Sovrappeso, sedentarietà, genetica: tutte le cause dell’insulino resistenza

La buona dieta Si tratta della condizione metabolica che rende le cellule insensibili all’insulina. Si combatte alimentandosi correttamente (limitando gli zuccheri) e praticando attività aerobica

Problematica di cui si sente sempre più spesso parlare è l’insulino resistenza, una condizione metabolica in cui le cellule del corpo diventano meno sensibili all’insulina, l’ormone responsabile della regolazione dei livelli di glucosio nel sangue. Questa disfunzione può portare a una serie di problemi di salute, tra cui il diabete di tipo 2, malattie cardiache e altre patologie metaboliche. Comprendere le cause, intercettare precocemente i sintomi e valutare le migliori strategie di gestione dell’insulino resistenza è fondamentale per promuovere una vita sana.

Questa condizione metabolica può essere influenzata da una combinazione di fattori genetici, ambientali e comportamentali. «L’eccesso di tessuto adiposo, soprattutto a livello addominale, è uno dei principali fattori di rischio – precisa la dietista Raffaella Pozzoli -, in quanto il grasso viscerale rilascia sostanze chimiche che possono interferire con l’azione dell’insulina. Uno stile di vita sedentario, inoltre, contribuisce all’aumento di peso e alla diminuzione della sensibilità all’insulina, anche un’alimentazione ricca di zuccheri raffinati, carboidrati semplici e grassi saturi può favorire l’insulino resistenza». A questi fattori si aggiunge anche la genetica, in quanto, la predisposizione familiare gioca un ruolo significativo nello sviluppo della condizione. Lo stress cronico e la mancanza di sonno, infine, possono influenzare negativamente il metabolismo e contribuire a questa condizione.

Va detto che non è caso che i segni e i sintomi di insulino resistenza vengano intercettati solo quando si sviluppano complicazioni. I sintomi possono includere un aumento di peso, in particolare nella zona addominale, una sensazione di affaticamento persistente, ma anche una maggiore difficoltà a perdere peso nonostante gli sforzi, oltre a insonnia o sonno non riposante. «Nelle persone con insulino resistenza – prosegue Pozzoli – c’è una frequente sensazione di fame, specialmente per cibi zuccherati o ricchi di carboidrati».

In caso di sospetto o a conferma della diagnosi lo specialista prescrive una serie di esami che consentono di individuare la presenza di insulino resistenza. La condizione, una volta diagnosticata, prevede un approccio multifattoriale che include modifiche nello stile di vita e, se necessario, l’intervento medico.

«Fondamentale seguire una alimentazione sana – conferma la dietista – preferendo cibi integrali, frutta, verdura, proteine magre e grassi sani. È importante limitare zuccheri e carboidrati raffinati, ridurre il consumo di dolci, bibite zuccherate e cibi trasformati». Le persone con insulino resistenza devono svolgere attività fisica regolare. «Ottimo l’esercizio aerobico – dice Pozzoli – con attività come camminare, correre, nuotare o andare in bicicletta, per almeno 150 minuti alla settimana. Importante includere nell’allenamento anche esercizi di resistenza almeno due volte a settimana. Importante sottolineare che perdere anche una modesta quantità di peso (5-10%) può migliorare significativamente la sensibilità all’insulina».

Una buona qualità del sonno, inoltre, consente di migliorare la salute metabolica, così come ridurre lo stress attraverso tecniche di gestione dello stesso come la meditazione, lo yoga e la respirazione profonda. Non vanno mai dimenticate, inoltre, visite regolari dal medico per monitorare i livelli di glucosio e insulina.

«L’insulino resistenza – conclude Pozzoli - è una condizione complessa che richiede attenzione e interventi mirati. Attraverso modifiche nello stile di vita e un’adeguata gestione della salute, è possibile migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre il rischio di sviluppare complicazioni gravi. Educarsi sui fattori di rischio e adottare abitudini salutari è essenziale per mantenere una buona salute metabolica e prevenire l’insorgere di patologie correlate».

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