In Italia il 20% degli adulti è fumatore. Secondo l’esperto sono «ancora troppi»

L’intervista L’abitudine al fumo rappresenta ancora oggi in tutto il mondo uno dei più grandi problemi di sanità pubblica

L’abitudine al fumo rappresenta in tutto il mondo uno dei più grandi problemi di sanità pubblica ed è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di diverse patologie. Nonostante questo, però, sono ancora in molti a fumare. Ne abbiamo parlato con Claudio Sorino, pneumologo dell’Ospedale Sant’Anna e presidente dell’associazione italiana per la prevenzione, diagnosi e cura delle affezioni respiratorie (”Predicare”).

Dottore i dati ci dicono che sono molte le persone che fumano?

Sì, nonostante i crescenti sforzi per combattere il fumo, ci sono ancora molte persone che fumano sigarette tradizionali. Alcuni Paesi hanno registrato una riduzione significativa del numero di fumatori, ad esempio in Gran Bretagna, Usa, Canada e Australia nell’ultimo decennio i fumatori sono scesi anche a meno del 15% della popolazione.

E in Italia?

Anche in Italia, secondo i dati più recenti dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), il numero di fumatori di sigarette tradizionali è in costante calo, sebbene sia ancora oltre il 20% degli adulti. Questa riduzione è in parte dovuta a campagne anti-fumo, regolamenti più rigidi e maggiore consapevolezza sui rischi.

Quali sono le principali conseguenze delle sigarette tradizionali?

Le sigarette tradizionali sono associate a una vasta gamma di effetti negativi per la salute. Il fumo di tabacco è tra le principali cause di vari tipi di cancro, ad esempio ai polmoni, bocca, gola, esofago, vescica, reni, fegato, pancreas. Il fumo danneggia in vario modo le vie aeree, favorendo eventi infiammatori acuti e lo sviluppo di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), enfisema, fibrosi polmonare. Fumare espone anche al rischio di malattie cardiovascolari come infarto e ictus, aumenta la pressione arteriosa e contribuisce all’indurimento delle arterie (aterosclerosi) e alla formazione di placche al loro interno, con complicanze che vanno dall’insufficienza vascolare periferica alla disfunzione erettile.

Fa male in gravidanza? È vero che danneggia la pelle?

Il fumo in gravidanza aumenta il rischio di aborto spontaneo, nascita prematura, basso peso alla nascita e difetti congeniti nel feto. Può anche influenzare negativamente la salute del bambino dopo la nascita. Il fumo danneggia la pelle causando invecchiamento precoce, rughe, macchie scure e perdita di elasticità. Ha effetti pure su diversi organi interni, aumentando il rischio di malattie come la cirrosi epatica, l’insufficienza renale e il diabete. Questi sono solo alcuni dei principali effetti dannosi che sottolineano l’importanza di evitare completamente l’uso del tabacco. E’ preferibile non iniziare, ma abbandonare le sigarette è utile a qualsiasi età, anche dopo molti anni di fumo.

Tra i giovani sembrano essere sempre più diffuse le sigarette elettroniche e altri dispositivi?

Negli ultimi anni c’è stato un aumento significativo dell’uso di prodotti “alternativi” tra giovani e adolescenti, per la loro semplicità d’uso, design accattivanti, ampia disponibilità di sapori, possibilità di facile acquisto online. Una popolarità alimentata da pubblicità sui social media, sponsorizzazioni di eventi, coinvolgimento di influencer. Secondo dati dei Centers for Diseases Control and Prevention (Cdc) del 2019, il 20.8% degli studenti delle scuole superiori ha dichiarato di aver usato sigarette elettroniche nei 30 giorni precedenti, valori molto simili a quanto registrato dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2022 tra studenti italiani con età tra 15 e 17 anni.

Sulle sigarette tradizionali oggi si sa molto, ma sui danni di questi nuovi dispositivi ?

Innanzitutto è bene distinguere le sigarette elettroniche vere e proprie (e-cig) dai prodotti a tabacco riscaldato (Htp dall’inglese Heated Tobacco Products). Le prime contengono in genere un liquido con glicole propilenico, glicerina, aromatizzanti e, in molti casi, nicotina. Un atomizzatore trasforma questo liquido nel vapore che viene inalato. Gli Htp sono dispositivi elettronici che scaldano il tabacco a circa 300° anziché bruciarlo a oltre 800° come nelle sigarette tradizionali. Si produce così un aerosol che si può definire fumo a tutti gli effetti e che contiene black carbon con plurime sostanze in grado di provocare tumori.

Nessuno di questi è esente da rischi?

Le e-cig sono i prodotti che rilasciano meno sostanze nocive ma non possiamo affermare che siano innocue. È dimostrato che liberano metalli pesanti come nikel e piombo, formaldeide (cancerogena) e composti organici volatili che possono irritare le vie aeree di persone con spiccata reattività bronchiale, come gli asmatici. Rispetto alle sigarette classiche, si parla dunque di riduzione del danno, non eliminazione. E da tale danno andrebbero protetti proprio i più giovani, in cui l’apparato respiratorio è ancora in fase di sviluppo. Infine, pur esistendo sigarette elettroniche con o senza nicotina, la maggior parte dei consumatori sceglie prodotti che la contengono. È emerso però che i sali di nicotina delle e-cig sono in grado di indurre a livello cerebrale una dipendenza fino 4 volte maggiore rispetto alle sigarette tradizionali, oltre ai noti effetti dannosi sull’apparato cardiovascolare.

Quali i divieti?

In Italia è vietato vendere sigarette elettroniche con nicotina ai minori di 18 anni ed utilizzarle all’interno delle scuole, così come nei luoghi di lavoro al chiuso, nei mezzi di trasporto pubblico, negli ospedali. In bar, pub e ristoranti la scelta è lasciata agli esercenti. Al di là dei divieti, è fondamentale promuovere sin dall’età scolare la cultura della salute e della libertà, che la dipendenza da nicotina può seriamente minare.

Rispetto al passato si sente parlare meno di fumo passivo, cosa ci può dire?

Il fumo passivo è stato associato all’aumento di patologie respiratorie, cardiache e tumorali. Per fortuna i tempi in cui si fumava al cinema, negli uffici, al ristorante sono solo un lontano ricordo. Il grande merito va alla legge Sirchia di oltre 20 anni fa, che sanciva il diritto di non essere esposti al fumo passivo, vietando di fumare nei luoghi pubblici. Alcuni studi suggeriscono che le sostanze tossiche del fumo passivo possono raggiungere diversi metri di distanza, per questo stanno aumentando le iniziative volte a vietare le sigarette anche in luoghi aperti.

Come smettere di fumare quando la buona volontà non basta?

La motivazione personale è fondamentale, ma la volontà può essere insufficiente perché la nicotina è una droga che causa una forte dipendenza. Da tempo esistono terapie sostitutive che forniscono all’organismo nicotina per vie differenti dal fumo, la cui dose va gradualmente ridotta, per alleviare i sintomi da astinenza. Disponiamo anche di farmaci specifici che agiscono occupando i recettori nicotinici e mimando parzialmente l’azione della nicotina. I tassi di cessazione maggiori si ottengono combinando queste terapie al counseling e al supporto comportamentale da parte di appositi professionisti.

Le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare?

Alcune evidenze suggeriscono che le e-cig con nicotina aumentano i tassi di abbandono rispetto ai prodotti senza nicotina o alla classica terapia sostitutiva. Allo stesso modo è stato osservato che l’aggiunta di e-cig con nicotina al counseling per smettere di fumare porta a una maggiore astinenza dal fumo. Una parte di coloro che ricorrono alle sigarette elettroniche per smettere di fumare però diventa fumatore “duale” (ovvero usa sia e-cig che sigarette tradizionali), mentre altri continuano a usare e-cig a lungo termine. Ingiustificato l’uso dilagante di sigarette elettroniche tra giovani non precedentemente fumatori.

Cosa si sente di dire ai nostri lettori?

Il fumo resta la più grande causa prevenibile di malattie e morte al mondo. Invito ciascuno a meditare su questo, cercare informazioni indipendenti e non esitare a rivolgersi ai sanitari. Il 31 maggio ricorre la giornata mondiale senza tabacco, organizzata dall’Oms. Quest’anno i messaggi principali saranno rivolti proprio ai giovani di tutto il mondo, che vanno protetti dalle tattiche predatorie di marketing a loro rivolte dall’industria per ottenere profitti duraturi attraverso un’epidemia di dipendenza da nicotina.

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