Raffreddori e influenze: siete pronti a curarvi?

Malanni di stagione Con i mesi freddi aumentano le infezioni respiratorie. Nell’80% dei casi la colpa è di agenti patogeni come rhinovirus e coronavirus

Con l’arrivo dei mesi freddi, ogni anno aumentano significativamente i casi di infezioni respiratorie. «Queste infezioni – spiega Claudio Sorino, pneumologo della Pneumologia dell’Ospedale Sant’Anna e presidente dell’associazione italiana per la prevenzione, diagnosi e cura delle affezioni respiratorie (Predicare) - sono più diffuse durante l’inverno per una combinazione di più fattori. Le basse temperature, in particolare, riducono la capacità del nostro sistema immunitario di rispondere efficacemente, mentre virus e batteri trovano un ambiente favorevole per la loro diffusione».

A questo, come sottolinea lo specialista, si aggiunge il fatto che trascorriamo più tempo in ambienti chiusi e poco ventilati, il che facilita la trasmissione degli agenti patogeni tra le persone. «Inoltre, i sistemi di riscaldamento per gli ambienti possono ridurre l’umidità nell’aria – prosegue- creando un ambiente secco che tende a irritare le vie respiratorie, indebolendo le difese naturali della mucosa respiratoria e rendendo più facile l’ingresso di virus e batteri».

Durante l’inverno, le infezioni respiratorie sono prevalentemente causate da virus, che rappresentano circa l’80% dei casi di malattie delle alte vie respiratorie. Il virus dell’influenza è tra i più noti, responsabile delle epidemie stagionali. «È dotato di un’elevata capacità di mutazione con generazione di nuovi sottotipi in grado di eludere le difese delle persone infettate gli anni precedenti – precisa il medico - Per questo motivo ogni anno i vaccini antinfluenzali vanno aggiornati per contrastare i nuovi ceppi virali isolati».

Esistono altri virus come i rhinovirus, responsabili del comune raffreddore, i coronavirus, incluso il Sars-CoV-2, il metapneumovirus umano, e il virus respiratorio sinciziale (Rsv), che è la principale causa di bronchiolite e polmonite virale nei bambini sotto i due anni ma può dare gravi infezioni in soggetti vulnerabili o debilitati.

Tra i batteri, lo Streptococcus pneumoniae (noto come Pneumococco) e l’Haemophilus influenzae sono le cause più comuni di polmoniti batteriche. I cosiddetti “germi atipici” (Mycoplasma pneumoniae, Chlamydia pneumoniae, Legionella pneumophila) si distinguono per il loro comportamento diverso dai batteri convenzionali. Sono definiti anche intracellulari perché, a differenza dei batteri comuni, non vivono e si replicano liberamente nel liquido extracellulare, ma invadono e si moltiplicano all’interno delle cellule dell’ospite infettato. Non sono rilevabili con le classiche tecniche di coltura batterica e spesso causano polmoniti con sintomi più sfumati e insidiosi, come febbre bassa e tosse secca persistente. Questi patogeni, responsabili di circa il 10-20% delle polmoniti, richiedono trattamenti specifici come macrolidi, chinolonici o tetracicline, poiché non rispondono ai comuni beta-lattamici.

«I sintomi variano a seconda del patogeno e della gravità dell’infezione – dice ancora Sorino - Il coinvolgimento delle alte vie aeree si presenta generalmente con mal di gola e congestione nasale. Quando sono coinvolti i tratti più bassi dell’apparato respiratorio, può comparire raucedine (espressione di laringite), tosse con o senza escreato (spesso indicativa di bronchite), nella maggior parte dei casi con febbre associata. Affaticamento e dolore toracico possono essere espressione di una evoluzione verso una condizione più grave come la polmonite, soprattutto nei pazienti anziani o con altre patologie croniche».

Importante ricordare che gli anziani, i bambini e le persone con malattie croniche come asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), diabete o cardiopatie, sono particolarmente vulnerabili. Il loro sistema immunitario è spesso meno efficace, e questo aumenta il rischio che un’infezione respiratoria possa evolvere in una forma grave. Lo stesso vale per le persone immunodepresse a causa di patologie o trattamenti per malattie autoimmuni o trapianti di organo.

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