Società e Costume
Giovedì 04 Agosto 2011
Cuba prepara la svolta
Sì alla proprietà privata
Entro la fien dell'anno il regime dei fratelli castro potrebbe liberalizzare la compravendita delle case: si tratterebbe di una svolta epocale viste le implicazioni che un'apertura di questo geneer potrebbe causare nell'economia dell'isola caraibica, già aiutata dalle mitigazioni dell'embargo Usa
L'AVANA - I cubani sono increduli. Per l'ennesima volta L'Avana ha annunciato la caduta di uno dei pilastri di quel regime di stampo comunista istaurato dopo la Rivoluzione cubana di fine anni Cinquanta guidata da Ernesto Che Guevara e Fidel Castro: la proprietà privata.
Secondo il "New York Times", entro la fine dell'anno, Cuba vuole legalizzare la compravendita immobiliare.Nonostante una prevedibile, massiccia regolamentazione del settore, gli abitanti dell'isola caraibica si preparano ai numerosi cambiamenti.
Anche se limitata, la proprietà privata potrebbe trasformare Cuba più di qualsiasi altra riforma annunciata dal capo di Stato e del governo, Raul Castro - succeduto dopo 49 anni di presidenza al fratello Fidel per i noti problemi di salute del Lìder Maximo.
Le opportunità per generare utili e effettuare prestiti potrebbe risultare in disparità nella distribuzione della ricchezza. Ma gli effetti potrebbero essere più ampi.
Le vendite incoraggerebbero le ristrutturazioni, creando diversi nuovi posti lavoro. Anche il settore bancario godrebbe dei benefici perché, stando alle nuove leggi, i pagamenti possono provenire direttamente dai conti degli acquirenti.
Mentre il governo potrebbe imporre tasse sulla compravendita, aumentando le entrate. A profittare maggiormente, potrebbero però essere gli emigranti cubani negli Stati Uniti.
Anche se il piano per reintrodurre la proprietà privata sembra escludere la possibilità di proprietà straniera, i cubani presenti negli Stati Uniti potrebbero sfruttare le regole volute dall'amministrazione Obama che aggirano l'embargo voluto dal presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower e permettono loro di inviare quanto denaro desiderano ai parenti sull'isola.
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