In Italia il 30% delle morti è legato a patologie cardiovascolari, ma solo un italiano su due fa prevenzione

I dati Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte, eppure le persone si ritengono immuni. L’esperto: «Bisogna rendere la popolazione più consapevole»

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte sia in Italia che in Europa, ma solo un italiano su due dichiara di essere attivo in termini di prevenzione. Una scarsa conoscenza di quanto stili di vita e controlli regolari possano davvero fare la differenza sono senza dubbio alla base di chi sottovaluta il problema.

I dati però allarmano gli esperti, ma non solo, tanto che, consapevole di questa urgente necessità il Parlamento ha approvato un emendamento alla legge di Bilancio 2023 che ha visto il finanziamento da parte del Ministero della Salute di 20 milioni di euro per il progetto “Al cuore della prevenzione – Approcci integrati per una prevenzione cardiovascolare di precisione personalizzata: lo studio CVRISK-IT”. Si tratta della più importante iniziativa promossa sul tema delle malattie cardiache nel nostro Paese.

I dettagli dello studio quadriennale sono stati illustrati alla Camera dei deputati da Rete Cardiologica IRCCS, alla quale aderiscono 20 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. A questa presentazione è seguita quella presso l’IRCCS Policlinico San Donato, capofila del progetto, che ha illustrato lo studio alla comunità scientifica e alla cittadinanza.

I dati presentati (IQVIA per Fondazione Italiana per il Cuore 2023, Istat 2021 e Eurostat 2021) rivelano che il 54% degli italiani ritiene di non essere a rischio: al contrario, le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte sia in Italia (30,8%) sia in Europa. Anche nel continente, infatti, pesano per il 32% seguite da quelle oncologiche (22%).

Solo un italiano su due, inoltre, dichiara di fare qualcosa per la prevenzione cardiovascolare (e solo 1 su 10 ritiene di fare molto), concentrandosi sull’alimentazione (50%), sul movimento e sull’attività fisica (39%).

A effettuare controlli ed esami medici regolari è il 18% e solo l’11% dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo. Gli ostacoli che rallentano le azioni preventive sono molteplici: modifica dello stile di vita (39%), scarsa consapevolezza del rischio (33%), mancanza di informazioni su cosa fare per la prevenzione (27%) e scarsa comunicazione/supporto da parte del medico (21%).

È chiaro che non tutte le persone hanno la stessa percentuale di rischio, in quanto, questa aumenta in chi ignora le prescrizioni mediche di prevenzione, forse a causa di un’errata percezione del pericolo. Un bias cognitivo, come ricordano i promotori del progetto, che ha ricadute dirette sia sulla salute dei cittadini sia sul SSN, poiché le malattie cardiocircolatorie sono la prima fonte di spesa sanitaria.

Una strategia per invertire questa tendenza è introdurre protocolli innovativi in grado di identificare meglio i soggetti più a rischio, proponendo interventi preventivi mirati. Occorrono, però, piani di prevenzione primaria personalizzati.

Da qui lo studio CVRISK-IT che attraverso la partecipazione di 17 Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), coinvolgerà 30.000 persone sane, per lo sviluppo di strategie più efficienti per la prevenzione delle malattie cardiovascolari in Italia. «Un progetto ambizioso, che prevede una innovativa forma di consenso informato, con un numero di partecipanti molto alto e una diffusione nazionale completa – spiega Lorenzo Menicanti, presidente Rete Cardiologica IRCCS, nonché direttore scientifico dell’IRCCS Policlinico San Donato - La Rete Cardiologica sarà attore e principale interprete dello studio, con l’adesione attiva di 17 IRCCS, ed è la prima volta che un così grande numero di Istituti lavora insieme per produrre un’infrastruttura scientifica tanto importante per migliorare la prevenzione cardiovascolare. Siamo molto soddisfatti di averne messo a punto e completato il disegno e nutriamo la convinta speranza di riuscire a raggiungere gli obiettivi, che non sono assolutamente scontati. Ci aspettiamo che CVRISK-IT riesca a migliorare in modo sostanziale la prevenzione cardiovascolare e contribuisca a rendere la popolazione ancora più consapevole dell’importanza di proteggere attivamente la propria salute».

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