Tumori, nuove vie di cura grazie a un acceleratore

L’intervista Con i finanziamenti del Pnrr al Sant’Anna è stato installato un nuovo dispositivo per la cura dei pazienti oncologici. «Permette di erogare trattamenti con dosi mirate e molto elevate, aumentandone l’efficacia»

Un nuovo acceleratore per la cura dei pazienti oncologici che permette di ridurre il tempo del trattamento. È questa una delle ultime novità in arrivo nella Radioterapia dell’ospedale Sant’Anna e, nei prossimi mesi, è previsto l’arrivo di altri macchinari. Ne abbiamo parlato con Ernestina Bianchi, responsabile della struttura.

Dottoressa al Sant’Anna potete contare su un nuovo macchinario per la radioterapia, di cosa si tratta?

Grazie ai finanziamenti stanziati dal Pnrr è stato installato un nuovo acceleratore ‘TrueBeam’ per la cura dei pazienti oncologici. La nuova tecnologia è andata a sostituire uno dei tre macchinari in uso e che era stato installato nel 2010. Lo scorso 29 maggio il nuovo acceleratore è entrato a tutti gli effetti in uso con il trattamento dei primi 5 pazienti. Credo sia importante sottolineare anche che, entro la fine di quest’anno, dovrebbe essere installata la nuova Tc dedicata alla Radioterapia oltre ad un altro acceleratore ‘TrueBeam’, con finanziamento Pnrr, che andrà a sostituire uno dei due “Linac Varian” rimasti.

Quali i vantaggi di questo nuovo acceleratore?

Rappresenta una nuova possibilità di cura per i pazienti oncologici. Permette di erogare trattamenti con dosi mirate e molto elevate, in pochi secondi, grazie alla tecnologia Flattening Filter Free. Consente, inoltre, di utilizzare frazionamenti alterati della dose (ipofrazionamento) con conseguente aumento di efficacia del trattamento e, a beneficio del paziente, riduzione del numero di sedute.

Come funziona?

È utile sottolineare che il posizionamento ottimale del paziente è garantito da un lettino robotizzato in grado di muoversi nelle sei dimensioni. L’acceleratore è in grado di sincronizzare il trattamento con gli atti respiratori, si tratta di un requisito necessario per trattare le neoplasie soggette a movimento, come ad esempio il tumore del polmone o i tumori addominali. Sull’acceleratore, inoltre, verrà anche implementato il sistema di gating respiratorio, tecnica utilizzata in particolare nel trattamento delle pazienti operate per tumore mammario, insorto nella mammella sinistra, in quanto permette di ridurre la dose erogata al cuore, con conseguente riduzione del rischio di tossicità cardiaca tardiva.

Ma quando parliamo di radioterapia cosa intendiamo?

La Radioterapia si basa sull’impiego di radiazioni ionizzanti: fotoni X.

Quando viene impiegata?

La Radioterapia viene impiegata per la cura dei pazienti oncologi e trova indicazione come trattamento curativo, associato o meno alla chemioterapia, ma anche adiuvante e quindi a seguito di trattamento chirurgico, oppure palliativo/sintomatico. In questo ultimo caso la radioterapia viene eseguita per controllare un sintomo come che può essere dolore, sanguinamento o difficoltà respiratoria, oppure, eseguito in caso di neoplasie avanzate per contenere l’evoluzione della neoplasia e migliorare la qualità di vita del paziente.

Esistono più forme di somministrazione?

Quando si parla di radioterapia, generalmente si fa riferimento alla radioterapia transcutanea o a fasci esterni, in quanto, la sorgente del fascio è posizionata all’esterno del corpo. Questo si differenzia dalla brachiterapia dove la sorgente di radiazioni è a contatto o molto vicina al tumore da trattare. Quello che caratterizza un trattamento radioterapico a fasci esterni è il tipo di tecnica utilizzata. Attualmente le tecniche di trattamento più utilizzate presso la nostra divisione sono la tecnica volumetrica (Rapid Arc), la tecnica ad intensità modulata (Imrt) e grazie alla tecnica Rapid Arc possiamo eseguire trattamenti stereotassici.

Come si somministra questo tipo di terapia? è un trattamento doloroso?

La radioterapia a fasci esterni è un trattamento indolore. Il paziente, grazie all’utilizzo di sistemi di contenzione dedicati, è disteso sul lettino di trattamento (simile al lettino della Tc) in posizione supina e la testata dell’acceleratore ruota attorno a lui con l’emissione di un fascio di radiazioni che è invisibile.

Quali i possibili effetti avversi?

Gli effetti collaterali conseguenti ad un trattamento radioterapico variano a seconda del distretto irradiato e, generalmente, sono localizzati e limitati alla sede irradiata. In caso di irradiazione per tumore della prostata, per fare un esempio, il paziente potrà manifestare sintomi come cistite, tenesmo rettale o eritema cutaneo perianale.

L’approccio a questi pazienti è multidisciplinare? quali le figure coinvolte?

L’indicazione al trattamento viene data dopo valutazione multidisciplinare solo per i pazienti che si rivolgono alla nostra struttura per la diagnosi e la cura. Da diversi anni, a seconda della tipologia di tumore, sono state organizzate delle discussioni multidisciplinari “ad hoc”. Il lunedì, ad esempio, vengono discussi i casi di pazienti con diagnosi di neoplasia polmonare, cerebrale e del distretto cervico-cefalico, il martedì si discutono i casi di pazienti operate per cancro della mammella, il mercoledì si discutono i casi di pazienti con diagnosi di neoplasia delle vie genito urinarie come tumore della prostata o della vescica. Il giovedì, infine, vengono discussi i casi di pazienti con diagnosi di neoplasia del distretto ginecologico e gastroenterologico. E’ evidente quindi che le figure specialistiche coinvolte sono diverse. Per citarne alcune il radioterapista, l’oncologo, il radiologo, l’anatomo patologo, il chirurgo, il genetista. Ovviamente gli specialisti cambiano, in occasione delle varie discussioni, a seconda del distretto interessato.

Avete in carico anche pazienti con diagnosi in altre strutture?

Si. La nostra divisione, essendo sempre stata un centro all’avanguardia, recluta anche i pazienti che si sono rivolti ad altre strutture ospedaliere per la diagnosi e la cura e che, per esigenze logistiche, preferiscono eseguire il trattamento radioterapico vicino al proprio domicilio. In questi casi il paziente accede al nostro reparto mediante prenotazione di prima visita.

Il trattamento è ambulatoriale? esistono dei protocolli standard o la terapia varia da paziente a paziente?

Il trattamento radioterapico viene sempre eseguito in regime ambulatoriale, eccetto nel caso di pazienti ricoverati e che necessitano di trattamento sintomatico o palliativo. In base all’intento del trattamento, che può essere, come detto, di tipo curativo, adiuvante o palliativo, e al tipo di tumore, varia la dose totale da erogare e il numero di sedute. Esistono comunque linee guida nazionali ed internazionali che definiscono le dosi ed i volumi da irradiare in base al tipo di tumore e alle quali noi facciamo sempre riferimento.

È vero che in alcuni casi la radioterapia sostituisce la chirurgia? Se si, per quali tipologie di tumori?

Si, in alcuni casi la radioterapia rappresenta l’opzione terapeutica di prima scelta. Questo avviene per i tumori della cervice uterina localmente avanzati, alcuni tumori del distretto cervico cefalico (rinofaringe, orofaringe, laringe, ipofaringe), tumori del polmone, tumori della prostata e tumori del canale anale.

Cosa vi aspettate in futuro in questo ambito della medicina?

Ci aspettiamo la possibilità di eseguire trattamenti sempre più mirati con numero di sedute inferiore e minor tossicità.

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