Muscoli, legamenti, ossa e articolazioni: quando serve un plantare

Tecnologia Prevenzione e cura di molte patologie muscolo scheletriche passano dall’utilizzo di ortesi. Dietro la loro produzione un team multidisciplinare

La prevenzione e la cura di numerose patologie dell’apparato muscolo-scheletrico passano anche attraverso l’utilizzo di ortesi plantari su misura e altri dispositivi medici. Fondamentale però rivolgersi a centri specializzati che possano realizzare o individuare la soluzione più idonea a seconda della problematica e del singolo paziente.

«Sono diverse le tipologie di persone che si rivolgono a noi – spiega Enzo Laino, fondatore e Ceo di Ortholab Como, in via Garibaldi – seguiamo sia adulti che bambini che necessitano di dispositivi specifici, sia in termini di cura che di prevenzione, ma anche sportivi che hanno bisogno di soluzioni idonee al tipo di disciplina praticata. Oggi non tutti ancora sanno, ad esempio, che le persone che utilizzano un plantare e che praticano anche attività sportiva, devono avere uno specifico plantare per la vita di tutti i giorni e uno, invece, per l’attività fisica».

Il tecnico ortopedico è così quella figura che, spesso in collaborazione con ortopedici, chirurghi, fisioterapisti, chiropratici e altri professionisti della salute, va a studiare la soluzione più idonea. «Parlando di plantari – aggiunge Giulia Laino, tecnico ortopedico – oggi questi vengono realizzati per la cura, il rallentamento o la prevenzione di diverse problematiche ortopediche. Tra le più frequenti c’è senza dubbio l’alluce valgo». Si tratta di una deformazione del piede che spesso provoca dolore quando si indossano le scarpe o si cammina, colpisce principalmente le donne, ma può interessare anche gli uomini. Si stima che in Italia circa il 40% della popolazione femminile ne sia soggetta.

Il trattamento chirurgico di questa malformazione è generalmente destinato ai casi in fase avanzata o comunque per eccessivo dolore o motivi estetici. Nella maggior parte delle situazioni, invece, il trattamento è di tipo conservativo. La richiesta di un dispositivo ortopedico generalmente è indicata anche a seguito di intervento, in quanto, è spesso necessario comunque correggere l’appoggio del piede causa della malformazione stessa. «Le cause di questa malformazione sono diverse – precisa Enzo Laino – e tra queste l’uso di calzature non idonee, una familiarità e cause anatomiche che comportano un errato appoggio del piede, come il piede pronato. Chiaro quindi che l’utilizzo di scarpe idonee, ma anche di un plantare che vada a ripristinare un corretto appoggio del piede, sono elementi fondamentali. Oggi possiamo contare su calzature ortopediche dal design innovativo che possono soddisfare i clienti anche dal punto di vista estetico e non solo funzionale».

Come sottolineano gli esperti di Ortholab Como le persone arrivano al centro ortopedico inviati da un medico ma anche in autonomia. Si tratta di donne che hanno un’età variabile in quanto la problematica si può manifestare anche in epoca giovanile, anche se, la maggior parte delle pazienti ha un’età compresa tra i 45 e i 65 anni.

Fondamentale un’attenta anamnesi anche quando ci si rivolge a un centro ortopedico. «La realizzazione del plantare – precisa Aurora Laino, tecnico ortopedico – prevede un’attenta fase di studio. Grazie a una particolare pedana viene eseguita l’analisi del passo sia in fase dinamica che statica, mentre uno scanner 3D registra tutte le informazioni necessarie per la progettazione digitale del plantare su misura, questi dati vengono trasmessi a una fresa a combinazione numerica, mentre la rifinitura dell’ortesi viene eseguita manualmente». A questo si aggiunge l’utilizzo di materiali innovativi. Sono necessari circa sette giorni per consegnare il dispositivo al cliente. Fondamentale, per la buona riuscita del trattamento, che il plantare venga utilizzato come da indicazione del tecnico ortopedico.

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