Gastroenterite e virus respiratori: gli sbalzi di temperatura stressano l’organismo

L’esperto Il passaggio dal freddo al caldo sottopone l’organismo a stress. Il primario di Malattie Infettive: «Interferisce col sistema immunitario»

Nelle ultime settimane sono in aumento anche nel comasco alcune forme gastroenteriche. «Il caldo dei mesi estivi favorisce le contaminazioni alimentari promuovendo la proliferazione di batteri, soprattutto quando la conservazione degli alimenti non è ottimale – spiega Luigi Pusterla, primario delle Malattie Infettive di Asst Lariana - Non è raro che, con l’aumento della temperatura, le persone possano svilupparla senza un’apparente causa».

Più che il caldo, come sottolinea lo specialista, sono i repentini cambi di temperatura che possono indurre i sintomi, perché passare velocemente dal freddo al caldo (e viceversa) è uno stress per il nostro organismo, che si deve riadattare alla nuova temperatura. «Questo processo di adattamento – prosegue - può interferire con il sistema immunitario, attivandolo eccessivamente contro alcuni batteri normalmente presenti nella nostra flora batterica intestinale. L’alterazione della temperatura viene avvertito anche dai batteri residenti nel nostro intestino, che possono beneficiarne o esserne danneggiati, modificando essi stessi le loro concentrazioni».

Responsabili anche i virus

Anche i virus sono in grado di provocare gastroenterite e l’infiammazione che ne consegue, in genere, provoca diarrea acquosa, dolore o crampi all’addome, nausea o vomito e, talvolta, febbre. I virus intestinali che causano la gastroenterite virale possono trasmettersi da persona a persona. Si tratta di un’infezione acuta, nel senso che si manifesta all’improvviso e, nella maggior parte dei casi, dura meno di una settimana. La maggior parte delle persone guarisce spontaneamente, senza cure mediche e, solo in alcuni casi, la gastroenterite virale può causare sintomi gravi o portare alla disidratazione. Si tratta di una patologia molto comune e chiunque la può contrarre, nonostante alcune persone abbiano maggiori probabilità di avere sintomi gravi, inclusi neonati e bambini piccoli, anziani e adulti con polipatologie o con un sistema immunitario indebolito.

Tra i virus colpevoli di queste forme c’è il norovirus che è la causa più comune di gastroenterite virale. I sintomi di solito iniziano da 12 a 48 ore dopo essere entrati in contatto con il virus e durano da 1 a 3 giorni. Per quanto riguarda il rotavirus, invece, i sintomi di solito iniziano circa 2 giorni dopo essere entrati in contatto con il virus e durano da 3 a 8 giorni. Con l’adenovirus i sintomi in genere iniziano da 3 a 10 giorni dopo essere entrati in contatto con il virus e durano da 1 a 2 settimane. Con l’astrovirus, infine, i sintomi in genere iniziano 4-5 giorni dopo essere entrati in contatto con il virus e durano 1-4 giorni.

«Il norovirus causa infezioni in persone di tutte le età – aggiunge il medico - rotavirus, adenovirus e astrovirus infettano molto spesso neonati e bambini piccoli, ma gli adulti non sono esenti. I virus possono causare gastroenterite virale in qualsiasi periodo dell’anno, ma norovirus e rotavirus hanno maggiori probabilità di causare infezioni in inverno. Anche i batteri, come detto, sono causa di diarrea, in particolare, salmonella, clostridioidi, campylobacter ed anche escherichia coli. Il tratto gastroenterico ricordiamo che è direttamente collegato con l’esterno e la principale protezione è svolta dall’acidità gastrica che distrugge virus e batteri».

Il pericolo della disidratazione

Solitamente la gastroenterite virale non è pericolosa, tuttavia, la situazione può complicarsi e portare alla disidratazione. «I sintomi della gastroenterite virale – conclude Pusterla - possono essere simili ai sintomi di altri problemi di salute. Va prestata attenzione a alcuni sintomi che dovrebbero indurre a consultare un medico. Negli adulti cambiamento dello stato mentale, come irritabilità, mancanza di energia e diarrea che dura più di 2 giorni, febbre alta, vomito frequente, forte dolore all’addome o al retto, feci nere e catramose o contenenti sangue o pus».

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