La “corsetta” per dimagrire? Solo con l’ok del cardiologo

Salute 10 milioni di italiani praticano attività sportiva: circa il 5% di loro presenta problematiche da approfondire. L’intervista al cardiologo Gianluca Pontone

Dei circa dieci milioni di italiani che svolgono regolarmente attività fisica e sportiva, circa il 5% presenta problematiche che richiedono il parere del cardiologo. Il movimento è fondamentale per la prevenzione delle malattie cardiovascolari e, salvo rari casi, parte imprescindibile della terapia per chi ne viene colpito.

È importante però che l’attività fisica e sportiva sia personalizzata. Chi pratica attività fisica e sportiva intensa, a livello amatoriale o professionale, infatti, deve verificare le condizioni del proprio apparato cardiovascolare. Ne abbiamo parlato con Gianluca Pontone, direttore del Dipartimento di Cardiologia peri-operatoria e Imaging cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino e tra i coordinatori di Monzino Sport.

Dottore quando e perché nasce Monzino Sport?

La cardiologia dello sport in quanto tale nasce al Monzino già nel 2020 come unità operativa, con il tempo il tutto si è evoluto in una nuova organizzazione, quindi, Monzino Sport è una realtà interdipartimentale che vede coinvolte il Dipartimento Cardiologia peri-operatoria e Imaging cardiovascolare da me diretto e il Dipartimento di Aritmologia diretto dal professor Claudio Tondo.

Quali categorie di sportivi dovrebbero sottoporsi a un controllo del proprio apparato cardiovascolare?

Sono tre le tipologie di target che si rivolgono a questo tipo di servizio: atleti professionisti, atleti non professionisti ma che seguono comunque criteri dell’agonismo e persone con problematiche cardiovascolari. Per quanto riguarda gli atleti professionisti, ad esempio, si tratta di persone che devono avere i certificati di idoneità agonistica, questi ultimi, come previsto dalla legge, devono essere rilasciati dai medici di medicina dello sport. Può capitare però che questi certificati non vengano rilasciati quando emergono dubbi e sospetti di patologie cardiovascolari. Quando si crea un sospetto clinico subentriamo noi per una consulenza multidisciplinare cardiologica e per definire il profilo di rischio. Con questa relazione il professionista va dal medico dello sport che darà il consenso o il diniego all’idoneità definitiva.

Per le altre categorie invece?

Altro target, come detto, sono gli atleti non professionisti e cioè che svolgono attività amatoriale ma che seguono comunque i criteri dell’agonismo. Un esempio sono gli atleti master che fanno gare di ciclismo, in questo caso interveniamo sia per intercettare eventuali disturbi clinici o, in assenza di sintomi clinici, per un piano di screening, in quanto, essendo spesso persone non più giovanissime, è utile conoscere il proprio profilo di rischio cardiovascolare prima di sottoporsi a attività sportive intense. Terza categoria sono i soggetti che hanno patologie cardiologiche note e che hanno una controindicazione all’attività sportiva agonistica, ma che hanno necessità di fare attività fisica in sicurezza.

È vero che sono in aumento le persone tra i 50 e i 60 anni che iniziano a svolgere attività sportiva anche intensa? E perché è importante che queste persone si sottopongano a dei controlli?

La tipologia di persone che svolgono attività sportiva negli anni è molto cambiato. Una volta lo sport era ad appannaggio soprattutto dei giovanissimi o comunque degli under 30 e le idoneità erano soprattutto richieste per queste persone. In passato, insomma, era molto raro avere persone dai 50 in su che si dedicavano all’attività sportiva con impegno e intensità. Oggi questa quota di soggetti è aumentata sensibilmente perché le campagne di promozione dell’attività sportiva hanno sortito il loro effetto e quindi questa quota di atleti master è ormai una quota importante, forse preponderante, in termini medici.

E questo cosa comporta?

Si tratta della fascia di età in cui iniziano a comparire i primi problemi cardiovascolari, soprattutto spesso siamo di fronte a persone che in passato non hanno mai fatto attività sportiva e vogliono iniziare a farla perché magari sono in sovrappeso o perché sono ipertesi. Stiamo parlano di soggetti in cui la patologia cardiovascolare potrebbe iniziare ad essere presente. È questa la tipica fascia di età in cui noi consigliamo uno screening cardiovascolare per capire se possono fare sport, in che modalità e se ci sono eventuali restrizioni.

Da chi è composto l’heart team?

È un gruppo multidisciplinare rappresentato da cardiologi clinici, esperti di imaging cardiovascolare, aritmologi e esperti in fisiopatologia cardiopolmonare.

Ma quali sono le patologie più frequenti negli sportivi?

Tra le problematiche cliniche più frequenti ci sono le patologie di tipo aritmico e cioè disordini del ritmo cardiaco, poi ci sono le cardiomiopatie. In questi casi è molto importante saper fare diagnosi e distinguere tra il cuore da atleta, che è una modifica strutturale del cuore tipica di alcuni sportivi, e modifiche strutturali del cuore che sottendono una cardiopatia. Altra patologia tipica sono le miocarditi e, infine, per gli atleti master le malattie delle coronarie.

Quali gli esami diagnostici sono possibili per queste problematiche?

Per quanto riguarda gli esami di primo livello possiamo utilizzare l’ecocardiografia e i test funzionali, più conosciuti come prove da sforzo, in particolare ecocardiogramma da sforzo e test da sforzo cardiopolmonare. Tra gli esami di secondo livello di riferimento ci sono la Tac cardiaca che ci consente lo studio delle coronarie e la risonanza magnetica cardiaca che ci permette di studiare il muscolo cardiaco.

Una volta eseguiti i controlli viene definito un programma di attività? Vengono indicati anche eventuali controlli da eseguire in un secondo tempo?

L’heart team si raduna una volta la settimana per un incontro collegiale. Insieme alle figure prima citate partecipa anche il professor Antonio Pelliccia, Responsabile del Reparto di Cardiologia del’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Comitato Olimpico Nazionale (Coni). In questi incontri analizziamo la documentazione per le conclusioni idoneità. In alcuni casi definiamo il profilo di rischio e il programma sportivo per la singola persona e l’eventuale ripetizione di test in caso di problematiche emerse durante i controlli.

L’accesso al Monzino Sport è libero o su richiesta di specialisti?

I cittadini possono accedere alla valutazione ambulatoriale anche spontaneamente rivolgendosi al centro prenotazioni per una prima visita.

Controllare lo stato di salute del proprio apparato cardiovascolare, come ci ha spiegato, è molto importante, così come praticare attività fisica in sicurezza. Chiarito questo aspetto vogliamo ricordare ai nostri lettori perché il movimento è importante?

L’attività sportiva ha un effetto terapeutico maggiore delle terapie farmacologiche perché mette in moto una serie di meccanismi neuroendocrini, ormonali e metabolici, che sono di fatto un vero e proprio mix di terapie. Molto spesso al Monzino Sport ci confrontiamo con persone che hanno avuto problemi cardiovascolari e che vogliono, ma anche devono, fare attività sportiva ma molto spesso ci rendiamo conto che tendono a un eccesso di limitazione, quando, invece, l’intensità dovrebbe essere maggiore. La paura, in sostanza, li frena e noi li aiutiamo a capire che con le giuste informazioni e il giusto programma possono fare sport in sicurezza.

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