“Stringere” troppo i denti. Un problema al femminile

Il disturbo Un aumento del carico articolare come per esempio il bruxismo può costringere, nei casi più seri, anche a un intervento di tipo chirurgico

Un aumento del carico articolare come il bruxismo, un serramento o un’occlusione instabile può sfociare in un disordine temporo-mandibolare. Si tratta di situazioni frequenti, che colpiscono principalmente la popolazione femminile, e che nei casi più seri possono portare anche ad un intervento chirurgico. «I disordini temporo-mandibolari rappresentano un vasto gruppo di problematiche a carico del distretto maxillo-facciale – spiega Antonio Russillo, chirurgo maxillo-facciale presso l’Unità operativa di Chirurgia maxillo-facciale dell’Irccs Ospedale Galeazzi Sant’Ambrogio di Milano – si tratta di una patologia trasversale in quanto vengono spesso inviati da odontoiatra, neurologo o otorinolaringoiatri. Questo perché la sintomatologia spesso mima un dolore di tipo neuropatico o auricolare».

Muscoli, legamenti e strutture ossee possono essere così coinvolti in una serie di problematiche causate da molteplici fattori. L’articolazione temporo-mandibolare, infatti, è senza dubbio estremamente complessa. Questa, inoltre, viene costantemente utilizzata per compiere normali azioni quale mangiare, parlare e respirare.

«È chiaro, quindi, che l’articolazione è sottoposta quotidianamente a un carico importante, ma non solo – prosegue lo specialista – si tratta di una parte anatomica del nostro corpo che risente molto dello stress. La presenza di parafunzioni quale il bruxismo, o occlusioni instabili, traumi e aperture prolungate, va a gravare ulteriormente sull’articolazione, fino a arrivare ad una alterazione dell’equilibrio». Si tratta di una condizione che si presenta quando vengono meno i processi di adattamento sistemici e locali. Bisogna pensare, infatti, che questa articolazione ha una grande capacità di adattamento, ma che con il tempo questa condizione porta a un peggioramento della condizione e può tradursi con i primi sintomi. «Va aggiunto – spiega ancora il medico – che ci sono ulteriori condizioni che possono compartecipare all’aggravarsi della situazione. Fattori ormonali, ad esempio nella donna o patologie sistemiche tipo l’artrite reumatoide possono essere fattori che partecipano ad indurre e peggiorare il quadro clinico ». Secondo i dati disponibili circa il 30% della popolazione ha una dislocazione del disco misconosciuta ed è totalmente asintomatica. Questo perché, fortunatamente, non sempre la situazione sfocia in un disturbo articolare. Il rapporto tra donne e uomini è di 9 a 1. Negli ultimi anni, inoltre, gli specialisti hanno assistito ad un incremento nella curva di incidenza a causa di un aumentato stress nella popolazione, soprattutto in quella femminile, e in particolare a seguito della pandemia che ha peggiorato o slatentizzato condizioni psicologiche o psichiatriche.

«I disordini temporo-mandibolari possono essere classificati in due grandi gruppi. Il primo caso, meno frequente, è quello che coinvolge solo la componente articolare. Un esempio è quello di una persona che ha subito un trauma alla mandibola. Il secondo gruppo, il più frequente, comprende le patologie miofasciali o miste, ovvero quelle problematiche muscolari che comportano nel tempo un danno articolare». In presenza di bruxismo, malocclusioni, mancanza di denti con conseguente perdita della dimensione verticale, ad esempio, avviene un sovraccarico muscolare che nel tempo va ad interessare anche l’articolazione e può sfociare in quella che viene definita dagli esperti in incoordinazione condilo discale.

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