Società e Costume
Martedì 14 Settembre 2010
Giochi, rivoluzione nei mattoncini
La Lego non ha più l'esclusiva
Anche la Corte di giustizia europea ha dato ragione a una delle rivali del colosso danese delle costruzioni per grandi e piccoli: non si può mettere il copyright sui blocchetti incastrabili in plastica. E così può ripartire la corsa alle imitazioni del marchio celebre in tutto il mondo
BRUXELLES - Saranno anche associati al suo nome da milioni di consumatori, che magari ci hanno giocato da bambini, ma anche secondo la Corte di Giustizia europea Lego non può fregiarsi dell'esclusiva sulla vendita di mattoncini incastrabili di plastica.
La sentenza dei giudici europei ha così respinto le istanze del gruppo Danese, che aveva presentato ricorso contro la pronuncia di un tribunale di primo grado nel novembre 2008.
Nel 1996 Lego aveva chiesto di registrare come marchio comunitario il mattoncino di plastica che costituisce la base dei suoi giochi di incastro e costruzioni, un sistema per impedire ai gruppi rivali di commercializzare prodotti simili nell'Unione europea.
E l'ufficio responsabile dell'armonizzazione del mercato interno aveva accettato la richiesta di Lego nel 1999, provocando l'immediato ricorso di un concorrente, la canadese Ritvik, oggi diventata Mega Block.
Nel 2004 la società canadese aveva ottenuto l'annullamento della registrazione, misura che stavolta era stata impugnata da Lego.
Una prima sentenza sfavorevole al gruppo danese era arrivata nel 2006, dallo stesso ufficio di armonizzazione europeo, poi confermata dal tribunale di primo grado nel 2008.
© RIPRODUZIONE RISERVATA