Presentati a palazzo Ferro Fini i tre volumi “L'opera poetica di Giacomo Zanella” di Mario Bardin


(Arv) Venezia 13 nov. 2024 -     Presentati oggi a Venezia, a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Veneto, i tre volumi intitolati “L’Opera poetica di Giacomo Zanella” di Mario Bardin, editi da Mediafactory.
“Giacomo Zanella, poeta vicentino vissuto nell’800 - ha sottolineato in sede di presentazione dell’opera il Presidente assemblea legislativa regionale Roberto Ciambetti - rappresenta una figura emblematica della poesia e della vita italiana del XIX secolo, un poeta capace di coniugare fede e ragione, tradizione e modernità, l’impegno di libertà, l’innovazione con la difesa della consuetudine. La sua vita e la sua opera, raccolta dal dottor Bardin dopo un lavoro durato oltre vent’anni in tre volumi resa possibile grazie anche a un contributo della Regione, ci offrono un esempio di impegno culturale e umano, una testimonianza preziosa del nostro patrimonio non solo letterario e fanno di Zanella un poeta militante, non diversamente da altri grandi della letteratura italiana che compresero il ruolo di Maestro che spetta non solo al docente ma anche a chi, dall’alto della propria poesia vede lontano. Il Gruppo Culturale Giacomo Zanella e soprattutto Mario Bardin ci hanno dato l’occasione di riflettere e ripercorrere la Vicenza dell’Ottocento, le sue contrade e i suoi paesi, e di ritrovare un autentico cantore di un “piccolo mondo antico” che non è perso nel tempo, ma ancora vivo e capace di parlarci grazie ai suoi versi”.
“Zanella - ha ricordato l’autore, Mario Bardin - nasce a Chiampo nel 1820 e muore nell’88. Fu sacerdote, professore a Padova e Magnifico Rettore dell’ateneo in quegli anni ’70, un periodo particolare e difficile contraddistinto e inevitabilmente legato alle correnti positiviste, un periodo di forti tensioni che Zanella ha pagato con depressioni ricorrenti, la più lunga delle quali durò per ben tre anni, un triennio di isolamento casalingo che inizia con la morte della morte della madre, circostanza che comunque non fu sola nel determinarne lo stato di sofferenza. Dal punto di vista storico, alla fine del secolo, l’Italia non è più quella conosciuta negli anni della formazione da Zanella, dotato di una sensibilità straordinaria e di un’intelligenza fuori dal comune: la sua poetica si intreccia in maniera complessa e profonda con la storia d’Italia e con le vicende che hanno portato all’Unità. Zanella, inoltre, analizza anche il rapporto tra tecnologia e scienza e propone una sorta di manifesto degli scienziati: scienza e tecnologia, infatti, sono attraversate proprio nell’800 da uno sviluppo tumultuoso che viene ripreso anche nella poetica di Zanella, ma che dovrebbero essere precedute - per lui, uomo che guarda anche con gli occhi della religione - dall’etica, dalla quale non si dovrebbe prescindere”.
“Il profilo di Giacomo Zanella e un progetto editoriale frutto di una ricerca ventennale - ha evidenziato Luigi Borgo di Mediafactory - rappresentano il massimo per un editore: con la pubblicazione dei tre volumi dedicati all’opera poetica di Zanella mi sono reso conto che stavo scrivendo la storia della mia casa editrice, e se un giorno sarà ricordata, sarà per questi tre volumi, curati nella forma, e in particolare nel contenuto. Stavamo, infatti, rischiando di perdere il ricordo di Zanella nel vicentino: siamo una stirpe, abbiamo una discendenza e una familiarità, non tanto dettata dal sangue, ma da una cultura condivisa; sul piano culturale, Zanella ha dato parola alla nostra stirpe e saputo rappresentare cosa significa appartenere a una determinata famiglia. Mario Bardin, l’autore della raccolta, ha colto che Zanella soffriva della sua profonda erudizione; l’esercizio di conoscenza dell’erudito soccombe dinanzi all’esercizio di pensiero che è proprio dell’intellettuale: oggi perderemmo il confronto con una macchina sul piano dell’erudizione, ma mai una macchina, un computer, sarà in grado di elaborare il pensiero come fa un intelletto critico. Bardin ha tradotto lo Zanella erudito attraverso la parafrasi della sua poesia, attraverso prose che restituiscono le intuizioni intellettuali del poeta, non più autore erudito, ma un intellettuale che esercita un pensiero”.
 

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