Salute & Benessere / Como città
Mercoledì 15 Marzo 2023
Dialisi, i casi raddoppiano: «Serve più prevenzione»
L’approfondimento L’insufficienza renale cronica deve essere considerata come malattia in crescita e di grande impatto sociale. Il nefrologo: «Tra le cause l’allungamento della vita e una riduzione della cosiddetta mortalità competitiva»
Negli ultimi due decenni in Italia, come nel resto dell’Europa e negli Stati Uniti, il numero dei pazienti avviati alla dialisi è più che raddoppiato, e continua ad aumentare, interessando soprattutto le persone over 65 anni. E nelle classi di età inferiore non si assiste a una riduzione della problematica. Un fenomeno che ha radici lontane come spiega Gianvincenzo Melfa, responsabile dell’unità operativa complessa di Nefrologia e Dialisi di Asst Lariana.
«Alla base di questo preoccupante aumento – spiega - che è stato definito dall’Oms come una pandemia, stanno l’allungamento della vita e una riduzione della cosiddetta mortalità competitiva».
Si tratta di condizioni che consentono alle malattie renali di svilupparsi negli anni. «Non è però irrilevante – aggiunge il primario - il fatto che sovente la diagnosi è tardiva, e ciò fa sì che non si possano prendere per tempo i provvedimenti necessari e che la malattia, spesso senza sintomi evidenti, proceda indisturbata».
L’insufficienza renale cronica deve essere così considerata come malattia in crescita e di grande impatto sociale. L’attenzione nei suoi confronti è aumentata dopo la dimostrazione che un’insufficienza renale, anche lieve, accresce sensibilmente il rischio di morbilità e mortalità cardiovascolare e che, per contro, prevenzione e trattamenti precoci sono molto efficaci.
La funzione dei reni
«È auspicabile – dice ancora - avviare con prontezza e determinazione un programma di prevenzione e di trattamento precoce delle nefropatie, settore al quale sino ad ora non si è prestata sufficiente attenzione».
I reni svolgono funzioni importanti e complesse. Eliminano le scorie del metabolismo, come ad esempio quelle azotate, numerosi farmaci e loro prodotti di degradazione, moltissime sostanze introdotte nell’organismo. Mantengono in perfetto equilibrio, nel nostro organismo, il patrimonio di acqua, sali, acidi, bicarbonati e altre sostanze, eliminando ciò che è in eccesso e adattando l’eliminazione anche a condizioni di carenza. «Se non si beve e si suda molto – precisa - il rene elimina pochissima acqua producendo urine concentrate, mentre, al contrario, quando introduciamo molti liquidi, l’acqua in eccesso viene prontamente eliminata con urine diluite. Sodio, potassio, calcio, fosforo, cloro, magnesio sono i più importanti tra i numerosi elementi il cui bilancio è regolato dal rene e la cui normalità è essenziale per la vita e la salute».
I reni producono anche alcuni ormoni come l’eritropoietina, che stimola la formazione di globuli rossi da parte del midollo, la renina e le prostaglandine, che intervengono nella regolazione della pressione arteriosa. Producono la forma attiva della vitamina D, fondamentale per l’assorbimento intestinale di calcio e la calcificazione dell’osso.
Sono diverse le patologie che possono insorgere a carico dei reni. «Nell’ordine – spiega Melfa - si trovano le lesioni renali secondarie all’ipertensione arteriosa e all’arteriosclerosi, e il diabete. Seguono per frequenza le glomerulonefriti, le cosiddette nefropatie interstiziali, talora infettive o secondarie ad un’ostruzione delle vie urinarie, o più spesso legate a un uso inappropriato di farmaci, le malattie renali ereditarie, tra le quali i reni policistici e le lesioni renali secondarie a malattie delle vie urinarie, frequentemente ostruttive, non raramente congenite».
Tutte le età possono essere interessate dalle malattie renali, ma in modo diverso. Nei giovani sono più frequenti le glomerulonefriti, le malattie ereditarie e quelle congenite. Negli anziani, invece, le lesioni su base vascolare e dismetabolica. Sempre negli anziani, la nefropatia più diffusa è la cosiddetta nefroangiosclerosi, malattia dei piccoli vasi arteriosi del rene, in genere collegata all’ipertensione arteriosa. Con l’aumento dei casi di diabete dell’adulto stanno diventando comuni le lesioni renali secondarie a questa malattia dismetabolica.
Otto semplici regole
I sintomi spesso si manifestano quando la malattia è già in una fase avanzata. Ecco perché la prevenzione è fondamentale sia in termini di prevenzione che di diagnosi precoce. «Come tutti gli organi vitali – dice - anche il rene esercita le sue funzioni in modo continuo e discreto nell’arco delle 24 ore e solo il venir meno della sua funzione rende consapevoli i soggetti affetti da malattie renali del ruolo rilevante che esercita per il benessere di tutto l’organismo. La consapevolezza della rilevanza della funzione renale viene percepita allorquando venga gravemente compromessa». La fondazione Italiana del Rene (Fir) suggerisce otto semplici regole per proteggere la salute dei reni: mantieniti attivo e in forma, segui una dieta sana e bilanciata, controlla i livelli di zucchero nel sangue, controlla la pressione sanguigna, non fumare, mantieni un corretto e regolare apporto di liquidi, non assumere farmaci se non su indicazioni del medico, mantieni sempre sotto controllo la funzione renale se hai uno o più fattori di rischio.
«Per quanto riguarda la diagnosi – precisa il medico - l’esame delle urine è fondamentale per identificare precocemente gran parte delle patologie renali. Ognuno degli elementi valutati in una indagine completa delle urine fornisce indicazioni sulla presenza di anomalie del filtrato prima che si instauri una insufficienza d’organo». Quest’ultima può essere identificata da un semplice prelievo ematico finalizzato a verificare gli indici di ritenzione quali urea e soprattutto creatinina, nonché l’omeostasi dei liquidi e degli elettroliti.
«Le possibilità terapeutiche in mano ai nefrologi negli ultimi trent’anni si sono decisamente arricchite – spiega - sia in termini di farmaci innovativi per le patologie immunomediate (glomerulonefriti) che per alcune patologie rare nell’ambito delle patologie genetiche, sia in termini di terapie enzimatiche sostitutive che terapie orientate a ritardarne l’evoluzione nello stadio terminale di malattia». La ricerca è in continua evoluzione e apre orizzonti sempre più interessanti per le cure eziologiche.
L’opzione del trapianto
Recentemente si sono resi disponibili farmaci per la cura delle malattie metaboliche, quali il diabete, il cui target terapeutico è proprio il rene, che hanno manifestato evidenti vantaggi sugli outcome cardiovascolari e renali, tali da far presumere che l’impiego clinico diffuso possa significativamente migliorare la sopravvivenza d’organo e di vita dei pazienti. Le terapie sostitutive dialitiche hanno beneficiato degli sviluppi tecnologici che consentono oggi di personalizzare i trattamenti, finalizzati non solo ad aumentare l’aspettativa di vita ma anche la qualità della stessa. «Non per ultimo lo sviluppo dei trapianti d’organo (rene, rene-pancreas) – conclude - che rimane l’obiettivo principale delle cure nefrologiche è diventata una pratica diffusa anche grazie alla maggior sensibilizzazione della popolazione alla donazione. Versante ulteriormente interessante in questo contesto è la donazione da vivente che consente di proporre ai pazienti candidabili trapianti pre-emptive, cioè espletati prima dei trattamenti sostitutivi dialitici».
La Giornata Mondiale delle Rene dello scorso 9 marzo è stata dedicata ai pazienti fragili. Per definizione il paziente nefropatico è un paziente fragile, esposto alle complicanze, sia per le ridotte difese immunitarie che per terapie immunosoppressive alle quali è spesso sottoposto. «L’esperienza Covid-19 – conclude Melfa - ha ulteriormente caratterizzato questa suscettibilità, manifestata dalla ridotta risposta immunitaria alla vaccinazione, comunque efficace nel contenere la gravità della malattia virale. Penso che la volontà di dedicare questa giornata a questo aspetto peculiare sia finalizzato ad una maggiore sensibilizzazione della popolazione e delle Istituzioni regolatorie in campo sanitario sulle specifiche esigenze del paziente nefropatico».
© RIPRODUZIONE RISERVATA