L’ossessione per la tintarella:«Attenti alle conseguenze»

Estate La bella stagione rende più evidenti alcuni disturbi, come la dismorfofobia, l’ossessione per i propri difetti fisici

L’estate è per molti la stagione delle vacanze, delle giornate in riva al mare alla ricerca di un po’ di tintarella e dell’occasione per sfoggiare outfit che consentano di far risaltare il proprio aspetto fisico. Non c’è nulla di male a volersi sentire meglio ma quando la situazione sfocia in vere e proprie ossessioni tutto questo può diventare un problema serio.

È proprio in questo periodo dell’anno, infatti, che la tanoressia, ovvero l’ossessione per l’abbronzatura, ma anche la dismorfofobia e cioè la preoccupazione cronica e immotivata per un presunto difetto fisico, hanno la loro massima espressione.

Maggiore attenzione

«Stiamo parlando di condizioni che si manifestano durante tutto l’anno – spiega Antonella Somma, ricercatrice senior di Psicologia Clinica della Facoltà di Psicologia UniSR – ma che nel periodo estivo, in cui ci si scopre di più e si passa più tempo all’aria aperta, portano a una maggiore attenzione all’aspetto fisico. Molte persone prestano attenzione all’abbronzatura e anche i dati della letteratura ci confermano che la pelle abbronzata veicola l’idea di energia e positività, ma diversa è la situazione quanto questa diventa una fissazione». Il tanoressico, infatti, è una persona alla costante ricerca della tintarella sia attraverso un’esposizione esagerata ai raggi solari sia alle lampade artificiali. Queste persone, per il fatto che l’esposizione al sole consente il rilascio di endorfine e una conseguente sensazione di benessere, cercano in questo modo di contrastare insicurezze e paura di essere rifiutati, senza però pensare alla pericolosità di queste azioni. «Sono persone che dedicano molto tempo all’abbronzatura – aggiunge la psicologa – anche rinunciando ad altre attività e non pensando ai rischi correlati a un’eccessiva esposizione, come melanoma, malattie della pelle, discromie, invecchiamento precoce».

Secondo gli studi condotti in materia la prevalenza è di circa il 4% nella popolazione generale e sale al 30% tra le persone che frequentano sistematicamente i centri di abbronzatura. «Tanoressia, ortoressia e altre ossessioni emergenti – precisa la ricercatrice - al momento non trovano una loro classificazione ufficiale tra i disturbi mentali, ma la comunità scientifica li sta attenzionando in quanto si tratta spesso di situazioni a ponte tra disturbo ossessivo compulsivo, dipendenze e disturbi alimentari». Per quanto riguarda la tanoressia, ad esempio, ciò che emerge è che da un lato la ricerca continua della tintarella ha delle caratteristiche associate appunto allo spettro del disturbo ossessivo compulsivo e dall’altro alle dipendenze, dal momento che la persona sembra non riuscire a “fare a meno” del colorito abbronzato della propria pelle.

Ossessione

«Si tratta di un’ossessione – aggiunge ancora – che può essere associata al dismorfismo corporeo, o dismorfofobia, in quanto c’è molto spesso un’eccessiva fissazione per alcuni aspetti del corpo. Nel caso della dismorfofobia, infatti, può esserci una fissazione per alcune parti del corpo, come il naso o il viso, che la persona percepisce come enormi difetti ma che agli occhi degli altri sembrano invece dettagli irrilevanti». C’è anche un’associazione con delle caratteristiche comuni alle dipendenze, sia da sostanze, come alcol o droga, che moderne e quindi comportamentali.

La dismorfofobia, vale a dire l’eccessiva preoccupazione per difetti fisici minimi o addirittura assenti, è un disturbo tanto diffuso che la Bbc, popolare emittente britannica, ha prodotto una serie sul tema.

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