CRV - Consiglio Veneto: avviato l’esame della Legge di stabilità regionale 2025

Consiglio Veneto: avviato l’esame della Legge di stabilità regionale 2025. In Aula, il Presidente Luca Zaia


(Arv) Venezia 12 dic. 2024 -    Dopo l’approvazione della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, avvenuta nella serata di ieri, il Consiglio Veneto ha iniziato questa mattina l’esame del progetto di legge n. 301 di iniziativa della Giunta rubricato “Legge di stabilità regionale 2025”, relatore il presidente della Commissione bilancio dell’assemblea legislativa Luciano Sandonà (Lega-LV), correlatore la capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani (Partito Democratico).
Come ha ricordato il presidente Sandonà, la legge di stabilità è adottata in relazione alle esigenze derivanti dallo sviluppo della fiscalità regionale in corrispondenza dell’annuale approvazione della legge di bilancio e contiene “Il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio di previsione, e norme tese a realizzare esclusivamente effetti finanziari con decorrenza dal primo anno del triennio. Trae il riferimento necessario, per la dimostrazione della copertura finanziaria delle autorizzazioni annuali e pluriennali di spesa da essa disposte, dalle previsioni del bilancio a legislazione vigente”. La proposta prevede, tra l’altro, nella formulazione post manovra emendativa presentata due settimane fa dalla Giunta in Commissione bilancio, la rideterminazione dal 2025 dell’aliquota IRAP che viene maggiorata - rispetto alla proposta iniziale, che risaliva ad agosto - dello 0,65% per determinati soggetti economici e dello 0,18% per altre categorie di attività d’impresa, portando le previsioni d’entrata a favore della Regione verso la soglia degli 80 milioni di euro nel 2025, in luogo dei 54 inizialmente previsti.
La capogruppo del Pd Camani ha evidenziato in apertura del proprio intervento alcuni macrotemi: “Le politiche fiscali vanno indirizzate verso il contrasto delle diseguaglianze, ed è questa la ragione che giustifica un’imposizione fiscale. La contrapposizione tra ‘i partiti delle tasse’ e ‘i partiti contro le tasse’ è una semplificazione retorica che impedisce di approfondire il dibattito: non è vero che abbiamo lasciato 1,2 miliardi di euro all’anno nelle tasche dei veneti, perché quella cifra rappresenta la conclusione derivante da un modello teorico. Una cifra realistica è di 360 milioni: quindi, se noi avessimo preso questi 360 milioni, saremmo andati a mettere le mani nelle tasche del 71% dei veneti per un importo medio di 60 euro l’anno e nelle tasche dei veneti che dichiarano più di 50mila euro per 660 euro l’anno. Se l’obiettivo che ci siamo posti in questi 14 anni, decidendo di non utilizzare la leva fiscale come strumento per contrastare le diseguaglianze, era di lasciare i soldi in tasca alla gente, è un obiettivo fallito: la classe media della nostra regione con 60 euro in più all’anno, quale beneficio concreto ha avuto? Che il bilancio non avrebbe retto, era chiaro fin dall’inizio di questa legislatura: dal 2020 l’impianto - a fronte delle emergenze crescenti, ai bisogni che salgono e alle diseguaglianze che si allargano - la politica dovrebbe agire per tempo, non all’ultimo: quando ci si rende conto che servono 80 milioni, si chiedono soldi alle imprese, un intervento che arriva scegliendo uno strumento che non considero idoneo e non lo si fa per affrontare il contesto attuale, ma per pagare il buco della SPV e i tagli del governo Meloni. Altro problema, il metodo: non si può aumentare l’Irap con una seduta di Giunta a Ferragosto senza dire nulla a nessuno, una richiesta di concertazione e condivisione che è stata ribadita dalle imprese anche nell’ultima seduta della Prima commissione. Una tassa che disincentiva le assunzioni e gli investimenti, in una fase in cui le imprese stanno già iniziando a rallentare sul fronte assunzionale preparandosi alla cassa integrazione, e riducendo la propensione agli investimenti. Costruiamo le condizioni affinché queste risorse non servano a tappare i buchi, ma possano essere un investimento pubblico, una grande scommessa sulla nostra Regione”.
Dopo la presentazione del Pdl n. 301 da parte del relatore e del correlatore, è intervenuto il Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che, dopo aver annunciato il pronunciamento della Cassazione sulla legittimità della richiesta di referendum abrogativo relativa alla legge sull’autonomia differenziata, ha tratteggiato “Quello che dovrebbe essere l’ultimo bilancio della legislatura, un bilancio da 18,45 miliardi di euro, di cui 10,45 dedicati alla sanità, un bilancio che nel 2010 aveva una “spesa libera” a disposizione dei diversi assessorati di circa 500 milioni di euro, cifra che nel 2025 è scesa a circa 80 milioni. Si tratta comunque di un bilancio di prospettiva: non facciamo le manovre finanziarie nottetempo o a Ferragosto; non è un bilancio che cerca di chiudere la giornata con qualche espediente, ma di continuare a presentare un Veneto attrattivo per le grandi imprese. La scelta di fondo è sempre stata quella di rendere più efficiente la macchina amministrativa e di tenere sotto controllo i conti, dal punto di vista del personale e dell’efficientamento della spesa. Siamo ancora oggi fermi sull’idea di non toccare l’Irpef e di mantenere la minor imposizione pro-capite; il tema dell’Irap non lo viviamo come un’angheria contro le imprese: aumenti, in alcuni casi di alcune decine di euro su determinate aziende, non pare destinato a incidere sui parametri degli investimenti e delle assunzioni, un incremento di gettito fiscale che non è destinato ad alimentare gli sprechi; il Veneto è la penultima Regione per livello di imposizione fiscale, pari a 23,7 euro pro capite: le regioni con le nostre dimensioni hanno valori almeno cinque volte superiori. Il Veneto non sta uscendo di scena, non ci sono altri player, a dispetto di una situazione complessiva difficile”.
Di seguito, il Presidente Zaia ha affrontato alcuni macrotemi, a partire dalla Sanità: “Non abbiamo abdicato alla cura pubblica dei cittadini, in un quadro complessivo di problemi assunzionali. La sanità in Veneto sta performando bene: 140 milioni di euro in infrastrutture sanitarie, oltre al nuovo Ospedale di Padova e all’Ospedale pediatrico, e alla rete degli ospedali di comunità, con investimenti Pnrr”. A proposito delle Olimpiadi “A fronte della narrazione per cui tutto dovrebbe andare a rotoli, l’operazione porta investimenti per 216 milioni di euro in opere, 1,14 miliardi in infrastrutture, 15 milioni per altri interventi: totale generale superiore a 1,37 miliardi di euro, copertura finanziaria di 956 milioni (mancano ancora 400 milioni), copertura finanziaria regionale di 25 milioni. Indotto previsto: oltre 5,3 miliardi di euro. Cortina vive della fama delle Olimpiadi del ’56: dal 2026 vivrà per altri decenni, è la mia speranza, della fama delle Olimpiadi che abbiamo messo in piedi noi”. Sul tema della Pedemontana, dopo aver ripercorso il lungo e complesso iter di gestazione, progettazione e realizzazione dell’infrastruttura viaria, il Presidente Zaia ha annunciato un provvedimento “Destinato ad abbattere i costi del pedaggio per tutto il traffico locale lungo l’asta della Pedemontana”. In conclusione, il Presidente Zaia ha toccato il tema dell’autonomia differenziata: “La legge esiste ancora, non è stata bocciata: la Corte, oltre ad affermare che l’autonomia è costituzionale, tocca 52 punti, evidenziando che 25 osservazioni sono infondate e 13 inammissibili; poi la Corte chiede di fare 14 modifiche alla legge Calderoli, che non è smontare la legge Calderoli”.
Di seguito, a concludere i lavori della mattinata, è intervenuta la capogruppo de il Veneto che Vogliamo Elena Ostanel a proposito della tassazione: “È meglio tassare le imprese venete per raccogliere 80 milioni di euro o chiedere un contributo, come chiedo da inizio legislatura, a chi dichiara più di 50mila euro l’anno per raccogliere 125 milioni?” per poi concludere con il tema del “fine vita”, a proposito del quale è intervenuto anche il Presidente Zaia che ha interloquito con la capogruppo su dati risultanti da un accesso agli atti volto ad approfondire i dati sulla tematica in questione.

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