Prosegue la lotta alla contraffazione da parte della Polizia Locale. Questa mattina, dopo alcuni giorni di osservazioni e pedinamenti, personale del Nucleo Antidegrado del Reparto Sicurezza Urbana ha effettuato una perquisizione all’interno di un appartamento di salita San Paolo scoprendo una stanza adibita a vero e proprio laboratorio nel quale venivano prodotti capi di abbigliamento con noti marchi contraffatti.
L’operazione ha permesso il sequestro di 2900 etichette firmate, attrezzature per la produzione, macchine da cucire, rocchetti di filo di vari colori, ferri da stiro, colla per abbigliamento e altro necessario al confezionamento dei capi.
È anche emerso che nella casa vivesse un uomo con precedenti di polizia reati nell’ambito della produzione di generi con marchio contraffatto.
Sergio Gambino, assessore alla sicurezza e Polizia Locale, è particolarmente soddisfatto: «L’operazione di salita San Paolo conferma quanto sia alta l’attenzione che stiamo ponendo nei confronti di questi reati e ribadisce l’assoluto livello di competenza e preparazione della nostra Polizia Locale. Ringrazio gli agenti e mi congratulo con loro. Contrastare la contraffazione è anche uno dei metodi più efficaci per stroncare fenomeni di criminalità e prevenire attività di concorrenza sleale nei confronti delle imprese sane e virtuose che operano nel nostro territorio».
L’intervento di oggi segue altri, attuati negli ultimi mesi dalla Polizia Locale genovese, finalizzati alla prevenzione e alla repressione della contraffazione nel centro storico. A fine settembre, ad esempio, un’indagine lunga e complessa aveva consentito l’individuazione di analoghe attività in due appartamenti di vico inferiore del Roso. Nella circostanza erano stati trovati anche 500 capi di abbigliamento pronti per essere messi in vendita ed identificate tre persone indagate per introduzione nello Stato e commercio di prodotti con segni falsi e ricettazione. Altrettanto notevole l’operazione che ad ottobre aveva interessato un immobile tra via Balbi e via Prè dove erano stati sequestrati 333 capi di abbigliamento e accessori del valore stimato di circa 40000 euro.
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