2° Festival delle Bande Musicali Provincia di Vicenza

(Arv) Venezia 26 mar. 2025 -     “Nella sua realtà sociale, sia nel ruolo militare come in quello civile a partire dall’800, la banda è stata, ed è tuttora, la principale fra le espressioni musicali destinate ad essere fruite trasversalmente dall’intera collettività. Si diffonde proprio quando nell’Ottocento si affermano gli ideali di libertà, giustizia e democrazia, in una società non più dominata da nobili e reali, ma segnata da borghesi e popolani, che si ritrovavano in un nuovo senso civico, protagonisti della storia, fatta di disciplina militare, giustizia e sentimento religioso, attivismo e preghiera riassunta nei capitoli fondamentali del repertorio bandistico: l'inno e la marcia. Un ruolo non secondario lo avevano anche gli elementi visivi: le divise, lo scintillio degli ottoni e gli apparati delle processioni portavano in piazza e per strada una teatralità che esaltava valori comuni, in cui proiettare il modello d'uomo risorgimentale, di solidi principi morali e inattaccabile senso al dovere. La banda svolge da subito un ruolo eccezionale nell’avvio di una nuova cultura di massa e non è un caso se venne subito impiegata quale supporto al ballo, al divertimento, meritato riposo del cittadino-soldato integerrimo e della sua famiglia che si ritrovava alla domenica in piazza o al parco. Insomma, sin dalla sua nascita, la banda è voce non solo musicale, di una comunità, anche piccola: la banda, in Italia, dall’800 in poi è cittadina. Non esiste una banda nazionale: esistono le bande di tante cittadine, di reparti delle Forze Armate come dei corpi civici”. Con queste parole il Presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti ha aperto la conferenza stampa di presentazione della 2° edizione del Festival delle Bande Musicali della Provincia di Vicenza. “Si spiega allora il valore della compresenza nel festival che oggi presentiamo delle Pro-Loco che nascono appunto per valorizzare l’identità locale. Un’identità di cui la banda è voce e in molti casi anche storia. La banda venne utilizzata sin da subito come scuola di formazione musicale soprattutto grazie alla sua capillare distribuzione sin nei centri più piccoli del territorio italiano. Quella bandistica non è una musica minore, anzi e la produzione di illustri compositori come Beethoven, Spontini, Mendelssohn, Rossini, Berlioz, Wagner, Mayerbeer, Saint-Säens, Rimskij-Korsakov, lo conferma. E lo conferma anche l’impiego drammatico sempre più diffuso della banda nell’opera italiana che trova in nomi del calibro di Rossini, Bellini, Donizetti e per l’appunto Verdi, i suoi massimi esponenti”, ha proseguito il Presidente. “Impossibile non pensare infine alla banda quale padrona indiscussa della piazza: ad essa va il merito di aver diffuso la cultura musicale alle masse popolari impossibilitate, sia da fattori sociali che economici, ad avvicinarsi ai luoghi di fruizione della cosiddetta musica colta; e non va nemmeno trascurata la partecipazione della banda e della fanfara nelle feste da ballo e nelle processioni e manifestazioni religiose: è difficile, almeno per noi veneti, immaginare una cerimonia come quelle per il IV Novembre o per la Liberazione senza la banda. Con ciò voglio dire che le bande hanno un ruolo anche nell’era dell’intelligenza artificiale e non è un ruolo di nicchia: ecco perché il mio consiglio è quello di andare a villa Cordellina Lombardi per capirlo di persona”, ha concluso il Presidente.

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