusato di omicidio e due rapine. Con il coltello dell’omicidio aveva derubato una ragazza e un automobilista

Un solo fendente dritto al cuore, inferto con un coltello da cucina marca “Redstone” che ha una copertura della lama molto particolare, in plastica, che era stata poi recuperata dai carabinieri del Nucleo Investigativo all’interno della casa della vittima a Oltrona San Mamette.

Un coltello della lunghezza di 20 centimetri, con 9,5 centimetri di lama, che l’indagato nei giorni precedenti aveva rapinato ad una ragazza che dormiva in una tenda nel bosco, arma con cui – prima di commettere l’omicidio per cui è in carcere – aveva anche rapinato un’altra persona puntandoglielo addosso, al volto, mentre era in macchina prima di scappare con circa 40 euro.

L’inchiesta

La procura di Como ha chiuso le indagini a carico di Luca De Bonis, 34 anni di Appiano Gentile, accusato di aver ucciso l’amico Manuel Millefanti (43 anni) al termine di una serata di alcol ed eccessi che avevano trascorso insieme nella casa di Millefanti ad Oltrona San Mamette. Fatto di sangue che risale alla prime ore della mattina del 22 gennaio di quest’anno. La vittima, prima di morire, in una drammatica telefonata rimasta ora nelle carte dell’indagine, era riuscita anche ad avvisare la madre di essere stato pugnalato al cuore fornendo anche in parte il nome dell’aggressore.

Le indagini del Nucleo Investigativo di Como e dei carabinieri della stazione di Appiano Gentile erano state velocissime e già in tarda mattinata in sospettato – intercettato in strada poco distante – era stato portato in caserma per essere interrogato. Da allora (aveva confessato e fatto anche recuperare l’arma) si trova detenuto in carcere accusato di omicidio. Ma, come detto, la Procura di Como – in un fascicolo che è stato seguito in questi mesi dal pubblico ministero Antonio Nalesso – non contesta a De Bonis solo l’omicidio ma anche due rapine precedenti che hanno poi giocato un ruolo nel risalire a lui. La prima era avvenuta ai danni di una ragazza che l’indagato conosceva e che viveva in una tenda nel bosco tra Oltrona San Mamette e Appiano Gentile. L’uomo l’aveva tirata fuori dalla tenda con la forza strappandole il coltello che la donna aveva brandito per difendersi, la stessa arma poi usata per l’omicidio di Millefanti. De Bonis - secondo l’accusa - aveva infatti rapinato la ragazza di quel coltello, portandole via anche uno zaino e uno scaldacollo. E con quell’arma e con lo stesso scaldacollo per proteggersi il volto, il sospettato aveva poi avvicinato e rapinato un automobilista che sostava poco distante, costringendolo a consegnare una somma che era stata quantificata in circa 40 euro.

I precedenti

Fatti avvenuti tutti nella stessa settimana che poi si concluse poi con l’omicidio dell’amico nella casa di Oltrona San Mamette. Dopo il delitto, tra l’altro, la ragazza vittima della prima rapina aveva riferito del coltello che le era stato rapinato da De Bonis, spiegando anche come fosse fatto, descrivendo pure la custodia che ne ricopriva la lama, protezione che i carabinieri avevano rinvenuto dentro l’abitazione della vittima.

La difesa, che è nelle mani dell’avvocato Fabrizio Natalizi, avrà ora tre settimane di tempo per valutare come muoversi prima che la palla passi di nuovo alla procura. De Bonis, nel corso dell’interrogatorio successivo all’arresto, aveva riferito di essersi sentito minacciato e di aver dunque agito per difendersi dall’amico che l’aveva spintonato e schiaffeggiato.

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