(Arv) Venezia 30 ott. 2024 - Il presidente della Prima commissione consiliare, Luciano Sandonà (Lega- LV), ha presentato oggi, a palazzo Ferro Fini, il resoconto del viaggio in bicicletta intrapreso da due sportivi veneziani, Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, nell’ambito del progetto ‘Marco Polo a pedali’, che sono partiti da Venezia il 25 aprile, giungendo a Pechino il 1° agosto.
“Hanno portato il vessillo di San Marco in Piazza Tien An Men pedalando per cento giorni, moderni ambasciatori della nostra Venezia e del nostro Veneto, per ricordare i 700 anni dalla morte di Marco Polo, ambasciatore veneziano alla corte imperiale cinese. Un vessillo di pace e di amicizia, sfidando la pioggia, il caldo, il freddo e i disagi che 10.300 chilometri e cento giorni di viaggio su due ruote comportano. Sono riusciti nell’impresa e di questo ne siamo orgogliosi. Li abbiamo seguiti sulle loro pagine Social e in ogni momento abbiamo tifato per loro”.
Con queste parole, Luciano Sandonà, dopo aver portato i saluti del presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, ha accolto e consegnato “un simbolo del nostro Veneto ai due instancabili pedalatori che hanno affrontato un simile viaggio, che resterà negli annali. Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, due ‘giovanotti’ di 64 e 67 anni, hanno pedalato dal 25 aprile scorso, quando sono partiti da Piazzale Roma a Venezia con le loro biciclette da corsa, attrezzate con sacche da viaggio e tutto l’occorrente per trascorrere cento giorni in sella e attraversare Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Azerbaigian, Turkmenistan, Uzbekistan, Kazakistan, Cina. Alberto e Dino fanno parte del ‘Pedale Veneziano 1913’, società ciclistica con sede proprio a Venezia, e hanno studiato sin nei minimi particolari il loro viaggio durato cento giorni e lungo oltre diecimila chilometri”.
“Durante il loro viaggio lungo la Via della Seta – ha aggiunto il presidente della Prima commissione consiliare - hanno incontrato le stesse culture che oltre settecento anni fa aveva incontrato Marco Polo nei suoi viaggi. E sono stati accolti dai popoli dell’antica Via Carovaniera della Seta con grande rispetto e interesse. Hanno fatto conoscere al mondo la loro impresa, attraverso il canale Social ‘Marco Polo a Pedali’, ma anche attraverso servizi televisivi e radiofonici, via web e su carta stampata, dando lustro a Venezia, al Veneto e al ricordo del grande viaggiatore veneziano Marco Polo”.
“Un’impresa ciclistica ma anche culturale, che resterà nella storia, un segno di amicizia e di pace tra i popoli, vessillo di una Venezia che nei secoli della Serenissima è stata coacervo di popoli e culture”, ha concluso Luciano Sandonà.
Il consigliere regionale di Europa Verde, Renzo Masolo, appassionato ciclista, nel suo intervento ha sottolineato che “quello di Alberto Fiorin e Dino Facchinetti è stato in realtà un viaggio condiviso con una moltitudine di persone che li ha seguiti e supportati idealmente con il proprio tifo, grazie alle esperienze emozionali che i due sportivi veneziani hanno quotidianamente postato sui Social. Quello in bicicletta è indubbiamente un viaggio lento, ma in realtà Fiorin e Facchinetti hanno percorso oltre 10 mila chilometri in poco più di tre mesi, tenendo quindi un’andatura non propriamente ‘turistica’”.
“Ritengo affascinante il parallelismo con Marco Polo – ha aggiunto Masolo – Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, grazie agli incontri fatti lungo il viaggio e alle testimonianze raccolte, hanno rivissuto le esperienze provate settecento anni fa da Marco Polo, dimostrando di possedere una spiccata sensibilità verso un mondo che sta cambiando”.
Alberto Fiorin, anche a nome del compagno di viaggio Dino Facchinetti, ha esternato le esperienze vissute durante la loro impresa sportiva.
“Oggi chiudiamo un cerchio – ha subito premesso Fiorin - Eravamo stati qui a palazzo Ferro Fini nei primi giorni di aprile, alla vigilia della partenza, e adesso siamo tornati per condividere le emozioni che abbiamo provato dopo aver percorso 10500 chilometri in bicicletta e attraversato 13 Nazioni, dai Balcani all’Anatolia, al Caucaso, facendo lo slalom tra guerre, lambendo i confini di Russia, Ucraina, Iran e Afghanistan”.
“Siamo partiti da Venezia il 25 aprile, il giorno di San Marco, e per noi Veneti e Veneziani non ci poteva essere giorno migliore per intraprendere la nostra impresa – ha sottolineato Alberto Fiorin – Abbiamo macinato chilometri su chilometri, attraversando strade tutt’altro che agevoli, servendoci solo dell’energia pulita dei nostri muscoli, perché siamo convinti che la bicicletta incarna in sé, oltre a un messaggio di pace, il rispetto per l’ambiente. E abbiamo voluto portare con noi lo spirito di Marco Polo, condividendo il viaggio con le persone che avevamo precedentemente coinvolto, prima della partenza, e con tantissimi altri che ci hanno seguito sui Social Media. Il giovane Marco Polo aveva intrapreso il suo viaggio senza portarsi dietro preconcetti di sorta, fotografando e descrivendo sapientemente tutto ciò che incontrava lungo il cammino. E così anche noi, con umiltà, abbiamo cercato di scrivere ‘Il Milione del Terzo millennio’, omaggiando la figura di un nostro grande concittadino”.
Alberto Fiorin ha poi voluto sottolineare di aver notato “una Cina che ha fatto grandissimi passi in avanti verso la trasformazione energetica: lì nessuno usa praticamente più la bicicletta, ma mezzi elettrici di qualsiasi sorta, anche se bisogna dire che l’energia elettrica viene per lo più ottenuta attraverso centrali a carbone. Abbiamo toccato con mano realtà incredibili, ma anche sperimentato tutte le difficoltà che sta provocando il conflitto tra Russia e Ucraina: lungo i confini, alle frontiere, c’erano code interminabili di camion. Siamo riusciti a sopportare gli oltre 40 gradi del deserto, i venti contrari; abbiamo consumato circa 14 litri di acqua al giorno. Credo che la svolta sia stata quando, al confine per fare ingresso in Cina, ci siamo detti: ‘ok, manca solo una Nazione…’; è stato un trucco psicologico che ha funzionato, grazie alla parola ‘solo’. Peccato che la Cina, più che un Paese, sia praticamente un Continente…”.
“Abbiamo vissuto emozioni intensissime legate agli incontri fatti durante il tragitto – ha concluso Fiorin – Penso a quella bambina che ci ha salutati con la mano e a tutta la solidarietà ricevuta da persone sconosciute, che in noi vedevano la fatica. Sicuramente il viaggio nel segno di Marco Polo, conosciutissimo in Cina, è stato il miglior lasciapassare. Ringraziamo il ministero degli Esteri che ci ha messo in contatto con le diverse ambasciate, garantendoci un appoggio istituzionale”.
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