Ansa Press Release
Martedì 15 Marzo 2022
Colombi (Uilpa). Il precariato di Stato impedisce la gestione del PNRR
Tra le centinaia di condizionalità che la Commissione Europea ha imposto all’Italia per ottenere i fondi poi confluiti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ce n’è una particolarmente odiosa: le nuove assunzioni nel pubblico impiego devono essere prevalentemente a tempo determinato. Per l’ennesima volta Bruxelles è riuscita a rendere impossibile la vita dei cittadini europei e, nella fattispecie, di quelli italiani. Ma ancora una volta hanno sbagliato i calcoli.
Ne è prova il fatto che tanti tra i 500 Funzionari esperti assegnati al MEF e ad altre Amministrazioni centrali per la gestione del Piano e rendicontazione degli investimenti europei non accettano il posto per la temporaneità dei contratti offerti. Contratti che ovviamente impediscono di pianificare la propria vita a medio e lungo termine. E come se non bastasse questa falla la durata del contratto è stata lasciata alla discrezionalità delle singole Amministrazioni. Cosicché alcune hanno scelto di siglare contratti a 5 anni, altre a un singolo anno, creando notevoli diseguaglianze tra lavoratori con identico inquadramento giuridico.
Abituati alla vita lussuosa (pagata dal contribuente) i membri della Commissione Europea non sanno che per uno statale gli affitti a Roma sono inaccessibili. Pertanto molti rinunciatari hanno adottato diverse strategie di sopravvivenza: optato per contratti più brevi, ma nelle vicinanze della regione di residenza; vincere concorsi a tempo indeterminato in altre Amministrazioni Central; attendere le graduatorie in corso di pubblicazione per posti a tempo indeterminato.
Persino il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, durante un’audizione al Senato del 23 febbraio scorso è dovuto intervenire sul problema dichiarando:” Per il futuro occorrerà trovare dei correttivi finalizzati a rendere più attrattive queste posizioni (esempio aumentando la quota delle unità che potranno essere stabilizzate o prevedendo maggiori riconoscimenti economici per unità di personale preposte alle strutture PNRR).”
Accogliamo positivamente le dichiarazioni del Ministro, ma facciamo notare che: 1) il problema principale è l’assenza di meccanismi chiari per la stabilizzazione dei lavoratori; 2) soluzioni definitive devono essere trovate in tempi brevi, addirittura brevissimi, visto che numerosi colleghi hanno già lasciato le Unità di Missione, ed altri le lasceranno nel corso di quest’anno; 3 sperare nello scorrimento delle graduatorie non risolve il problema perché non è in grado di coprire i 500 posti originariamente previsti.
Da questa vicenda – che peraltro investe anche altri ministeri – il governo e la politica tutta dovrebbe apprendere una lezione: il precariato è una iattura in generale e quello di Stato una iattura ancora peggiore perché rischia di non farci rispettare gli accordi con l’Europa, di minare la nostra credibilità internazionale e di gravare sulle finanze del Paese. A Bruxelles qualcuno dovrebbe tornare sui banchi di scuola.
Sandro Colombi, Segretario generale Uil Pubblica Amministrazione
Roma, 15 marzo 2021
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