«Curare troppo la pelle? Attenzione, è una malattia»

L’intervista Un’attenzione ossessiva alla “skin care routine” e alla dermocosmesi può portare alla “dermorexia”. Il medico: «Procedure estetiche inutili sotto i 25 anni. Tra i pericoli, lo sviluppo di dermatiti allergiche da contatto»

La cura della pelle può diventare una vera e propria ossessione. La dermorexia non è semplicemente una cattiva abitudine ma è una problematica seria, sempre più diffusa, anche tra i giovanissimi, che sta allarmando gli specialisti di tutto il mondo. Abbiamo chiesto a Nicolò Rivetti, dermatologo dell’Istituto Clinico Beato Matteo di Vigevano, di aiutarci a capire meglio questo fenomeno.

Dottore cosa si intende per dermorexia?

La dermorexia, conosciuta anche come cosmeticoressia, è l’ansia di avere inestetismi cutanei visibili, brufoletti sul viso, rughe, pori dilatati o altre piccole imperfezioni cutanee e che provocano continuo disagio nella persona con questa problematica. Si tratta di una vera e propria ossessione per la cura e l’aspetto della propria pelle, incoraggiata dall’industria dermocosmetica. Stiamo parlando di una patologia che rientra nello spettro della dismorfofobia, ovvero la eccessiva ed ingiustificata preoccupazione per il proprio aspetto fisico.

Da dove nasce questo termine?

Il termine è stato introdotto dalla giornalista Jessica DeFino, che scrive su giornali come il Sunday Times, il New York Times e il Guardian, ma che è diventata nota alle cronache per la sua newsletter The Unpublishable (l’impubblicabile) nata durante la pandemia da Covid-19. Con la sua voce fuori dal coro si è senza dubbio inimicata la maggior parte dei brand beauty ma ha portato alla ribalta un argomento di grande attualità. Se si cerca, infatti, il termine “dermorexia” sui principali motori di ricerca di internet, appariranno moltissimi risultati, con centinaia di articoli pubblicati.

Ci sono delle fasce di popolazione più interessate? È solo un problema femminile?

Le donne sono sempre state più orientate alla cura maniacale della pelle rispetto agli uomini, ma negli ultimi anni l’incidenza degli uomini iperattenti alla propria skin care routine è in aumento. Se prima make-up e prodotti cosmetici erano solo ad appannaggio della popolazione femminile, negli ultimi anni sono nate moltissime linee cosmetiche anche per quella maschile, che sempre di più è attenta all’aspetto fisico e all’invecchiamento cutaneo, spesso in modo ossessivo.

Questo, quindi, ha portato a nuovi prodotti ad hoc?

Esattamente, sono nati sieri, profumi per il corpo, dopobarba, contorno occhi, correttori e anche trucchi specifici per la pelle maschile, che presenta caratteristiche diverse da quella femminile, sia per la ovvia presenza di barba e peli sia per un diverso spessore cutaneo, circa il 20% in più rispetto a quello della pelle femminile.

La dermorexia però non interessa solo gli adulti?

Le statistiche indicano che questo disturbo è sempre più diffuso anche tra i giovanissimi. I dati sono allarmanti, in quanto, sempre più ragazzi e ragazze in età puberale, dagli 11 anni in poi, sono attenti in modo patologico alla cura della propria pelle.

In cosa consistono queste pratiche scorrette?

Scrub, peeling domiciliari, sieri antirughe e trucchi sono solo alcuni dei prodotti che vengono utilizzati in modo eccessivo e, quasi sempre, non necessario. E se è in aumento l’utilizzo smodato di questi prodotti ricercando consigli su internet, lo è anche la richiesta di visite dermatologiche da parte di giovanissimi per chiedere consigli allo specialista sulla skin care routine più adatta alla propria pelle, mostrando una paura infondata di sviluppare rughe o altri inestetismi cutanei già in giovane età.

Ma quali sono i prodotti più utilizzati, in particolare dagli adolescenti e pre-adolescenti?

Creme illuminanti, dermocosmetici per pori dilatati o acne, sieri a base di acido ialuronico sono tra i prodotti più venduti nelle profumerie e nelle farmacie. Ma spesso gli appartenenti alla Generazione Z richiedono anche trattamenti dallo specialista, senza motivo. Tra le maggiori richieste ci sono punturine di vitamine, acido ialuronico e persino tossina botulinica per spianare le rughe.

Ma quando è opportuno iniziare a utilizzare prodotti per il viso?

Se da un lato è vero che ognuno di noi invecchia in maniera diversa, e non vi è un’età precisa in cui iniziare a prendersi cura in maniera più specifica della propria pelle ricorrendo alla medicina estetica, è opinione diffusamente condivisa dai dermatologi che la richiesta di procedure estetiche prima dei 24-25 anni sia del tutto infondata. Nei giovanissimi è così sufficiente una buona detersione e idratazione senza dover ricorrere a troppi prodotti, anzi usandone il meno possibile.

Per quale motivo?

Il principale rischio rappresentato dall’uso eccessivo e non necessario di cosmetici è lo sviluppo di dermatiti allergiche da contatto. L’utilizzo di troppi prodotti per la pelle fa sì che questa entri in contatto con moltissimi potenziali allergeni, quindi, più cosmetici si usano, più sostanze entrano in contatto con la pelle e maggiore è il rischio di sviluppare allergie.

Oltre alle allergie ci sono altri rischi?

Si, ad esempio la dermatite irritativa, che si differenzia da quella da contatto per l’azione diretta di un agente irritante sulla pelle. Tra le cause più frequenti di dermatite irritativa c’è l’utilizzo di peeling domiciliari utilizzati in maniera erronea o applicati su una pelle troppo giovane. Il peeling chimico, infatti, prevede l’applicazione di una sostanza acida sulla pelle con lo scopo di favorire l’esfoliazione ed il ricambio cellulare. Se viene lasciato in posa per troppo tempo o se viene applicato su una pelle troppo giovane, più sottile del 20-30% rispetto ad una pelle adulta, quindi più delicata, il rischio è di incorrere in una dermatite irritativa.

Quali sono le motivazioni che spingono queste persone a esagerare con prodotti e trattamenti? Molti puntano il dito contro i social network?

Trattandosi di un fenomeno recente si stanno ancora studiando le cause responsabili di questa ossessione. Senza dubbio però la principale motivazione della dermorexia va ricercata nella divulgazione poco “sana” esercitata dai mass media, non solo dalla televisione ma soprattutto dai social network, in particolare quelli più utilizzati dai giovanissimi. Il dito indice va puntato contro chi crea contenuti solo per avere un alto numero di visualizzazioni senza avere specifiche competenze in materia. A contribuire al fenomeno anche chi ostenta bellezze artificiali, con pelle liscia e priva di inestetismi, ricorrendo ad appositi filtri o programmi di fotoritocco che creano dei modelli di bellezza non reali e difficilmente raggiungibili.

È vero che la pandemia da Covid-19 ha favorito il fenomeno?

Il lockdown ha favorito le ricerche online in tema di cosmesi. Sono moltissimi i giovani “skinfluencer” che hanno ottenuto popolarità nel periodo della pandemia diffondendo contenuti e dispensando consigli.

Come arginare il fenomeno della dermorexia, e invertire la rotta quando ci si rende conto che l’attenzione alla propria pelle sta diventando patologica?

Sono i genitori e gli insegnanti le figure di riferimento che dovrebbero avvicinare i più giovani ad una cura sana e non ossessiva della pelle. Nei casi più severi, se ci si rende conto che un proprio familiare, specialmente se giovanissimo, possa soffrire di dermorexia, può essere utile ricorrere al sostegno di uno psicoterapeuta che, con specifici percorsi cognitivo-comportamentali, potrà aiutare il paziente ad utilizzare in maniera sana e fisiologica l’utilizzo dei soli cosmetici necessari.

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