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Mercoledì 08 Febbraio 2023
Le “nuove” sigarette: la nicotina è anche lì e provoca danni soprattutto ai ragazzi
Dipendenze Il divieto nei luoghi pubblici qualche risultato l’ha ottenuto. Ma ancora non basta: tra le cause la diffusione del fumo elettronico
A vent’anni dalla legge Sirchia per tutelare la salute dei non fumatori, vietando il fumo nei luoghi chiusi, qualche risultato è stato raggiunto in termini di consumo di tabacco, ma cresce il numero di fumatori tra i giovani, soprattutto per quanto riguarda le sigarette elettroniche e altri device a base di nicotina.
«A seguito della legge Sirchia – spiega Giulia Veronesi, direttrice del programma strategico di Chirurgia Robotica Toracica Irccs Ospedale San Raffaele – c’è stata una riduzione progressiva del consumo di tabacco in termini di quantità che si assesta a circa il - 30%. È stato in lenta diminuzione anche il numero di fumatori fino al 2019, ultimi dati disponibili in Italia fino al 2022, quando si è registrato un aumento del 2% dei fumatori sia uomini che donne, passando cioè da 22% a 24%. Siamo quindi ancora lontani dagli obiettivi. Oggi in Italia ancora circa un quarto degli adulti sono fumatori, il 18% sono donne e 28% uomini».
I danni della nicotina
Come spiega la specialista c’è ancora molto da fare, soprattutto per alcune fasce della popolazione come le donne e i giovani. «Se da un lato diminuisce il trend tra i fumatori uomini – aggiunge – dall’altro sono meno le donne che smettono, tanto che le percentuali di fumatori tra popolazione maschile e femminile si stanno avvicinando quando, anni fa, gli uomini fumatori erano nettamente di più delle donne». Altra fetta di popolazione che non sembra aver ancora compreso i danni derivati da questa dipendenza è quella relativa ai giovani che consumano tabacco riscaldato o sigarette elettroniche con nicotina.
«Questa abitudine tra i giovani – prosegue Veronesi – è da attenzionare soprattutto se si pensa che l’età di inizio al fumo è in diminuzione. I ragazzi si avvicinano a tabacco e nicotina già nella preadolescenza e purtroppo non sembra esserci una grande controllo sulla vendita di sigarette o device tra i minorenni».
Sigarette, sigarette elettroniche e a tabacco riscaldato non sono tutte uguali. È vero che le sigarette tradizionali, ad esempio, portano a un maggior consumo di tabacco bruciato e quindi contengono circa il 70% in più di sostanze cancerogene rispetto alle altre due tipologie, ma non bisogna dimenticare i danni derivati dalla nicotina che è presente anche nei device.
Un’importante dipendenza
«La nicotina – conferma la professoressa – da un’importante dipendenza oltre ad avere effetti tossici per l’organismo. Negli adulti oltre a problemi di dipendenza e crisi di astinenza, favorisce anche problematiche cardiovascolari, come per esempio favorire la formazione di placche aterosclerotiche. Oltretutto il fumo di tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche può indurre i non fumatori alla dipendenza da fumo con danni successivi per patologie oncologiche cancerogene, Bpco e enfisema polmonare».Il consumo di sigarette elettroniche o a tabacco riscaldato, come sottolinea Veronesi, è anche più tollerato a livello sociale perché i consumatori di questi device ne fanno uso anche in luoghi chiusi dove è vietato fumo di sigarette tradizionali, questo ne favorisce il consumo. A questo si aggiunge il fatto che alcuni di questi prodotti sono arricchiti di aromi che le rendono meno fastidiosi anche in casa e in macchina, convincendo così molti fumatori a passare dalla sigaretta tradizionale a queste alternative o mantenere il doppio utilizzo.
«Per quanto riguarda i giovani – dice ancora la specialista – ci sono una serie di studi che hanno rivelato come il consumo di nicotina in età adolescenziale o preadolescenziale possa portare a conseguenze sullo sviluppo di alcune aree del cervello, con conseguenze irreversibili anche comportamentali ».
Gli esperti puntano così su campagne di sensibilizzazione mirate proprio ai ragazzi ma suggeriscono anche altre strategie. Fondazione Veronesi è stata tra le prime a chiedere di aumentare il costo delle sigarette per disincentivarne il consumo. Una richiesta nata a seguito di un’indagine condotta proprio tra i giovani e dalla quale è emerso che in caso di un aumento del 50% del prezzo, almeno il 30% dei ragazzi smetterebbe di fumare. Ma un aumento dei costi potrebbe allontanare dal fumo anche molti adulti.
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