Ferite e traumi da spiaggia, bastano poche precauzioni

Consigli utili Colpi di sole, scottatura, ma anche cadute a bordo piscina. Il medico: «Occhio alle ferite, da lavare con acqua dolce e da disinfettare»

Dopo un avvio d’estate al rallentatore nelle ultime settimane il caldo ha favorito il ritorno di molte persone non solo in spiaggia, ma anche al lago e in piscina. Giusto pensare al relax ma senza mai dimenticare il rischio di cadute o infortuni.

«Dopo tanto tempo al chiuso c’è ora una smania, lecita, di stare all’aperto e di fare attività – spiega Saverio Chiaravalle, responsabile del Pronto Soccorso dell’Irccs Policlinico San Donato di Milano - ma questa corsa al divertimento può comportare il rischio di incidenti e infortuni. Fortunatamente non tutti gli episodi sono gravi ma è comunque importante non sottovalutare la situazione».

Oltre a non dimenticare i rischi legati all’esposizione al sole, che vanno dal colpo di calore alle scottature, in piscina, ad esempio, è utile sapere che una situazione che si verifica di frequente è quella di scivolate a bordo vasca perché si cammina con i piedi bagnati o comunque per la presenza di acqua che può rendere scivoloso il pavimento.

«In questi casi il trauma può essere lieve, come una contusione – prosegue lo specialista – oppure possono verificarsi fratture di arti superiore o inferiori. Altro rischio, che non va mai sottovalutato, è il trauma cranico. Se la persona che ha battuto il cranio comincia ad avere dei sintomi come poca reattività, cefalea, nausea e vomito è importante rivolgersi immediatamente al pronto soccorso». Anche se al momento del trauma alla testa non succede niente è sempre importante monitorare la persona nelle ore successive all’incidente e se compaiono sintomi visivi, cefalea o vomito, recarsi immediatamente pronto soccorso.

Vicino a zone d’acqua, inoltre, si deve sempre fare attenzione a rocce, scogli e sassi, in quanto si potrebbe cadere o scivolare e rimediare come conseguenza una ferita lacero-contusa, «non bisogna mai sottovalutare le ferite da taglio – aggiunge il medico – e si deve fare attenzione anche in spiaggia perché purtroppo qualche maleducato potrebbe aver buttato delle bottiglie di vetro e quindi ci potrebbe essere il rischio di tagliarsi. A meno che non si tratti di ferite molto superficiali, che vanno comunque lavate con acqua dolce e disinfettate, è importante rivolgersi al medico perché potrebbero infettarsi».

Ma se non si dispone di acqua dolce è giusto utilizzare acqua di mare in prima battuta? «Sarebbe meglio di no – precisa Chiaravalle – perché l’acqua marina potrebbe essere contaminata o contenere sabbia, quindi, è una soluzione da usare solo se non ci sono alternative e in assenza di bottigliette di acqua potabile. La ferita, come detto, va sempre disinfettata». Tra le indicazioni dello specialista anche quella di non utilizzare acqua ossigenata, che può favorire la proliferazione di alcuni batteri, o alcol denaturato. «In alcuni casi può essere necessaria una copertura antibiotica ma sarà il medico a valutare la reale necessità – prosegue - Se la ferita è provocata da metalli ruggini, inoltre, potrebbe essere necessaria anche una vaccinazione antitetanica».

In termini di prevenzione si rivelano molto utili le scarpette da scoglio che oggi sono realizzate in materiali leggeri e occupano poco spazio in valigia.

«Si tratta di una piccola accortezza – conferma lo specialista – che spesso permette di non rovinarsi la vacanza anche perché in alcuni casi proteggono anche dalle punture di riccio di mare».

I tuffi possono essere un altro potenziale pericolo, soprattutto se non si conosce il fondale e se l’altezza da cui ci si butta è eccessiva. Il primo invito è così a non emulare quanto si vede fare agli altri.

«Per tuffarsi serve preparazione fisica e tecnica – sottolinea infine il medico –. I rischi possono andare da ferite e abrasioni, fino a situazioni gravi come la tetraplegia e la morte».

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