(Arv) Venezia 21 apr 2021 – L’attività di Veneto Lavoro, i numeri della disoccupazione, i servizi svolti dai centri per l’impiego in Veneto e gli effetti della crisi pandemica sul mercato del lavoro sono stati al centro dei lavori della sesta commissione del Consiglio veneto, presieduta da Francesca Scatto (ZP), vicepresidente Elena Ostanel (Veneto che vogliamo). La commissione ha discusso e approvato il report sugli obiettivi conseguiti nel 2020 dall’ente strumentale della Regione diretto da Tiziano Barone.
L’attenzione dei commissari si è concentrata in particolare sugli effetti della nuova ‘governance’ dei 39 centri per l’impiego, transitati dal 1° gennaio 2019 dalla competenza delle Province a quella della Regione, e sulle prospettive occupazionali in Veneto, allo scadere del blocco dei licenziamenti. “Ci aspettiamo un aumento del 30 per cento del numero dei disoccupati a seguito dell’emergenza Covid”, ha quantificato il direttore Barone, ipotizzando uno stock di circa 200 mila persone senza lavoro a fine 2021 rispetto agli attuali 140 mila iscritti effettivi alle liste di collocamento dei Cpi regionali.
Veneto Lavoro, che intermedia domanda e offerta di lavoro attraverso i servizi pubblici per l’impiego e gestisce le politiche attive per il lavoro della Regione (da Garanzia Giovani agli assegni per il lavoro, ai tirocini, ai patti di servizio), segnala - tra i risultati - di aver sinora offerto una opportunità di lavoro nell’arco di 24 mesi all’80 per cento dei propri utenti e di censire al momento – attraverso la propria banca dati - 1200 posti di lavoro vacanti, cioè disponibili. Il portale regionale ‘Clic lavoro’ nell’ultimo anno ha registrato in media un milione 400 mila utenti al mese per una media di 19 milioni di visualizzazioni; ogni mese ha reso disponibili circa 70 mila curricula e 600 offerte d lavoro.
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