Ansa Press Release
Giovedì 12 Dicembre 2024
Consiglio Veneto approva con 39 voti favorevoli e 9 contrari “Legge di stabilità regionale 2025"
(Arv) Venezia 12 dic. 2024 - Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con 39 voti favorevoli e 9 contrari la “Legge di stabilità regionale 2025” al termine i un lungo e articolato dibattito che ha riservato nella parte finale un momento di rilevanza politica con l’annuncio da parte del gruppo di Forza Italia di non partecipazione al voto. La Legge di stabilità, dunque, è passata con i voti della Lega Nord-Liga veneta e di Fratelli d’Italia. Contrari Pd, Europa verde, il Veneto che Vogliamo e Arturo Lorenzoni del Gruppo misto.
Nel corso della sessione pomeridiana dei lavori odierni, dopo gli interventi del relatore, il presidente della Commissione bilancio dell’assemblea legislativa Luciano Sandonà (Lega-LV), del correlatore, la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani (Partito Democratico), e del Presidente Luca Zaia, è proseguita la discussione generale nel corso della quale sono intervenuti, con particolare riferimento ai punti toccati del Presidente Zaia, il capogruppo di Europa Verde Renzo Masolo che, a proposito di Irap, ha annunciato “Un emendamento volto a chiedere anche ai produttori di acque minerali di fare la propria parte, stanti i prezzi molto bassi delle concessioni, a fronte di un business in forza del quale, per ogni euro pagato allo Stato, se ne guadagnano 200”, e la vicepresidente dell’assemblea legislativa Francesca Zottis (Pd) che, sullo stesso tema, ha affermato di “Non essere concorde con la rideterminazione dell’aliquota IRAP perché l’errore sta soprattutto nel quando e nel come, e non si tratta nemmeno di una tassa equa, e ciò in quanto, caricandola sulle imprese, arriva poi in capo al cittadino e ai lavoratori”. La vicepresidente della Prima commissione Chiara Luisetto (Pd) si è soffermata sull’aspetto della “Temporaneità della tassazione: sappiamo che non è così: il bilancio è triennale, non è una tassa di scopo, è destinata a pesare su una pluralità di realtà produttive, comprese quelle del terzo settore, e nel complesso non fa che gravare su una situazione già complessa”.
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