Ansa Press Release
Lunedì 27 Gennaio 2025
CRV - In Consiglio il libro “Rossi, storia e opere di una famiglia che ha cambiato l’Italia"
Presentato in Consiglio Veneto il libro “Rossi, storia e opere di una famiglia che ha cambiato l’Italia e non solo”, a cura dell’associazione ex allievi dell’ITIS Rossi di Vicenza
(Arv) Venezia 27 gen. 2025 - Presentato questa mattina a Venezia, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale del Veneto, il libro “Rossi, storia e opere di una famiglia che ha cambiato l’Italia e non solo”, a cura dell’associazione ex allievi dell’ITIS Alessandro Rossi di Vicenza.
“In un’epoca in cui il mondo stava muovendo i primi passi verso l’industrializzazione - ha ricordato il Presidente dell’assemblea legislativa Roberto Ciambetti nel saluto istituzionale introduttivo - Alessandro Rossi intuì che il progresso non poteva prescindere da una formazione tecnica che coniugasse conoscenza teorica e competenze pratiche. Grazie a questa visione nacque la scuola destinata a formare tecnici qualificati, ma anche a cambiare la storia economica e industriale del nostro Paese, e non solo. La scorsa settimana, a Valdagno, all’inaugurazione del primo corso destinato a neodiplomati per la formazione di tecnici che sappiano cogliere le sfide della modernità, abbiamo affrontato il tema dell’intelligenza artificiale e della rivoluzione in atto; la visione di Rossi è analoga a quella di chi guarda all’Intelligenza Artificiale come uno strumento grazie al quale scrivere e interpretare il futuro, unendo la sensibilità e ciò che ci rende umani all’alta tecnologia delle macchine”.
“La straordinarietà dell’Istituto Rossi e dei suoi 140 anni di storia - ha sottolineato Giovanni Luigi Fontana, Presidente dell'Accademia Olimpica di Vicenza - sono stati all’origine di quest’opera che è cresciuta su sé stessa, una sorta di summa teologica di tutto ciò che può essere scritto in materia setacciando ogni fonte disponibile. Parlare di Alessandro Rossi, peraltro, significa parlare della storia d’Italia; il grande pubblico tende però ad avere un’idea vaga della figura di Rossi: l’idea di questo libro è stata innanzitutto quella di fornire nozioni agli studenti e quindi a un pubblico via via più ampio. La prima parte del volume è dedicata ai Rossi, alla famiglia, alle loro origini, ai rapporti con il polo laniero della Repubblica Veneta; la narrazione si dipana attraverso la storia dell’impresa, accompagnata da schede che facilitano la lettura, stante anche la ricca massa di informazioni contenuta nel volume. La seconda parte è dedicata alla storia dell’Istituto Rossi, alla descrizione di ulteriori momenti decisivi per la sua vita, come il trasferimento a Roma nel corso della prima guerra mondiale, oppure ad allievi come Federico Faggin, presidente onorario dell’associazione ex allievi dell’ITIS Rossi, e degli industriali, componenti di Confindustria, di imprese, di istituzioni che hanno frequentato l’Istituto. C’è una vocazione “autoriduzionista” in questa regione da parte delle sue classi dirigenti: al contrario, questa regione ha una grande storia industriale e una classe dirigente che ha attraversato il Risorgimento: la figura di Rossi è l’emblema di una storia che è necessario continuare a trasmettere e a rivalutare per capire qual è stato il ruolo del Veneto nella costruzione dell’Italia, un Veneto che ha partecipato pienamente e da anticipatore all’industrializzazione dell’Europa. Rossi aveva una formazione particolare e profonda, era uomo d’azione e di pensiero e quando entrerà in Parlamento continuerà a essere uomo d’industria, e diventerà leader di battaglie economiche necessarie per competere con inglesi e francesi, le forze economiche prevalenti dell’epoca, manifestando superiorità di diagnosi e di proposte. Il ruolo di Rossi era quello di un industriale di statura europea: il progetto del quartiere operaio di Schio veniva preso in considerazione in tutto il continente, riconosciuto anche oltreoceano, dove Rossi, peraltro, si era formato, continuandone l’osservazione e studiandone gli sviluppi con un ruolo di precursore, di anticipatore, quasi profetico. Rossi si impegnerà a trasferire sul territorio cultura imprenditoriale e tecnologie, operando trasformazioni urbane che cambieranno il volto del vicentino dal punto di vista infrastrutturale e trasportistico. L’innovazione tecnica è a servizio della comunità perché la fabbrica non vive nel deserto, un’intuizione che probabilmente precede quella dello stesso Olivetti: capisce che la fabbrica deve trasformare la comunità, con un sistema che diventa modello per tutti in Italia, il “modello rossiano”, esempio per l’Italia dell’800: la Schio dell’epoca era uno dei poli industriali italiani più grandi, forte di 5mila dipendenti, un numero enorme per l’epoca. Una figura moderna, quella di Rossi, che dà un contributo fondamentale alla costruzione dell’Italia industriale, con uno sguardo rivolto al mondo. Le citazioni sarebbero infinite: il libro merita di essere diffuso per non mutilare irrimediabilmente questa eredità”.
“Il Rossi è stato il primo istituto tecnico d’Italia - ha ribadito il curatore del volume, Mariano Magnabosco e presidente dell’Associazione ex allievi dell’ITIS Rossi - nato come Scuola Industriale di Vicenza per creare una figura tecnica che non esisteva all’epoca, se non ricorrendo a lavoratori provenienti da altri stati: in sostanza, la figura del perito industriale, senza Alessandro Rossi, non sarebbe esistita. Il Rossi, nelle fasi iniziali, era organizzato come una sorta di convitto che accomunava insegnanti e studenti, un Istituto che nel corso del tempo crescerà con sostanziali modifiche dal punto di vista organizzativo e logistico, elementi che vengono narrati nel volume, assieme agli insegnanti di prim’ordine e alla gestione diretta dei presidi, una scuola di eccellenza la cui storia prosegue seguendo questo tracciato. Il libro finisce con un elenco di una cinquantina di allievi che si sono particolarmente distinti, arricchito rispetto alla prima edizione”.
“Questo libro racconta l’epopea della mia famiglia - ha sottolineato Alvise Rossi Di Schio, pronipote del fondatore dell’Istituto, nel ringraziare a nome della famiglia chi si è impegnato nella realizzazione del volume - e in particolare la modernità di pensiero di Alessandro Rossi: osservava già, lui, uomo di un altro secolo, fenomeni come la globalizzazione dei mercati e del lavoro, l’importanza degli istituti educativi, delle infrastrutture trasportistiche come elemento di crescita di un territorio ed energetiche con la creazione di centrali elettriche nell’alto vicentino; ha favorito l’accesso alla borsa, dimostrando particolare attenzione ai temi strettamente finanziari; osservò con attenzione i rapporti con il mondo dell’informazione e della comunicazione; studiò e applicò temi sociali e mutualistici; creò un asilo in Eritrea, in realtà una scuola di arti e mestieri per la popolazione locale, un’iniziativa di fine ‘800, testimoniata da un ricco repertorio fotografico. In sostanza, Alessandro Rossi avrebbe ancora molto da insegnarci”.
Nel corso della presentazione è intervenuto il Segretario Generale del Consiglio regionale del Veneto Roberto Valente che, pur non avendo frequentato l’Istituto, ne ha sottolineato la valenza attraverso il ricordo di Angela D’Addio, sua parente stretta e insegnante di matematica al Rossi, oggi scomparsa, e l’istituzione di una borsa di studio che permane da oltre un quarto di secolo per conservare la memoria della storia familiare e dell’Istituto.
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