CRV - Relazione annuale su attività di tutela diritti della persona

(Arv) Venezia 10 giu. 2021 – La commissione Sanità e Sociale del Consiglio veneto, presieduta da Sonia Brescacin (ZP) ha approvato all’unanimità la relazione del Garante regionale per i diritti della persona sull’attività svolta nel 2019.

Una media di tre fascicoli al giorno, 394 istanze di accesso agli atti della pubblica amministrazione, ricerca di un tutore per 422 minori, in gran parte stranieri non accompagnati, 223 casi di affido, conflitto genitoriale o criticità nei servizi per l’infanzia affrontati con interventi mediazione, orientamento, ascolto istituzionale, 53 richieste di intervento da parte di detenuti relativamente alle condizioni di vita carceraria e di salute o di accesso a visite familiari, opportunità di lavoro o di studio: questi i numeri che sintetizzano l’attività di un anno del Garante regionale per i diritti della persona, impersonato in Veneto dal 2015 ad oggi da Mirella Gallinaro, già responsabile dell’Ufficio legislativo del Consiglio veneto. Figura unica di garanzia istituita con lo Statuto regionale nel 2012, il Garante accorpa le funzioni del Difensore civico e del Pubblico tutore dei minori (il Veneto fu la prima regione d’Italia nel 1988 a creare il tutore per l’infanzia) con quelle del Garante per le persone private di libertà personale. L’attività del Garante regionale, che utilizza prevalentemente gli strumenti della mediazione, della conciliazione e della ‘moral suasion’, ha dedicato particolare attenzione sulle problematiche dell’infanzia: ha formato con appositi corsi centinaia di volontari disponibili ad assumere la funzione di ‘tutore dei minori’ (725 quelli disponibili nel 2019, quasi 1500 i volontari formati dal 2004 ad oggi), in particolare nei confronti dei minori stranieri non accompagnati (che costituiscono l’85 per cento dei 407 minori interessati); ha esercitato interventi istituzionali di mediazione, ascolto e orientamento in 223 casi di minori in difficoltà per fragilità della famiglia, disomogeneità e carenza di personale dell’organizzazione nei servizi, conflitti genitoriali, difficoltà di trovare strutture accoglienti nei casi di disabilità, contenziosi tra Comuni e strutture di accoglienza per il pagamento delle rette.

Altro ambito di particolare impegno per il Garante regionale è la situazione carceraria: a fine 2019 nei nove istituti penitenziari del Veneto erano detenute 2672 persone, 730 in più rispetto alla capienza regolamentare di 1942 posti, con un indice di sovraffollamento del 138 per cento, superiore di 18 punti alla media nazionale. Oltre a farsi carico di 53 istanze personali presentate da altrettanti detenuti, il Garante regionale è intervenuta con visite di monitoraggio non annunciate, facendo rete con i Garanti comunali dei detenuti, promuovendo un nuovo protocollo per l’accoglienza di madri con bambini nel carcere femminile di Venezia e collaborando con l’Osservatorio permanente interistituzionale sulla salute in carcere istituito in Veneto.

 

 

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