Il Lario si apra al turismo slow

Kiki Deere, giornalista di viaggio di “The Telegraph”: «Meta top del glamour, ma per incentivare soggiorni più lunghi occorre abbassare i prezzi e allungare la stagione»

Non solo le “celebrities”, per fortuna, orientano i turisti verso il lago di Como. Ci sono anche giornalisti di viaggio che riescono a spostare numeri significativi di persone, perché scrivono su testate di prima grandezza, andando oltre la superficie dei post di Instagram. Kiki Deere è autrice, tra le altre cose, di una guida al lago di Como scaricabile dal sito di “The Daily Telegraph”, uno dei maggiori quotidiani inglesi. Recentemente anche il “National Geographic” le ha affidato “a seasonal guide to Lake Como”, ovvero una vademecum per scoprire il Lario d’estate. Ma lei è convinta che il nostro lago meriti di essere visitato tutto l’anno e con un approccio slow, che spinga a rimanerci di più e ad assaporarne gli angoli nascosti. Anche in questo ha dato il suo contributo, inserendo nel libro “La storia del mondo in 500 camminate d’autore” (edito in Italia da Rizzoli) la Lake Como Poetry Way e Bellano sulle orme di Vitali.

“Qui una volta venivano tanti inglesi” dice Annie Girardot in una scena del film “Rocco e i suoi fratelli” di Luchino Visconti davanti all’hotel Grande Bretagne di Bellagio, oggi in fase di ristrutturazione. C’è un legame storico particolare tra i turisti britannici e il lago di Como?

La zona degli “Italian Lakes”, come la chiamano gli inglesi, è diventata una meta ambita dai tempi del Grand Tour. I viaggiatori britannici rimasero affascinati dai panorami mediterranei di acque blu intenso, palme ondeggianti, piccoli borghi di pescatori e bellissimi giardini - uno spettacolo impressionante in primavera, quando si infiammano in un tripudio di colori, con piante esotiche che cadono verso la riva.

Dopo Expo 2015 il turismo sul lago è tornato ad essere massivo. Però, mentre sue illustre connazionali del passato, come Mary Shelley e Marianne Colston, si fermarono per 2 mesi e più, oggi il turista medio vi passa due giorni.

Si può fare qualcosa per raccontare il Lario in modo da prolungare la permanenza di chi lo visita?

Viviamo in una società in cui si cerca sempre di fare il più possibile nel minor tempo e, quando si tratta di viaggiare, si finisce per visitare più mete possibili spesso solo per il gusto di poter dire di averle viste. Detto ciò, credo che le cose stiano iniziando a cambiare. Il turismo lento sembra voler ritornare e le persone sono sempre più alla ricerca di scoperte. I turisti incominciano a voler staccare e riconnettersi viaggiando slow per creare impressioni più durature. Credo che il fatto di non essere confinati a una stagione lacustre così limitata (Pasqua-ottobre) contribuirebbe a promuovere soggiorni più lunghi. Il periodo della bassa stagione è sempre più corto; i prezzi ormai sono elevati durante quasi tutto il tempo di apertura, rendendo difficile pianificare soggiorni lunghi.

Diversi operatori del settore stanno facendo uno sforzo per destagionalizzare il turismo, ma con esiti ancora incerti.

Lei può incoraggiarli confermando che il lago di Como è attrattivo in tutte le stagioni?

Sono la prima a dire che il lago di Como ha un suo charm in ogni stagione dell’anno. Anche in una giornata di pioggia emana un fascino tutto suo, con le cime delle montagne avvolte dalla nebbia e le acque grigio perla che lambiscono le rive. Mi ha entusiasmato sapere che quest’anno alcuni hotel resteranno aperti più a lungo: Villa d’Este, per celebrare il suo 150° anniversario, ma anche boutique hotel più piccoli come il nuovo Passalacqua a Moltrasio. Credo che la tendenza stia lentamente cambiando: gli albergatori cominciano a rendersi conto che il lago attrae sia d’inverno che d’estate. La maggior parte dei turisti non si lascia sicuramente scoraggiare da qualche giorno di maltempo - di certo non gli inglesi! Penso che da qui a una decina di anni non ci sarà più una stagione così definita.

Il lago di Como resta meta esclusiva di un turismo di lusso che ruota attorno ai grandi alberghi o a suo avviso il fenomeno delle case vacanza ha favorito un’ampliamento delle “fasce di utenza”?

Il lago di Como è sicuramente considerato una meta glamour ed esclusiva, attirando turisti soprattutto nei grandi alberghi di lusso che sono sempre più numerosi. Ciò detto, le case vacanza sono sempre più richieste - ma con prezzi da lago di Como. Credo che al giorno d’oggi si debba scavare sempre di più per trovare case vacanza a buon prezzo nei luoghi più conosciuti del lago. La cosa migliore è allontanarsi dalla folla, dirigendosi verso la sponda settentrionale del lago, più tranquilla, o verso il ramo di Lecco, che non attira così tanti turisti.

Qualche villaggio più selvatico e storicamente meno battuto dai turisti si trova anche sulla sponda orientale del ramo comasco: per esempio Nesso con il suo orrido, che lei ha segnalato sul “Daily Telegraph”. Oppure Lezzeno, Pognana o i borghi collinari di Faggeto. Pensa che queste realtà più “rurali” abbiano prospettive di crescita in termini turistici?

Assolutamente sì. Oggigiorno si cercano mete più tranquille, lontane dalla folla, e luoghi così al lago di Como ce ne sono molti. Forse con lo slow travel, queste mete nel futuro verranno favorite da turisti che avranno più tempo a disposizione per scoprirle. Ho pernottato recentemente a Pognana Lario e sono rimasta sorpresa da quanto il piccolo borgo sia cambiato dall’ultima volta che l’ho visitato: ora ci sono una nuova galleria d’arte e un bellissimo cinema scavato nella roccia. Sono progetti creativi come questi che cambiano il volto di una destinazione.

Nelle sue guide al lago di Como, e nel libro “La storia del mondo in 500 camminate d’autore”, ha caldeggiato anche esperienze di scoperta lenta del territorio, percorrendo a piedi la Greenway o la Lake Como Poetry Way. Quanto sono importanti i cammini per raccontare i territori?

Sicuramente molto importanti, soprattutto ora che i turisti sono sempre più alla ricerca di attività wellness all’aria aperta. I cammini che tracciano luoghi storici e culturali danno un’altra dimensione alla destinazione, facendo conoscere la lunga e ricca storia del lago che, a tutt’oggi, rimane per lo più oscurata dall’immagine di glamour e celebrità per i quali il lago di Como è conosciuto nel mondo.

Nei suoi articoli ha consigliato anche alcuni festival musicali lariani, come il LacMus. La musica può essere un attrattore internazionale per un lago dove hanno soggiornato tanti grandi compositori?

Sicuramente sì. Molte ville che ora sono state trasformate in alberghi di lusso erano un tempo residenze private di grandi compositori e artisti. Il Mandarin Oriental, per esempio, era la dimora della soprano Giuditta Pasta, mentre Vincenzo Bellini risiedeva sulla riva opposta nella villa che oggi è il Passalacqua. I turisti che soggiornano in questi alberghi imparano poco a poco a scoprire il patrimonio musicale del lago, ma purtroppo questa è solo una piccolissima percentuale. Il pianista Alessandro Martire è un esempio di una persona che sta cercando di esaltare e far conoscere il patrimonio musicale del Lario attraverso il suo Floating Moving Concert, in cui si esibisce su una piattaforma galleggiante.

Il suo legame personale con il lago di Como quando è cominciato e come è cresciuto nel tempo?

Sono cresciuta a Torino (mia madre è italiana) dunque il nord Italia è casa per me. Il mio legame con la zona che gli inglesi chiamano “Italian Lakes” è cominciato quando ero piccola. Mia zia è del lago d’Orta ed i miei zii si sono sposati nella bellissima Orta San Giulio. I paesaggi mozzafiato di quel piccolo lago sono un ricordo indelebile della mia infanzia. In quanto al lago di Como, l’ho visitato per la prima volta anni fa quando stavo aggiornando una guida per la casa editrice Rough Guides, edita in Italia dalla Feltrinelli. Da allora sono tornata innumerevoli volte. Scrivo spesso articoli sul lago di Como e recensisco molti hotel in zona per la testata inglese “The Daily Telegraph”.

Quali sono i luoghi del lago di Como dove ama di più ritornare?

La cosa bella del mio lavoro è che scrivo spesso su nuove aperture alberghiere e attrazioni turistiche che mi permette di scoprire sempre un nuovo angolo del lago. Monica Neroni, della Camera di Commercio di Como, è sempre stata un punto di riferimento - mi fa spesso conoscere nuovi luoghi sul lago ed è grazie a lei che ho scoperto così tanti posti affascinanti, da luoghi più conosciuti come Cernobbio a mete meno battute come Domaso.
Pietro Berra

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