(Arv) Venezia 28 nov. 2023 - Il Consiglio regionale del Veneto, nel corso della seduta odierna, ha approvato con 36 voti favorevoli e 9 contrari, la Proposta di deliberazione amministrativa n. 64, d’iniziativa della Giunta, di adozione del Documento di Economia e Finanza Regionale (DEFR) 2024-2026. I lavori d’Aula proseguiranno con l’esame della Pda n. 72, sempre d’iniziativa dell’esecutivo, di adozione della Nota di Aggiornamento del DEFR. Relatore dei due provvedimenti, il presidente della Prima commissione dell’assemblea legislativa Luciano Sandonà (Lega-LV), correlatore la vicepresidente della stessa commissione, Chiara Luisetto (Partito Democratico).
Come ricordato dal relatore, che ha illustrato congiuntamente i due documenti, il DEFR è il documento di programmazione generale della Regione - organizzato per obiettivi, missioni e i relativi programmi e indirizzi alle società e agli enti partecipati e controllati - che sta alla base della manovra di bilancio 2024-26. L’impostazione del provvedimento riflette il quadro generale macroeconomico di incertezza della finanza pubblica, caratterizzata dagli effetti delle crisi internazionali e dall’entità dell’indebitamento, elementi che orientano in via generale alla prudenza e al rientro del debito. La Nota, in sintesi, riporta in sintesi i dati macroeconomici di crescita del Prodotto Interno Lordo previsti per il 2024 ed è caratterizzata dalla particolare attenzione rivolta alla prospettiva dell’autonomia finanziaria, nonché alla Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile, al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (strumento di risposta alla crisi pandemica) e alla Programmazione comunitaria.
“Nel DEFR manca la visione conseguente ai tagli destinati ad abbattersi su enti locali e regioni - ha sottolineato Luisetto nel corso della correlazione - tagli che renderanno necessaria la rimodulazione delle previsioni contenute nel Documento; il Veneto dovrà rinunciare a 28 milioni di euro: la coperta a disposizione dell’assessore Calzavara sarà sempre più corta per effetto di decisioni prese da un governo nazionale che ha, peraltro, lo stesso colore politico di quello regionale, mentre avanza lo spettro di una nuova spending review incoerente rispetto alle promesse elettorali che parlavano di tagli delle accise e di sostegno allo sviluppo dei territori”. “Di fronte alle sfide occupazionali e alla crisi che colpisce principalmente la popolazione più vulnerabile ed esposta alla povertà - ha aggiunto Luisetto - questo documento programmatico sa fare il proprio lavoro? Quanto sa essere politico? Il DEFR si configura come un libro dei sogni declinato sull’eccellenza del Veneto, ma scollegato dalla realtà, organizzato per missioni e obiettivi in parte irraggiungibili”.
Cristina Guarda di Europa Verde ha sottolineato la mancanza di proposte atte a contrastare la ‘tassa occulta’ derivante dalla spinta inflattiva che colpisce le fasce più fragili della popolazione, suggerendo di recuperare risorse per mezzo di un intervento sull’addizionale Irpef, oppure - sulla falsariga del Trentino Alto Adige che ha destinato ad altro circa la metà dei 50 milioni previsti per l’impianto di Baselga di Pinè, depennato dalla lista degli investimenti olimpici - di utilizzare gli 85 milioni di euro immobilizzati nel 2020 per la pista da bob e per le strutture al servizio delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026: risorse che potrebbero essere destinate a sostenere “Le vere legacy di cui il Veneto ha bisogno: salute, sociale, ambiente e impresa” .
Per Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico, “Il DEFR non è condivisibile perché non affronta le complessità del momento e appare impostato come se fosse influenzato solo da elementi esterni - crisi internazionali ed economiche - di fronte ai quali la Regione sembrerebbe non poter intervenire”. Il DEFR non affronterebbe le principali emergenze economiche sorte dopo la ripresa post covid - con particolare riferimento alla situazione della manifattura e dell’export in Veneto -, i tagli lineari al bilancio e i tagli alla sanità (analizzati in seguito anche dalla vicepresidente dem della Commissione consiliare sociosanitaria Anna Maria Bigon e dal presidente della Quarta commissione Andrea Zanoni, che si è soffermato sui temi ambientali e climatici, sui dati veneti riguardanti il consumo di suolo, nonché sugli aspetti relativi alla legalità), e non proporrebbe un intervento organico a supporto del tessuto industriale: “Altre regioni, in un periodo espansivo - non in quello recessivo come l’attuale - hanno scelto gli asset strategici sui quali investire, mentre in Veneto si tende a distribuire finanziamenti a pioggia. Mancano, inoltre, il quadro delle fragilità ambientali e il riferimento alla radicata presenza delle organizzazioni criminali sul territorio”. In conclusione, secondo la capogruppo Camani, “Il DEFR rinuncia ad analizzare il contesto nel quale è chiamato a muoversi e si presenta insufficiente a incidere sulla realtà: le mancate analisi della crisi che investe il sistema produttivo, delle fragilità, delle attuali condizioni del mercato del lavoro, della criminalità in Veneto, costituiscono rinunce a produrre politiche capaci di influenzare e cambiare questi elementi”, aspetti sui quali successivamente è intervenuta anche la vicepresidente del Consiglio regionale Francesca Zottis (Pd). Di seguito, sono intervenuti la capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel - che ha evidenziato l’insufficienza del Documento soprattutto rispetto alle politiche rivolte ai giovani, alle necessità di edilizia residenziale degli studenti e alle iniziative di contrasto della violenza di genere, con particolare riguardo ai finanziamenti destinati ai centri antiviolenza: “Un Veneto eccellente - ha concluso Ostanel - non si costruisce con le briciole” -, il consigliere dem Jonatan Montanariello - che ha descritto un DEFR “Costruito su proclami, caratterizzato da un approccio ragionieristico, ma privo di soluzioni concrete con riferimento ai servizi che impattano sulla vita quotidiana: sanità, trasporti, politiche abitative, caro affitti, istruzione”, la capogruppo del Movimento 5 Stelle Erika Baldin - intervenuta sui temi relativi al contrasto alle povertà, all’inclusione sociale, all’eliminazione del reddito di cittadinanza e al blocco del superbonus edilizio, agli infortuni sul lavoro, al sostegno dei centri antiviolenza, ai temi energetici (con particolare riguardo allo stop alle trivellazioni), al diritto allo studio in rapporto ai temi trasportistici e abitativi, al consumo di suolo, alla sicurezza stradale -, e il portavoce dell’opposizione Arturo Lorenzoni che ha rilevato la mancanza di realismo del DEFR regionale, sottolineando la mancanza di strategie sulle politiche giovanili e sulla crisi del tessuto produttivo.
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