Consiglio Veneto approva il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2022

(Arv) Venezia 18 lug. 2023 -      Al termine della seduta odierna, il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con 30 voti favorevoli e 7 contrari il Progetto di legge n. 201, d’iniziativa della Giunta, relativo al Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2022, relatore per l’Aula, il Presidente della Prima commissione Luciano Sandonà (Lega-LV), correlatore, la Capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani.

Il Relatore Sandonà ha ricordato che il consuntivo è composto dal conto di bilancio (che dimostra i risultati finali della gestione sotto l’aspetto finanziario e dà informazioni di natura contabile), dal conto economico (che evidenzia le componenti positive e negative della gestione di competenza) e dallo stato patrimoniale (che rappresenta la consistenza del patrimonio al termine dell’esercizio), e ne ha riassunto i punti salienti; in estrema sintesi: la positività del fondo cassa (1,289 miliardi di euro, indice di stabilità finanziaria) e il miglioramento del risultato di amministrazione rispetto all’anno precedente (saldo positivo di oltre 1.705 milioni di euro, con un miglioramento di circa 489 milioni rispetto al 2021; tale voce nel 2014 era attestata a -677 milioni di euro). Per il 2022 la quota accantonata è pari a 2.555 milioni. Il disavanzo finanziario al 31/12/2022 risulta determinato in 1.379 milioni, in costante riduzione rispetto ai 3.184 milioni al 31/12/2015. La consistenza del fondo cassa ha consentito di non ricorrere a finanziamenti bancari per investimenti autorizzati prima del 2015, il che permette di ridurre il debito autorizzato e non contratto di 90 milioni di euro, attestatosi a -95 milioni di euro. Per quanto riguarda le entrate, gli accertamenti totali relativi ai vari Titoli sono quantificati in 16.518 milioni mentre le riscossioni totali (in conto competenza e in conto residui) sono determinate in 14.975 milioni. Sul fronte delle spese, gli impegni totali relativi alle varie Missioni (che rappresentano le funzioni principali e gli obiettivi strategici perseguiti dalle regioni) sono pari a 15.940 milioni mentre i pagamenti totali (in conto competenza e in conto residui) sono determinati in 15.149 milioni. Il Rendiconto 2022 contempla anche i risultati di gestione del Consiglio Veneto, oggetto di un apposito emendamento che aggiunge un ulteriore articolo al Pdl originario. L’Assessore regionale Francesco Calzavara, nel corso del proprio intervento, ha ringraziato le strutture che hanno elaborato il Rendiconto, parificato il 4 luglio scorso dalla Sezione regionale di controllo della Corte dei conti, e che aveva ricevuto, oltre al via libera della Prima commissione consiliare, anche l’ok del Collegio dei Revisori dei conti con relazione del 16 maggio e del Consiglio delle Autonomie Locali con parere favorevole e unanime del 26 giugno.

Il correlatore della proposta legislativa, la Capogruppo del Pd Camani, ha sottolineato che il Rendiconto consente non solo una valutazione formale, ma anche sostanziale delle politiche regionali di spesa. L’utile d’esercizio della Regione del Veneto pari a circa 1,7 miliardi di euro attesta come da sette anni la politica di risparmio serva a ripagare debiti accumulati dalla Regione tra il 2005 e il 2015: “A dieci anni di spesa pubblica allegra corrisponderanno quindi dieci anni di risparmi; la questione è se questo andamento della spesa pubblica, a maglie larghe nel primo decennio, strettissime nel secondo, sia coerente con i bisogni dei cittadini, al di là della necessità di riassorbire i debiti”. A un bilancio di impronta rigorista corrisponde inoltre un’assenza di spesa per investimento, ad eccezione della Pedemontana, unico investimento in conto capitale della Regione. Il documento all’esame dell’Aula, inoltre, supera di oltre un quinto il bilancio di previsione, rendendo poco verosimile il relativo dibattito dei mesi scorsi, aspetto toccato anche dalla Capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel che ha posto l’attenzione anche sulle politiche a favore dell’edilizia abitativa, stigmatizzando l’assenza di investimenti in tal senso, nonostante esista la possibilità di contrarre mutui. Nell’ambito della correlazione, infine, è stata toccata la difficoltà legata alla valutazione del perimetro sanitario di spesa, con particolare riguardo, a titolo esemplificativo, alle liste d’attesa: “Cos’è stato fatto per risolvere questo dramma? A fronte del numero relativo al risparmio, che supera la cifra di 1,7 miliardi di euro, nel Rendiconto manca il numero delle persone che hanno rinunciato a curarsi a causa delle liste d’attesa, oppure il numero delle persone che hanno messo mano alle proprie tasche rivolgendosi al privato”.

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