Puccini cento, nessun dorma!

In occasione del centenario della morte del grande compositore, un numero monografico de “L’Ordine” che ne ricorda anche gli importanti legami con il territorio lombardo e ticinese, illustro con i bellissimi manifesti di Leopoldo Metlicovitz

Certamente la regione di Giacomo Puccini (1858-1924) è la Toscana, dove nacque a Lucca nella casa che oggi è un museo, e il lago della sua vita fu quello di Massaciuccoli, dove la villa che comprò una volta conquistata la fama è anch’essa uno spazio museale e ne conserva le spoglie. Però come pochi altri musicisti - forse solo Verdi - ha rappresentato l’opera italiana nel mondo e ancora la rappresenta . Con il maestro di Busseto è anche il più “vivo” su Spotify: due milioni e rotti di ascoltatori mensili a testa, più di Vasco Rossi.

Puccini fu molto legato pure alle terre di frontiera fra la Lombardia e il Canton Ticino: a Milano studiò al Conservatorio e incontrò i due editori musicali decisivi per la sua carriera, la cernobbiese Giovannina Strazza e Giulio Ricordi; a Lecco, rione Maggianico, cementò le prime decisive collaborazione in casa del suo maestro Amilcare Ponchielli; a Caprino Bergamasco frequentò la casa del grande librettista lariano Antonio Ghislanzoni; tra Vacallo, dove soggiornò diverse estati, e Villa d’Este di Cernobbio, dove Ricordi aveva affittato un piano del padiglione Regina d’Inghilterra, nacque la “Manon Lescaut”; a Como diede una “Scossa elettrica”, la marcetta composta per il centenario della pila di Volta (1899) su incarico del Comitato dei Telegrafisti; a Magreglio, ospite del medico e assessore milanese Torquato Sironi, coltivava la passione per le amicizie e la natura; a Ponte Lambro si trova la casa del cartellonista che gli fu più legato, Leopoldo Metlicovitz (1868-1894), e nella sala consiliare è esposta la collezione dei suoi manifesti, summa estetica della Belle Époque, compresi quelli che realizzò per varie opere pucciniane, dalla “Tosca” a “Madama Butterfly”, da “Suor Angelica” a “Turandot”. Abbiamo attinto a questi ultimi per illustrare la copertina e quasi tutte le pagine interne, con l’intento di dare una prima sottolineatura anche agli ottant’anni dalla scomparsa dell’artista, nato triestino e morto brianzolo.

Insomma, nel centenario della sua dipartita terrena, Puccini merita più che mai di essere celebrato e conosciuto da tutti, anche attraverso questo numero monografico de “L’Ordine”. Di fronte al suo lascito culturale, «nessun dorma»!

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