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Domenica 14 Gennaio 2024
Puccini cento, nessun dorma!
In occasione del centenario della morte del grande compositore, un numero monografico de “L’Ordine” che ne ricorda anche gli importanti legami con il territorio lombardo e ticinese, illustro con i bellissimi manifesti di Leopoldo Metlicovitz
Certamente la regione di Giacomo Puccini (1858-1924) è la Toscana, dove nacque a Lucca nella casa che oggi è un museo, e il lago della sua vita fu quello di Massaciuccoli, dove la villa che comprò una volta conquistata la fama è anch’essa uno spazio museale e ne conserva le spoglie. Però come pochi altri musicisti - forse solo Verdi - ha rappresentato l’opera italiana nel mondo e ancora la rappresenta . Con il maestro di Busseto è anche il più “vivo” su Spotify: due milioni e rotti di ascoltatori mensili a testa, più di Vasco Rossi.
Puccini fu molto legato pure alle terre di frontiera fra la Lombardia e il Canton Ticino: a Milano studiò al Conservatorio e incontrò i due editori musicali decisivi per la sua carriera, la cernobbiese Giovannina Strazza e Giulio Ricordi; a Lecco, rione Maggianico, cementò le prime decisive collaborazione in casa del suo maestro Amilcare Ponchielli; a Caprino Bergamasco frequentò la casa del grande librettista lariano Antonio Ghislanzoni; tra Vacallo, dove soggiornò diverse estati, e Villa d’Este di Cernobbio, dove Ricordi aveva affittato un piano del padiglione Regina d’Inghilterra, nacque la “Manon Lescaut”; a Como diede una “Scossa elettrica”, la marcetta composta per il centenario della pila di Volta (1899) su incarico del Comitato dei Telegrafisti; a Magreglio, ospite del medico e assessore milanese Torquato Sironi, coltivava la passione per le amicizie e la natura; a Ponte Lambro si trova la casa del cartellonista che gli fu più legato, Leopoldo Metlicovitz (1868-1894), e nella sala consiliare è esposta la collezione dei suoi manifesti, summa estetica della Belle Époque, compresi quelli che realizzò per varie opere pucciniane, dalla “Tosca” a “Madama Butterfly”, da “Suor Angelica” a “Turandot”. Abbiamo attinto a questi ultimi per illustrare la copertina e quasi tutte le pagine interne, con l’intento di dare una prima sottolineatura anche agli ottant’anni dalla scomparsa dell’artista, nato triestino e morto brianzolo.
Insomma, nel centenario della sua dipartita terrena, Puccini merita più che mai di essere celebrato e conosciuto da tutti, anche attraverso questo numero monografico de “L’Ordine”. Di fronte al suo lascito culturale, «nessun dorma»!
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