Maledette ferie: così la rete di supporto per gli anziani si inceppa. Ecco alcuni consigli utili per affrontare l’estate

L’approfondimento Il parere della psicologa: «La solitudine può ledereil benessere psicologicoLa depressioneè sempre in agguato»

La solitudine è un problema comune a molti anziani ed è una condizione che spesso peggiora con l’arrivo dell’estate. «Se ci si sofferma a pensare – spiega Sabina Arcellaschi, psicologa dell’invecchiamento - ci si accorge come nei mesi più caldi dell’anno vengano facilmente a mancare i servizi e la rete dei supporti, sia essa formale o informale, per le persone non più giovani».

La solitudine, come sottolinea la psicologa, porta con sé tristezza, senso di abbandono e una minor voglia di prendersi cura di sé stessi. Le motivazioni di questo sono legate a più fattori. «Innanzitutto – prosegue Arcellaschi - vi è la partenza per le vacanze dei familiari. L’esigenza di un periodo di stacco dalla vita quotidiana in molti casi coincide con l’impossibilità di poter portare con sé il proprio familiare anziano, ma in altri è una scelta personale dell’anziano stesso che non vuole essere d’impedimento alla vacanza dei suoi cari. Di frequente entrano in gioco anche problematiche legate allo stato di salute che non permettono lo spostamento».

D’estate alcune abitudini degli anziani vengono meno

Altre cause di “solitudine” possono essere la chiusura dei negozi dove abitualmente gli anziani si recano a fare gli acquisti quotidiani, l’assenza del medico, la sospensione delle attività ricreative nei circoli o negli oratori, così come la messa pomeridiana. «Non da ultimo le condizioni meteo – dice ancora - il caldo e l’afa invitano tutti a stare a casa, vengono così a interrompersi le relazioni di vicinato o le buone abitudini come il caffè al bar. Dunque, possiamo affermare che vengono meno le reti sociali di supporto e sostegno a cui gli anziani sono soliti appoggiarsi durante l’anno, oltre alla routine quotidiana a cui sono abituati e che risulta essere fondamentale per le persone dopo una certa età».

Come sottolinea la psicologa si perdono temporaneamente i punti di riferimento, creando disorientamento, disagio e paura. «La solitudine lede il benessere psicologico della persona – aggiunge - può infatti trasformarsi ben presto in depressione, andando così a peggiorare un quadro clinico spesso già complicato. Il caldo e la mancanza dei soliti punti di riferimento spesso inducono gli anziani a ridurre drasticamente le loro uscite». La mancanza di relazioni sociali, la carenza di attività fisica e di stimoli a livello cognitivo possono compromettere la serenità, incentivare un abbassamento del tono dell’umore con una crescita di stati emotivi negativi, pensieri tristi e l’insorgenza di ansie e preoccupazioni «per sé stessi soli a casa e per i propri cari lontani e che solo per questo vengono considerati a prescindere in pericolo».

Importante mantenere i contatti

La consapevolezza di essere a casa da soli, e di non avere nessuno da contattare in caso di bisogno, favorisce gli stati ansiosi. «Questo stato psicologico – spiega ancora Arcellaschi - ha poi delle ricadute sulla salute fisica. L’anziano tenderà a nutrirsi in modo non consono alla stagione, non riuscendo a procurarsi i prodotti più idonei all’alimentazione, trascurerà la propria igiene personale e la cura del proprio aspetto nella convinzione di non dover incontrare nessuno. Potrebbe andare incontro a problemi di salute derivanti dalla mancata assunzione dei farmaci a causa della chiusura della farmacia di fiducia o dell’impossibilità di recarsi personalmente ad acquistare quanto necessario».

Dalla psicologa alcuni consigli utili per i parenti per evitare l’isolamento e la solitudine durante il periodo estivo: trovare una persona a cui fare affidamento per la spesa, la compagnia e una vigilanza su quello che è lo stato di salute, mantenere un contatto telefonico quotidiano per verificare eventuali necessità.

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