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Mercoledì 07 Giugno 2023
Gambe o braccia gonfie? C’è troppa linfa nei tessuti. Ecco cos’è il linfedema
La malattia Il linfedema è una patologia cronica che può rivelarsi pericolosa. Se non trattato è causa di un ispessimento della cute e di lesioni ulcerose
Il linfedema è una patologia cronica caratterizzata da un importante accumulo di linfa nei tessuti della cute degli arti. In genere si manifesta a livello delle gambe o delle braccia, ma può riguardare anche altri distretti del corpo come testa, collo, torace, seno, addome, pelvi e genitali esterni.
Di cosa parliamo
«Il gonfiore può essere inizialmente lieve e temporaneo – spiega Daniele Trevisan, angiologo dell’ospedale Valduce – ma, nel caso in cui non venga trattato correttamente, può divenire cronico e progressivo portando a complicanze anche serie come l’ispessimento dei tessuti superficiali, il cosiddetto fibredema, e le infezioni della cute, la linfangite, con lesioni che possono arrivare fino alle ulcere».
Come sottolinea lo specialista in questi pazienti si osserva una elevata concentrazione proteica interstiziale determinata da una ridotta capacità di trasporto linfatico, e può essere suddiviso in due categorie: linfedema primario e secondario.
Il linfedema primario o congenito è caratterizzato da anomalie del sistema linfatico congenite, strutturali e funzionali, tali da determinare una riduzione della capacità di riassorbire e allontanare la linfa dei tessuti. Il linfedema secondario o acquisito, invece, si manifesta in seguito a lesioni del sistema linfatico che si verificano dopo la nascita a seguito di eventi quali infezioni, traumi, interventi chirurgici soprattutto oncologici, radioterapia o chemioterapia.
La causa? Un cattivo funzionamento del sistema linfatico
«Il sistema linfatico – aggiunge il medico - ha la funzione di drenare dallo spazio interstiziale il liquido in eccesso, le micro e le macro molecole, e di riportarle nella circolazione intravascolare. Contribuisce, inoltre, a difendere l’organismo dalle infezioni e dalle neoplasie, mantiene l’equilibrio dei liquidi e processa gli acidi grassi». Tutti i tessuti dell’organismo contengono dei vasi linfatici per il drenaggio diretto dagli spazi interstiziali dell’acqua in eccesso, tranne le parti più superficiali della cute, il sistema nervoso centrale e le parti più profonde dei nervi periferici e le ossa.
«Il linfedema è causato da un cattivo funzionamento del sistema linfatico – prosegue Trevisan - che può essere presente fin dalla nascita o può presentarsi a qualsiasi età. Il sistema linfatico non è più in grado di tenere sotto controllo il drenaggio dei liquidi che, quindi, tendono ad accumularsi provocando un gonfiore dei tessuti colpiti». Obesità e sedentarietà sono altri fattori favorenti. Ci sono anche dei farmaci che possono provocare o amplificare l’edema, ad esempio alcuni ormoni, dei chemioterapici, ma anche dei farmaci antipertensivi.
«Tra i sintomi del linfedema – spiega l’angiologo – ci sono gonfiore, all’inizio saltuario e presente solo a fine giornata, che col tempo diviene permanente e presente fin dal mattino, si associa a pesantezza degli arti, presenza di segni lasciati da calzini, sandali, bracciali e anelli. Col tempo si assiste all’indurimento di alcune parti della pelle. La cute in caso di complicanze infettive si arrossa, diviene calda, brucia e si possono produrre delle cisti o bolle che rompendosi possono trasformarsi in ulcere con scarsa tendenza alla guarigione».
Il linfedema viene classificato in tre stadi, dal più “morbido” ed iniziale al più “tenace” e complicato, ancor più difficile da trattare e da risolvere. «Per quanto riguarda la prevenzione – conclude Trevisan – va detto che il linfedema può essere congenito, ma può anche essere determinato da fattori esterni. In questo secondo caso, per diminuirne il rischio, può essere utile osservare alcune norme igienico-comportamentali».
Tra queste curare la pelle, prestando attenzione alle lesioni, mantenendola idratata e proteggendola in tutte le occasioni in cui potrebbe essere attaccata da elementi esterni in grado di provocarne un’infezione. Praticare attività fisica, contenere il proprio peso, anche con il consiglio del proprio medico di fiducia o di un nutrizionista.
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