Ansa Press Release
Venerdì 22 Novembre 2024
ettera del Presidente Ciambetti al Questore di Padova dopo i fatti di via Tommaseo
(Arv) Venezia 22 nov. 2024 - Lettera del Presidente del Consiglio regionale, Roberto Ciambetti al Questore di Padova di solidarietà e vicinanza agli agenti della Polizia di stato e olle forze dell’Ordine impegnate giovedì 21 novembre a Padova nella complessa operazione di via Tommaseo dove durante un controllo agenti padovani sono stati circondati e aggrediti da un gruppo di extracomunitari. “Credo che uno dei limiti n cui vi scontrate, e non per colpa vostra, sia l’inefficacia, della deterrenza che dovrebbe invece essere una delle caratteristiche dell’opera di prevenzione da voi svolta – ha scritto Ciambetti - il problema centrale sembra essere quello che gli economisti chiamano ‘enforcement’, non tanto la severità della pena sulla carta, quanto la sua certezza e tempestività. In Italia i tempi tra reato e punizione sono troppo lunghi mentre esistono troppi modi per evitare o ridurre le conseguenze delle pene diffondendo così un sentimento di impunità, che sta alla base di eventi come quello di giovedì scorso in via Tommaseo a Padova”. Ciambetti ha poi precisato che “La deterrenza funziona solo se chi viene minacciato crede davvero che le conseguenze negative si verificheranno e le considera sufficientemente gravi da non voler correre il rischio – spiega Ciambetti – Negli Stati dove la deterrenza è forte, ci si guarda bene dall’agire in modo illecito o nell’illegalità. In Italia la media dell’esito di un processo penale oscilla tra i 4 e i 5 anni, con casi complessi che possono giungere a superare gli 8 anni: a parte il fatto che molti reati cadono in prescrizione e che le vittime subiscono una autentica umiliazione se non una seconda vittimizzazione, è chiaro che la pena perde il suo effetto deterrente. Se guardiamo poi a quanti delinquenti vengono colti sul fatto dalle Forze dell’Ordine, giudicati colpevoli ma rimessi subito in libertà e che si ritrovano ‘a piede libero’, comprenderemo poi perché si è diffuso un sentimento di impunità in tutti i malintenzionati. Occorre una svolta decisa: non si tratta di abbandonare la presunzione di innocenza che è un pilastro imprescindibile e nemmeno passare a processi sommari. Ma anche lasciare impuniti i colpevoli è un insulto alla Giustizia e al Diritto”
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