Meno acqua, meno urine: il pericolo sono i calcoli

Salute Una scarsa idratazione può comportare problematiche urinarie, tra cui le coliche renali: qualche consiglio per prevenirle

Durante l’estate, a causa di una serie di più fattori, possono manifestarsi di frequente alcune patologie. Tra queste, ad esempio, alcune problematiche urologiche e in particolare i calcoli urinari.

«In questa stagione – conferma Daniele Romagnoli, responsabile dell’Urologia del Policlinico Abano di Abano Terme del Gruppo Ospedaliero Leonardo - si assiste a un incremento dell’incidenza di alcune problematiche urologiche, legato alle modifiche dello stile di vita che questo periodo dell’anno comporta».

La calcolosi urinaria, ad esempio, può interessate tutte le fasce d’età. Questo perché con il caldo si tende a sudare di più e se non si pone attenzione ad apportare un pronto ed efficace reintegro dei liquidi il nostro corpo reagisce riducendo il volume delle urine prodotte. Questo comporta un aumento della concentrazione delle varie molecole presenti nelle urine, che precipitano sotto forma di calcoli urinari.

«Quando i calcoli iniziano a migrare, dal rene alla vescica – prosegue lo specialista - il paziente sviluppa le famose “coliche urinarie”, legate agli spasmi del condotto che unisce ciascun rene alla vescica, chiamato uretere. In caso di dolori insopportabili e febbre è indicato rivolgersi al Pronto Soccorso. Se il diametro del calcolo è inferiore agli 8 millimetri, è possibile espellerlo spontaneamente con l’aggiunta di farmaci miorilassanti e antiedemigeni».

Quando, invece, i calcoli sono di dimensioni maggiori, è necessario provvedere alla frammentazione e all’asportazione. Questo intervento, che viene eseguito per via endoscopica passando attraverso le vie naturali (transuretrale), prevede il ricorso a strumenti miniaturizzati (uretero-renoscopi) che risalgono le vie urinarie sino a raggiungere il calcolo e permetterne la frantumazione mediante varie fonti di energia, la più efficace delle quali è la energia laser (in particolare, il laser ad Holmio).

«Terminata la procedura – dice Romagnoli - viene lasciato un drenaggio interno, definito stent ureterale, per permettere il deflusso delle urine e per consentire di sfiammare la via urinaria operata. In caso quest’ultima non sia abbastanza elastica da permettere il transito degli strumenti, la procedura avviene in due tempi. In una prima fase si posiziona il drenaggio, lo stent o, in certi casi, il drenaggio esterno noto come nefrostomia, e successivamente, una volta che la via urinaria si è detesa, si procede al trattamento endoscopico definitivo».

All’asportazione del calcolo segue la sua analisi per definire quale alterazione chimico-fisica ne sia la causa, al fine di poter formulare un programma di prevenzione mirata e specifica per ciascun paziente, congiuntamente con lo specialista nefrologo.

Per evitare questi episodi è fondamentale la prevenzione, che non deve essere limitata al periodo più caldo, ma deve essere protratta per tutto l’anno. Fondamentale porre particolare attenzione a mantenere un giusto livello di idratazione, soprattutto, come detto, durante il periodo estivo. «La prima misura – conclude il responsabile dell’Urologia del Policlinico di Abano - e spesso la più efficace, per prevenire la formazione o la crescita dei calcoli urinari è l’idratazione, che deve essere abbondante, quindi circa 2 -2,5 litri di acqua pura al giorno, e volta a prevenire e reintegrare stati di disidratazione, soprattutto, a maggior ragione, nei mesi estivi. Per quanto riguarda l’alimentazione, occorre evitare l’eccesso di piccante, alcool e bevande gassate».

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