Ansa Press Release
Giovedì 30 Gennaio 2025
CRV - ‘Triveneto Migrante’, presentato al Ferro Fini il libro del prof Emilio Franzina
‘Triveneto Migrante’: presentato il libro del prof Emilio Franzina che ricostruisce, attraverso studi e ricerche approfonditi, la storia dell’antica emigrazione che accomuna Veneto, Friuli e Trentino
(Arv) Venezia 30 gen. 2025 - Oggi, a palazzo Ferro Fini, è stato presentato il libro del prof. Emilio Franzina ‘Triveneto Migrante, il racconto dell’antica emigrazione dalle Venezie’, Ronzani Editore, 500 pagine.
Emilio Franzina, già professore di Storia contemporanea presso le Università di Padova e di Verona, ha dialogato con il prof. Paolo Pozzato, esperto di Storia militare e, in particolare, del Primo conflitto mondiale.
Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha introdotto la presentazione ricordando che “il prof. Franzina è tra i più importanti studiosi a livello internazionale del fenomeno migratorio, non solo veneto. Con questo testo, l’autore riassume oltre 50 anni di ricerche, approfondimenti, studi sull’emigrazione di quello che oggi chiamiamo il Nordest, ovvero quel bacino che coinvolge il Veneto attuale, il Trentino e il Friuli, a suo tempo provincia veneta, con popolazioni che, ancora oggi, presentano fortissimi tratti comuni, come anche qualche diversità, pensiamo alla lingua friulana, ad esempio, ma che nell’ultimo quarto dell’Ottocento diedero vita a quella che attualmente chiamiamo ‘Grande Emigrazione Veneta’”.
Il prof. Emilio Franzina, nel suo intervento, ha sottolineato come la “storia dell’emigrazione è indubbiamente molto complessa, anche se quella che ha interessato il Triveneto presenta aspetti comuni: la propensione al lavoro e la capacità di svolgerlo per sopperire alla mancanza di risorse, la mentalità tendenzialmente conservatrice e la spiccata religiosità, con un forte attaccamento alla Chiesa. Ho trattato in particolare la ‘Grande Emigrazione’, che iniziò dopo l’Unità d’Italia, anche se questa non ne fu la causa. E voglio precisare che in realtà solo quest’anno, e non già nel 2024, ricorre il 150° anniversario della prima migrazione italiana in Brasile. Ho riservato una parte del volume al grande scrittore Mario Rigoni Stern e ‘all’emigrazione dal suo Altipiano’, vissuta da Rigoni Stern in prima persona, con esperienze familiari dirette. Un centinaio di pagine del mio saggio è dedicato alla Grande Guerra: ho riportato alla luce le tensioni insorte tra emigrati veneti e trentini, quest’ultimi molto legati alla figura dell’Imperatore asburgico”.
“Il libro si conclude trattando l’emigrazione interna, quella dei veneti che colonizzarono l’Agro Pontino, che il fascismo aveva recuperato bonificando le paludi – ha aggiunto Franzina – Sono stati così creati i presupposti per un ‘Veneto altrove’. Questo tipo di emigrazione fu molto controllata, con una selezione che tenne conto della provenienza geografica degli emigrati, escludendo il bellunese e l’hinterland veneziano, zone storicamente di sinistra e quindi considerate non sicure”.
“C’è un filo rosso che lega tutta l’opera – ha evidenziato l’autore - la violenza subita dai nostri migranti all’estero, provocata dalla naturale tensione che insorge quando vengono a stretto contatto gruppi con tradizioni e linguaggi diversi; una conflittualità che viene subito strumentalizzata dalla lotta politica nei singoli Paesi. Una diffidenza destinata però ad affievolirsi con lo scorrere del tempo, mano a mano che gli immigrati, acquisendo padronanza dell’idioma locale, iniziarono a spiegarsi e quindi a integrarsi”.
Il prof. Emilio Franzina ha concluso la propria relazione con una riflessione: “La chiusura delle frontiere è un fenomeno purtroppo ricorrente e di grande attualità; ovviamente, ha interessato anche i veneti emigrati. In questo senso, lo studio della storia dell’emigrazione può insegnarci ancora molto”.
Il prof. Pozzato, nel suo contributo, ha chiarito come “il libro copra un arco di tempo molto lungo, anche se l’emigrazione non è un fenomeno che possa essere limitato nel tempo e nello spazio, avendo radici molto lontane e non essendo ancora terminato. Ora, infatti, stiamo assistendo all’emigrazione di tante giovani intelligenze che scelgono di andare all’estero per avere maggiori gratificazioni professionali”.
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