Dagli eritemi ai tumori, quando la tintarella
rappresenta un pericolo?

In riva al mare L’arrossamento è l’effetto immediato, ma dietro possono celarsi anche mutazioni genetiche: «Ecco perché occorre ripararsi e utilizzare una crema»

Attenzione al sole, l’effetto immediato è l’eritema, ma dentro alle cellule, nel tempo, per colpa dei raggi si accumulano danni e mutazioni. L’eritema è il comune arrossamento della pelle dato dall’esposizione al sole.

La soluzione migliore è prevenire il problema

«Si tratta di una lesione elementare della cute – spiega Marta Valsecchi, specialista in dermatologia e venerologia di Synlab di Como –. Secondo le diverse cause e la loro eziologia possiamo classificare i tipi di eritemi. Ma restando al sole la cosa migliore direi che è prevenire il problema. Dunque evitare l’esposizione della pelle soprattutto nelle ore centrali della giornata. Con uno schermo fisico se necessario, quindi maglietta, cappello e occhiali da sole. Di sicuro un filtro idratante ad alta protezione contro i raggi uva e uvb. Ovvero la crema solare, consigliata la protezione “più 50”», il massimo grado in commercio. Fino a poco tempo fa esistevano protezioni anche oltre il 50, fino a 90, 100. Poi le varie aziende hanno ridotto la scala massima. Oltre una certa quota le creme non riescono a proteggere la nostra pelle dal sole.

«Tanto più che molte persone hanno una pelle iper reattiva – aggiunge la dottoressa Valsecchi –, molto chiara, bianco latte. Pur prendendo le adeguate protezioni questi soggetti si scottano comunque. È un fatto naturale, familiare. Dipende dalla melanina che i nostri genitori o pro genitori ci hanno trasmesso, dato in eredità. È genetica: meno melanina uguale meno protezione. A queste persone possiamo consigliare l’uso di integratori, con radicali liberi, vitamine e anti ossidanti naturali che aiutano la pelle a difendersi».

Guardando all’età invece chi è più a rischio? «Ovviamente i bambini – spiega sempre l’esperta –, sicuramente sotto ai tre anni è proprio indicato non esporli affatto alla luce diretta. Non in pieno giorno e mai senza la maglietta e di nuovo il cappellino e gli occhiali da sole. Avendo cura di usare più volte e in dosi generose una crema protettiva più 50. Gli anziani invece non sono soggetti particolarmente deboli per quanto riguarda eritemi e scottature. Devono piuttosto stare attenti a non disidratarsi. Per loro la protezione solare è comunque vivamente consigliata perché hanno un rischio più elevato di sviluppare dei tumori alla pelle ed altre patologie correlate. Quanto all’età di mezzo, i giovani e gli adulti sappiano che non sono immuni da questo tipo di problemi».

Non solo melanomi

«L’eritema è l’effetto visibile, acuto e immediato. Ma a un livello più nascosto, in particolare dentro delle cellule, si possono sviluppare delle mutazioni generate dai radicali liberi e dalle radiazioni solari. È come se questi effetti venissero tenuti in memoria dalle cellule della pelle. Sono lesioni che si sommano a quelle precedenti, anno dopo anno, scottatura dopo scottatura. Ciò che può insorgere non si vede, non subito almeno. Ma perfino il Dna subisce un danno e a furia di accumularsi queste lesioni si tramutano in altro. Per esempio in tumori della pelle. I melanomi sono i più noti e temibili, ma esistono molte altre forme tumorali. Per esempio il carcinoma basocellulare che è direttamente causato dalle successive modifiche create dai danni del sole al Dna delle cellule basali nello strato più esterno della cute». Tutti buoni motivi per proteggersi dalle radiazioni ultraviolette.

© RIPRODUZIONE RISERVATA