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Domenica 20 Aprile 2025
Una Pasqua comune per tutti i cristiani
A 1700 anni dal concilio di Nicea che stabilì le basi dell’unità dei fedeli d’Oriente e d’Occidente, papa Francesco e il patriarca Bartolomeo decisi a risolvere anche lo “scandalo” dei giorni diversi in cui le due Chiese celebrano la Resurrezione

È una Pasqua del tutto particolare quella che si celebra quest’anno, infatti la sua ricorrenza coincide nello stesso giorno - ovvero il 20 aprile 2025 - sia per la Chiesa cattolica, che segue il calendario gregoriano, sia per le chiese ortodosse d’oriente, che seguono invece il calendario giuliano. La data della Pasqua, per altro, venne decisa al Concilio ecumenico di Nicea del 325 d.C. convocato dall’imperatore Costantino per stabilire alcuni criteri che unificassero la fede cristiana tra oriente e occidente.
Non a caso a Nicea venne messo a punto e approvato il “credo” niceano che da allora ha segnato la storia della fede cristiana e resta base comune per oriente e occidente. Ancora, si stabilì durante il concilio tenutosi nella città dell’Asia minore (oggi Iznik, che si trova in Turchia) la data della Pasqua decidendo che essa sarebbe stata celebrata la domenica successiva alla prima luna piena di primavera (la Pasqua, secondo il calendario gregoriano, può essere compresa fra due date estreme: il 22 marzo e il 25 aprile). Ma non finisce qua: quest’anno, si celebrano i 1700 anni dal Concilio di Nicea, per questo il papa aveva pensato insieme al patriarca ecumenico ortodosso di Costantinopoli (Istanbul) Bartolomeo di recarsi insieme a lui nella città turca a celebrare la ricorrenza in segno di unione fra le chiese d’occidente e d’oriente e per scegliere una data comune per celebrare la resurrezione di Cristo. La visita era prevista per la fine di maggio, ma con ogni probabilità salterà a causa delle condizioni di salute di Francesco, non è detto, tuttavia, che una decisione comune non venga presa in ogni caso.
L’appello del pontefice
D’altro canto, era solo il gennaio scorso, quando il pontefice, nell’omelia della celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della conversione di san Paolo apostolo, a conclusione della 58ª Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani sul tema “Credi tu questo?”, alla presenza dei rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma, aveva rivolto un importante appello all’unità fra tutti i cristiani che riguardava anche la questione della data della pasqua.
«Provvidenzialmente, quest’anno - aveva affermato Bergoglio nell’occasione - la Pasqua sarà celebrata nello stesso giorno nei calendari gregoriano e giuliano, proprio durante questo anniversario ecumenico (il concilio di Nicea, ndr). Rinnovo il mio appello affinché questa coincidenza serva da richiamo a tutti i cristiani a compiere un passo decisivo verso l’unità, intorno a una data comune, una data per la Pasqua; e la Chiesa Cattolica è disposta ad accettare la data che tutti vogliono fare: una data dell’unità». Una disponibilità importante quella data dal papa, che segnava l’apertura a trovare una soluzione comune, praticamente senza porre alcuna pre-condizione di carattere teologico, da parte della più importante chiesa cristiana a livello globale.
Via libera da Costantinopoli
Del resto anche Bartolomeo si era dichiarato ottimista, giusto un anno fa, nel prevedere la possibilità di un accordo con la Chiesa di Roma. «Siamo ottimisti perché c’è buona volontà e disponibilità da entrambe le parti, poiché la celebrazione separata dell’evento unico dell’unica risurrezione dell’unico Signore è uno scandalo», disse il patriarca durante una liturgia celebrata a Istanbul.
Non va poi dimenticato che il tema era già presente nella bolla d’indizione del Giubileo della speranza del maggio 2024, (dal titolo: “Spese non confundit”), nella quale ancora Francesco affermava: «Al Concilio di Nicea si trattò anche della datazione della Pasqua. A tale riguardo, vi sono ancora oggi posizioni differenti, che impediscono di celebrare nello stesso giorno l’evento fondante della fede. Per una provvidenziale circostanza, ciò avverrà proprio nell’Anno 2025. Possa essere questo un appello per tutti i cristiani d’Oriente e d’Occidente a compiere un passo deciso verso l’unità intorno a una data comune per la Pasqua. Molti, è bene ricordarlo, non hanno più cognizione delle diatribe del passato e non comprendono come possano sussistere divisioni a tale proposito».
Bisogna poi risalire al settembre scorso, quando Francesco ricevette in udienza il gruppo “Pasqua together 2025”, composto da associazioni e movimenti appartenenti a diverse confessioni cristiane, per avere un ulteriore approfondimento dell’idea di Francesco alla base della celebrazione comune. «Mi congratulo con voi e vi incoraggio a continuare, in particolare perché ciò esprime il desiderio di non lasciar passare invano l’importante occasione che il 2025 ci offre. L’anno prossimo, infatti - che per la Chiesa Cattolica sarà Giubileo ordinario -, la celebrazione della Pasqua, a motivo della coincidenza dei calendari, sarà comune per tutti i cristiani. È un segno importante, a cui si aggiunge la ricorrenza dei 1700 anni dalla celebrazione del primo Concilio Ecumenico, quello di Nicea, che, oltre a promulgare il Simbolo della fede, trattò anche il tema della data della Pasqua, a causa delle differenti tradizioni esistenti già a quel tempo».
In effetti osservò ancora Bergoglio nel corso dell’udienza, «in più di un’occasione mi è stato rivolto l’appello a cercare una soluzione a tale questione, affinché la celebrazione comune del giorno della Risurrezione non sia più un’eccezione, ma diventi la normalità. Incoraggio pertanto chi si sta impegnando in questo cammino a perseverare, e a fare ogni sforzo nella ricerca di una comunione possibile, evitando tutto ciò che può invece portare a ulteriori divisioni tra i fratelli». «Soprattutto, però - aggiunse a questo punto il pontefice argentino - mi preme affidare a tutti un pensiero, che ci rimanda al cuore della tematica: la Pasqua non accade per nostra iniziativa o per un calendario o un altro: l’evento Pasquale è avvenuto perché Dio “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna”. Non dimentichiamo il primato di Dio, il suo “primerear”, il suo aver fatto il primo passo. Non chiudiamoci nei nostri schemi, nei nostri progetti, nei nostri calendari, nella “nostra” Pasqua. La Pasqua è di Cristo! E a noi fa bene chiedere la grazia di essere sempre più suoi discepoli, lasciando che sia lui a indicarci il cammino da seguire e accettando con umiltà l’invito, fatto un giorno già a Pietro, a metterci sulle sue orme, e a non pensare secondo gli uomini, ma secondo Dio».
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